venerdì 30 dicembre 2011

Buon 2012 to the people of the good will. Keep on, Keepin'on!



Finisce un vecchio anno, e finisce male, ne inizia uno nuovo…beh, sforziamoci tutti affichè sia migliore e più giusto…riflettiamo su ciò che abbiamo, come lo abbiamo ottenuto e ciò che non avremo più e il perché. A cominciare da una decente forma di rappresentanza popolare. Chiamatela Democrazie, Elezioni, governi, come volete. Ma dobbiamo essere “rappresentati” in base alla nostra volontà, non in base al nostro”Valore sul mercato”.
…pensieri liberi per il 2012!
Libertà, responsabilità, tolleranza, giustizia sociale e uguaglianza dei punti di partenza e non solo per il prossimo anno, ma anche oltre: questi sono i valori essenziali del liberalismo, e questi rimangono i principi sui quali una società aperta deve essere costruita. Questi principi richiedono un attento equilibrio tra società civili fortemente avanzate, governo democratico, liberi mercati e cooperazione internazionale. Non ha più senso consegnarsi alle “banche” e agli “investitori”, poiché nessun manifesto liberale sottolinea come “estraneo” alla società Civile il ruolo delle Banche. Anzi, che un'economia basata sulle regole del libero mercato conduce a una più efficiente distribuzione di ricchezza e risorse, ed incoraggia inevitabilmente l'innovazione e promuova la flessibilità è un fatto, ma gli interessi dei "pochi" non devono mai alterare questo equilibrio.
…La povertà, la disoccupazione e l'emarginazione sociale rovinano la vita degli uomini e specialmente di donne, bambini e anziani, e rappresentano il maggior pericolo per la Società civile. La povertà genera disperazione e la disperazione genera estremismo, intolleranza e aggressività. Il problema centrale nel fronteggiare la povertà è come fornire a ciascuno i mezzi per combatterla da sé e vincerla con le proprie forze. E se poi lo stesso Governo, nell’interesse degli “investitori” e con l’intenzione di “rasserenare i mercati” è il primo a generare sofferenza e povertà, è evidente che c’è qualcosa che è “andato storto”.
L’attuale strategia italiana, ispirata dalla Bocconi e supportata dalle Banche, sembra essere quella del togliere ai tanti che hanno poco, piuttosto che fermare l’accaparramento di chi ha già tanto. Dal contributo economico ai Partiti, alle Fondazione delle Banche, dal contributo all’editoria, alla cosidetta “Spesa Pubblica”, e per Spesa pubblica no intendo gli ospedali, o gli asili, ma il mantenimento dei boiardi (per chi è competente tecnicamente date un occhiata all’ art. 23 ter del dc “Decreto Monti…per “salvare l’Italia” chi riceve incarichi presso questi Enti/Società a partecipazione pubblica ( probabilmente anche presso Istituti di ricerca e Aziende sanitarie) non è più sottoposto a “tetti” retributivi! ). Però gli stipendi vengono congelati per due anni!
Insomma, per i qualificati tecnici il problema è la Sora Assunta che percepisce milletrecento euro al mese, con una casa comprata con un mutuo al 7%, forse anche di più in passato e magari con un figlio che lavora al Comune di Roma a milletrecento euro al mese! Fuc*!
…ma mentre il Circo televisivo imperterrito rappresenta uno strano paese, quello vero è sempre più a disagio e comincia ad essere in sofferenza!
Non ho soluzioni, non ho studiato alla Bocconi, ma un pensiero mi viene in mente con frequenza. E se invece ti “rasserenare” i mercati, provassimo ad essere un po’ più vicini alla gente e cominciassimo ad occuparci veramente degli ultimi, e con quelle risorse ( interessi e guadagno ) con le quali rassereniamo ( anzi, garantiamo profitto) gli Investitori, ci dedicassimo invece agli ultimi?
Meno profitto, per una volta, e più umanità.
Meno Banche e più Società Civile.

Happy new year my friends! Keep on, Keepin’on!


http://www.freedomworks.org/
http://www.teapartyitalia.it/

giovedì 29 dicembre 2011

Comprate italiano, comprate punk! Arriva La Crisi! E fatelo con Livore!


Forse farà un po’ sorridere, ma quando mi capita di ascoltare lavori come quello dei La Crisi mi rilasso e penso che c’è ancora speranza. Non speranza per l’uomo o la società, e del resto nome così o brani come La mia amica sfortuna son emblematici di un modo di pensare, ma per la musica, nella fattispecie l’hardcore. Con due dischi importanti come La crisi e Tutti a pezzi era onestamente difficile chiedere di più da Mayo e soci, forse bastava andare avanti con il pilota automatico e ci si sarebbe divertiti lo stesso. Ma III - Paura a colazione non è solo un altro album, è un gradino oltre quanto già fatto. Trasferitisi armi e bagagli a Salem, sempre alla corte di Kurt Ballou (CONVERGE), i nostri son stati capaci in cinque giorni che immagino frenetici, a tirar fuori un piccolo capolavoro del genere. Un album in cui la voce di Mayo si spinge ancora più in alto, gli stacchi si fan sempre più vertiginosi, e quando ascolterete Una spiegazione logica capirete di quel che parlo, e la perizia tecnica è di primi della classe. La vera novità è l’autoproduzione del lavoro: via da tutte le etichette il gruppo rischia in proprio, il che di questi tempi ci sembra tanto encomiabile [ per questo comprate italiano! Almeno il punk! e che caz**!!] quanto impegnativo. Un altro tentativo insomma per risvegliare coscienze un po’ troppo sonnolente: certamente un altro centro in una carriera finora perfetta per un gruppo diventato ormai una colonna portante dell’hardcore italiano.
on-line su mucchio.it








Allevatori di Morte degli aquilani Livore é semplicemente uno dei migliori dischi di hc italiano che mi sia capitato di ascoltare negli ultimi mesi. C'é davvero poco da obiettare: testi molto belli, grande registrazione, notevole sfoggio di tecnica da parte di tutti i componenti, un artwork davvero toccante. Se all'hc musicalmente si chiede potenza, groove e aggressività, beh, qui la risposta é: oooh yes! Aggiungiamoci una sana e chiara attitudine libertaria e il quadro si completa al meglio. A volte la musica h.c. (per i nostri gusti) trasuda una quantità di testosterone troppo elevata: nei Livore però, la presenza femminile al microfono é perfetta per mitigare l'olezzo di sudore virile, senza rinunciare ad un briciolo di tamarra veemenza. Insomma, questo per dire che, pur mantenendo gli stilemi del moderno h.c. che flirta col metal, i Livore non cadono in ovvietà di genere. A noi [ ma anche a me! ndr]piacciono le cose un po' transgender, lo sapete.

mercoledì 28 dicembre 2011

L'eterno esodo cosmico di Capitan Victory



In qualche precedente post ho fatto riferimento ad alcuni character dei fumetti, specialmente quelli americani, che, nonostante siano un po’ datati, trovano la forza nella natura stessa del personaggio per essere sempre attuali. Le recenti ri-edizioni del Soldato Fantasma, sono lontane anni luce dalle vecchie storie di Joe Kubert, però – e questo nonostante una nuova linea grafica di Alberto Ponticelli – l’attualità della guerra, anche se evoluta in conflitti, peace keeping operation o Humanitarian bombing, è il terreno nel quale il personaggio rivive e la violenza degli uomini ( da sempre elemento “vitale” delle guerre ) è la linfa dalla quale Unkown Soldiers si rigenera. Eterno, come eterna è la violenza tra gli uomini. Lo stesso discorso vale per Capitan America. Lo spirito di Zio Sam esisterà sempre e la “casa sulla collina” che rasserena il mondo occidentale sarà sempre "sentinellata" da una nuova versione di Capitan America.
Adesso è la volta di un altro personaggio sixties orientated come Capitan Victory. Il Capitano è un super eroe “spaziale” che fa dell’universalità del Cosmo la casa di “tutti”. Già negli anni sessanta, con lo slogan “we are alien too” si impose più nel mondo dei lettori Freaks di di San Francisco, che non di piccoli lettori medio-borghesi di un America da rasserare. Negli anni sessanta i temi dell'integrazione, contro ogni forma di segregeazione, erano già attuali.Oggi riviene riprodotto dai tipi della Dynamite Entertainment e le copertine di Alex Ross degne di competere con quelle del mentore ( di tutti) Jack Kirby.
Mi piace il modo come viene presentata l’opera: Jack Kirby's epic space opera continues!
Ed è nella visione cosmica che anche questo character si consegna all’imortalità: Ci sarà sempre voglia di infinito in una società, come la nostra del nord del mondo, sempre più affamata di realtà e sempre meno attratta dallo spazio onirico dei sogni…o del cosmo.
Long life to the King!


CyberLuke quand'è che mettiamo mano a "Gregory Hunter"?

martedì 27 dicembre 2011

Boycott FFSS



Panta rei, tutto passa e sembra destinato a non tornare più. Forse. La storia, nel dettaglio del momento, è per sua natura “storica” ed irripetibile, però certe circostante appartengono ai comportamenti degli individui e della Società Civili nel quale sono contemporanei. Questa complessa introduzione ( complessa, si! nda) per dire che cosa. Semplice, nell’anno 2011 ci sono ancora delle “discriminazioni” quando si viaggia sui mezzi pubblici, come cinquant’anni fa in base al colore della pelle! Chi si ricorda il caso della signora Rosa Parks di Montgomery, Alabama, siamo nel 1 dicembre 1955, la quale si rifiutò di cedere il posto da lei occupato, su di un autobus extraurbano, ad un uomo bianco. Rosa Parks venne arrestata e accusata di aver violato una delle ordinanze sulla segregazione della città. In risposta a tale evento. Inizio allora una forte campagna civile di boicottaggio delle linee pubbliche. La comunità di colore di Montgomery non prese più gli autobus per spostarsi quotidianamente per ben 381 giorni! Ed esplose allora la campagna per i Civili Rights condotta da Martin Luther King e poi Black Panther Party…sino a Barak Obama.
E noi? Cosa centra questo. Semplice, leggo sul sito del Corriere.it che le Ferrovie hanno creato un area “limitata” di circolazione per quei passeggeri che hanno pagato una tariffa più bassa. Non hanno neanche accesso al vagone Bar-Ristorante e non possono “disturbare” i passeggeri che hanno pagato tariffa piena, passeggiando per i corridoio. I quattro vagoni “dedicati” sono bloccati, non si può andare oltre quello spazio.
Io ora non so se una tale forte limitazione della libertà individuale sia legittima, ma non vi sembra che si torni ai tempi di Rosa Parks? Prima non si poteva cambiare sedere in spazi riservati ai “bianchi” ora non si può transitare in aree per “ricchi”!
Caz**! Fossi stato nero mi sarei potuto incaz*are, ma ora con chi me la prendo! Con la mia carta di credito?
A che minoranza appartengo? A quella dei non-ricchi? Ma, non vorrei sbagliarmi, non saremo noi non-ricchi la maggioranza?
Rise up my friend! Wake up!

sabato 24 dicembre 2011

Merry Xmass Punk#2


...che dire! Buon Natale a tutti coloro che - nonostante tutto e tutti - non hanno voglia di litigare...ma, credetemi, sono molti, moltissimi coloro che stanno accumulando rabbia e frustrazione.
Enjoy your loved ones, they'll love you back

venerdì 23 dicembre 2011

Incaz**ti come Giulia da Bastardo



I Kortatu si sono formati nel 1983 e provengono dalla cittadina di Irun, Paesi Baschi. Il gruppo ha sempre difeso strenuamente la propria identità basca, sia come popolo che come identità politica. Il fatto di cantare spesso in "euskera", la lingua basca, e la scelta di suonare lo ska, genere pressoché sconosciuto nella Spagna di quel periodo, fanno dei Kortatu un gruppo "rivoluzionario" nell'accezione più vasta del termine. Indipendentista, senza saperlo, ma sicuramente…ribelle!
Nel 1985 esce il primo disco della band, l'omonimo "Kortatu"…poi la storia prosegue! Come detto pochi post fa, sono stato a Bilbao e non sono sfuggito dalla forte atmosfera territorialista. Euskadi, non Spagna. Spagna, non Europa…
Seguo da sempre con molta passione, un po’ meno attenzione filologica, le pulsioni indipendentiste dell’Irlanda e di una parte della Spagna. L’affermazione identitaria è sempre più vitale per sopravvivere ad una struttura-Stato come quelle che stà diventando L’Europa; Europa non della gente, ma delle banche.
L’attuale crisi non è una crisi di “valori” o “principi”, l’Europa non li ha mai avuti, ma una crisi di “credibilità” e “produttività”. Insomma l’interesse economico ha definitivamente preso il sopravvento ed il cittadino europeo si può tranquillamente identificar in un consumatore da consumare.
Né Carlo Magno, né Merkel, ma non uno, ma dieci, cento, mille Bobby Sand!
PS. Mi piace questa copertina di un recente Cd dei Kortatu. La tipa in copertina sembra mia madre…almeno è incaz*ata quanto lei.
Mi madre – lo dico per fare chiarezza – non ha studiato alla Bocconi! Ma a Bastardo di Giano!

giovedì 22 dicembre 2011

...what a shame! Libeareci la testa!

...ecco di cosa parlavo!
Nel discorso dell'attuale Presidente del Consiglio sono stati "toccati" tanti e diversi punti interessanti. Molti di loro "deboli" e decisamenti iniqui, anzi ingiusti.
Ma i giornali cos'hanno sottolineato? E con gli stessi titoli?
"Ora a testa alta in Europa". Abbiamo garantito gli investitori e strizzato l'occhiolino agli speculatori e per questo andiamo a "testa alta" in Europa, ma con lo sguardo basso in Italia .





Tra Monti e Monagne, c'è Bolo Bolo



Premetto che non sono un politologo, né un esperto di Spread and Bound! Non un europeista convinto ( almeno non di quest’Europa burocratica ed esosa), né nazionalista. Insomma un anonimo mister Pinco abbastanza disincantato, “borghese” nel Modello Unico, con ancora un legame forte con giovanili pulsioni anarchiche e punk.
Tutto questo per dire cosa? Beh, come molti di voi, oggi mi sono svegliato ancora un po’ più [per forza] europeo e molto più sfruttato; e questo a Natale! Andrò in pensione ( se la prenderò) a quasi settant’anni, la casa che ho comprato con un mutuo al 7.80% è diventata un “lusso” e con tutta una serie di balzelli che ci chiede l’Europa. Come avrete fatto anche voi, ho riletto i giornali e mi capita di vedere la Nouvelle Vogue della politica nei salotti televisivi. Internet sotto questo punto di vista continua ad essere un’autentica “alternativa”, almeno in termini di informazione. Da rimanere sconcertati per l’asservimento dei quotidiani italiani. Su tutti Repubblica! Patetici e tristi!
Oggi dovrebbe passare il Decreto “Salva Italia! In un intervista mi è stato ricordato (indirettamente) che gli italiani debbono ringraziare questo Governo. Noi? Io pago e “ringrazio”? What a fuc* are we talking about? Mother Jones Magazine, in maniera laica, ha fatto notare come I paesi più esposti in termini di investimenti in Europa siano la Francia e la Germania. Ed è chiaro che “loro” non fanno altro che tutelare i loro investimenti quando chiedono all'Italia ed alla Grecia "Garanzie". Ma la Spagna e l’Irlanda l’hanno “fregati”, evitandogli di commissariare il proprio paese [ e la propria Democrazia] con compiacenti euro-burocrati ed eleggendo un nuovo esecutivo politico – espressione della volontà popolare e no degli interessi degli investitori.
Noi, di punto – nel silenzio più totale -, diventiamo europeisti! E convinti!
Per una serie di coincidenze in queste ultime settimane sono stato a Bilbao e Dublino, e - sarà per la vocazione indipendentista di queste popolazioni – non ho trovato proprio nessun consenso per il tentativo dell’Europa di appropriarsi del loro quotidiano. Anzi a Dublino mi è stato proprio chiesto come noi italiani abbiamo potuto accettare all that shet from the european banks!
Questo è il punto chiave secondo me. Nel tritacarne dell’economia ci siamo finiti noi e non per tutelate un sistema di civiltà che sino a pochi decenni fa era invidiato, ma per garantire agli investitori il loro “dovuto” margine di profitto.
…e per questa “fenomenata” abbiamo chiamato i professori della Bocconi.
Il mio amico Paolo, ex galeotto ed ora redento, con una notevole frequentazione con gli ex della Banda della Magliana, una volta mi disse: le banche vanno rapinate, prima che loro rapinano te.
Criminale, ma di talento! Che sia andato alla Bocconi della Malavita?
PS. Vi linko (ancora una volta) all’informazione sul libro Bolo Bolo. Dateci un’occhiata e ridiscutiamo di economia e profitto.

martedì 20 dicembre 2011

Radio Punk, digitale...ma pur sempre Radio!

…anche se un pò in ritardo, due righe le scrivo più che volentieri. I miei pochi lettori ( un po’ ne ho persi, sorry!) sanno che ho sempre dedicato più che di buon grado dello spazio al vecchio punk. Vecchio, in senso di approccio, non musicale; come possono essere vecchi i Bad Brains o Black Flag? Impossibile…però le nuove generazioni non hanno molte opportunità per rivivere – ma non in senso nostalgico, anzi, visti i tempi di “moderna” ingiustizia, in un contesto attuale – quei giorni di gaia contestazione con la consapevolezza di essere testimoni di una novità vera. Dagli anni ‘ottanta ad oggi poche cose sono rimaste, ma – tra tutte- la cultura del Do It by Yourself è ancora viva. E i blogs, questo compreso, ne sono la prova.
Sul sito di MaximumRocknRoll [qui, per il sito] viene “sponsorizzato” un blog che rende disponibile [quasi] tutte le registrazione radiofoniche dei primi anni ottanta trasmesse da MRnR! Wowowoow..come direbbe un coatto? Robbachespacca!
Beh, non lo so se spacca, ma è un blog che và sicuramente supportato e i programmi radiofonici sono scaricabili, quindi un occasione per ascoltare del “vecchio” e “raro” Punk…raro, poiché sono rari ai giorni d’oggi quei punks che negli anni ‘ottanta, senza internet, posta elettronica, cellulari, musica digitale si sbattevano per distribuire quei bellissimi cerchietti in plastica, una volta identificati come 45 giri! Che parola del Caz**!
…mi sa che mi stò parlando addosso, uno di quei vecchi punks sono io e i miei capelli bianchi, un po’ di chili in più ed un costante mal di schiena mi rammentano che non è più tempo di pogo!
Non è più tempo?? What a fuc*! One, two, three…gabba, gabba, hey!

venerdì 16 dicembre 2011

Ribellione SÌ, Violenza No!



In questi giorni strumenti dello Stato sono stati fatti attacco di barbari ed infami atti di ingiustifaca e vigliacca violenza.

Le rivendicazioni sono di matrice anarchica. Così ci dicono i media e così qualcuno "rivendica". Può essere che qualche infame si nasconda dietro un pensiero utopistico che tutto è, tranne che violento. Non mi sorprendo! Non ho mai nascosto il mio interesse per un mondo senza bandiere e confini e lavorando nel settore umanitario mi è naturale condividere il comune sentimento di uguaglianza tra le persone. Sono anarchico? E che ne so!... giusto ieri mi è tornata tra le mani una vecchia e bella pubblicazione "Non piangete la mia morte" che rimanda alla dichiarazione finale di innocenza di Bartolomeno Vanzetti. Un langhetto vero, ribelle me genereso nel lavoro; duro ma giusto. Uomo vero e anarchico convinto.

Leggete questa dichiarazione, poetica, dolce - ma non rassegnata -, d'innocenza di un uomo che stà per essere condannato a morte e ancora sogna che i suoi valori e principi nei quali crede - e nel nome dei quali troverà la morte - possano essere estesi alle stesse persone che lo stanno per uccidere.
...

"Bartolomeo Vanzetti, avete qualcosa da dire perché la sentenza di morte non sia pronunciata contro di voi?”
“Sì. Quel che ho da dire è che sono innocente, non soltanto del delitto di Braintree, ma anche di quello di Bridgewater. Che non soltanto sono innocente di questi due delitti, ma che in tutta la mia vita non ho mai rubato né ucciso né versato una goccia di sangue. Questo è ciò che voglio dire. E non è tutto. Non soltanto sono innocente di questi due delitti, non soltanto in tutta la mia vita non ho rubato né ucciso né versato una goccia di sangue, ma ho combattuto anzi tutta la vita, da quando ho avuto l'età della ragione, per eliminare il delitto dalla terra.
Queste due braccia sanno molto bene che non avevo bisogno di andare in mezzo alla strada a uccidere un uomo, per avere del denaro. Sono in grado di vivere, con le mie due braccia, e di vivere bene. Anzi, potrei vivere anche senza lavorare, senza mettere il mio braccio al servizio degli altri. Ho avuto molte possibilità di rendermi indipendente e di vivere una vita che di solito si pensa sia migliore che non guadagnarsi il pane col sudore della fronte.
Mio padre in Italia è in buone condizioni economiche. Potevo tornare in Italia ed egli mi avrebbe sempre accolto con gioia, a braccia aperte. Anche se fossi tornato senza un centesimo in tasca, mio padre avrebbe potuto occuparmi nella sua proprietà, non a faticare ma a commerciare, o a sovraintendere alla terra che possiede. Egli mi ha scritto molte lettere in questo senso, e altre me ne hanno scritte i parenti, lettere che sono in grado di produrre. […] Vorrei giungere perciò a un'altra conclusione, ed è questa: non soltanto non è stata provata la mia partecipazione alla rapina di Bridgewater, non soltanto non è stata provata la mia partecipazione alla rapina e agli omicidi di Braintree né è stato provato che io abbia mai rubato né ucciso né versato una goccia di sangue in tutta la mia vita; non soltanto ho lottato strenuamente contro ogni delitto, ma ho rifiutato io stesso i beni e le glorie della vita, i vantaggi di una buona posizione, perché considero ingiusto lo sfruttamento dell'uomo sull'uomo. Ho rifiutato di mettermi negli affari perché comprendo che essi sono una speculazione ai danni degli altri: non credo che questo sia giusto e perciò mi rifiuto di farlo.
Vorrei dire, dunque, che non soltanto sono innocente di tutte le accuse che mi sono state mosse, non soltanto non ho mai commesso un delitto nella mia vita - degli errori forse, ma non dei delitti - non soltanto ho combattuto tutta la vita per eliminare i delitti, i crimini che la legge ufficiale e la morale ufficiale condannano, ma anche il delitto che la morale ufficiale e la legge ufficiale ammettono e santificano: lo sfruttamento dell'uomo da parte dell'uomo. E se c'è una ragione per cui io sono qui imputato, se c'è una ragione per cui potete condannarmi in pochi minuti, ebbene, la ragione è questa e nessun'altra. […] È possibile che soltanto alcuni membri della giuria, soltanto due o tre uomini che condannerebbero la loro madre, se facesse comodo ai loro egoistici interessi o alla fortuna del loro mondo; è possibile che abbiano il diritto di emettere una condanna che il mondo, tutto il mondo, giudica una ingiustizia, una condanna che io so essere una ingiustizia? Se c'è qualcuno che può sapere se essa è giusta o ingiusta, siamo io e Nicola Sacco. Lei ci vede, giudice Thayer: sono sette anni che siamo chiusi in carcere. Ciò che abbiamo sofferto, in questi sette anni, nessuna lingua umana può dirlo, eppure - lei lo vede - davanti a lei non tremo - lei lo vede - la guardo dritto negli occhi, non arrossisco, non cambio colore, non mi vergogno e non ho paura. […] Questo è ciò che volevo dire. Non augurerei a un cane o a un serpente, alla più miserevole e sfortunata creatura della terra, ciò che ho avuto a soffrire per colpe che non ho commesso. Ma la mia convinzione è un'altra: che ho sofferto per colpe che ho effettivamente commesso. Sto soffrendo perché sono un radicale, e in effetti io sono un radicale; ho sofferto perché sono un italiano, e in effetti io sono un italiano; ho sofferto di più per la mia famiglia e per i miei cari che per me stesso; ma sono tanto convinto di essere nel giusto che se voi aveste il potere di ammazzarmi due volte, e per due volte io potessi rinascere, vivrei di nuovo per fare esattamente ciò che ho fatto finora.
Ho finito. Grazie.”

giovedì 15 dicembre 2011

United World Zombie! [ Punx Comic]

E' natale e poca voglia di scrivere. Leggo molto, possibilmente riviste americane [ motherjones, AP, The Spectator ], per avere una vera vision della deriva europea. Ma anche molta roba anatgosnista. Il "momdo" alternativo [ma, a cosa?] mi appare sempre piu naif, ma - cavolo!!! - diffondono sempre del materiale interessante.


continia qui: leggete e diffondete

sabato 10 dicembre 2011

Super Marx is back again!

Non capita spesso che su questo blog parli di comics, nonostante me lo fossi ripromesso; ma i temi della rivolta, del punk e dell’involuzione della società ( Wowowowo! Che tono drammatico Joe!) hanno preso il sopravvento. Però, e c’è sempre un però, una bella copertina ha colpito la mia attenzione su internet. Sto parlando del secondo numero di The Communist Manifesto Illustrated [qui] . Stavo navigando cercando qualche riferimento al movimento Red Wedge inglese degli anni ottanta e – attraverso quelle magie chiamate links che solo internet sa fornirci – mi ritrovo sulla home page dei tipi della Red Quill Books.
La mission di questo combo editoriale è veramente punk orientated: Consciousness Raising, ovvero "consapevolezza" e poi ecology, tutto il materiale è quasi tutto digitale ed il processo creativo riduce al minimo l’utilizzo della carta e per ultimo Community. Il lettore può anche diventare parte della diffusione e della produzione culturale/artistica.
Insomma siamo tornati ad una sorta di Hippy-Zone degli anni settanta, Tutti fanno tutto e si partecipa tutti al processo di produzione e diffusione. Un concetto così left che non potevano che essere loro a produrre il Manifesto del Partito Comunista a fumetti.
Just have a look
A spectre is haunting Europe - the spectre of communism. All the powers of old Europe have entered into a holy alliance to exorcise this spectre: Pope and Tsar, Metternich and Guizot, French Radicals and German police-spies..."

"Non sono mai stato comunista, forse quando avevo 15/16 anni, quando essere "ribelli" e di Sinistra era abbastanza normale, ma la crisi "economica" e degli interessi "economici" che sta attarversando l'intera Europa in questi ultimi mesi non potrà che non rilanciare derive sinsitroide, che - alla pari del radicalismo di destra - non saranno mai la soluzione al "problema". LA soluzione siamo sempre noi, individui coscenti prima, cittadini responsabile ed esigenti dopo. La Società, anche quella "economica" è a nostra disposizione e non vice-versa. E che caz** George Orwell non avrà scritto quel capolavoro della Fattoria degli Animali per nulla! People Got the Power!

Fuc* rappresentatives, fight by yourself!

venerdì 9 dicembre 2011

Europa, Europei e Italiani

Ci apprestiamo ad un weekend di sacrifici, una mese d’inferno ed anni di austerity. E perché…beh, ce l’ha chiesto l’Europa e il Prof .Monti è lì per questo. Personalmente ho sempre avuto dei dubbi sulla mission del Professore e dei professoroni. Avevo la sensazione che “certa” Europa ci chiedesse un profilo meno nazionalista e più europeggiante. Perché? Leggete questo scritto di un giornalista americano sulla crisi europea.
Who's Responsible For the Euromess?

Non mi sarei mai aspettato una cosa del genere dai nostri maggiori giornali, la cui indipendenza, mai come in questi giorni, è trasparente come la credibilità della Sig.ra Markel; ma almeno qualcuno che gridasse allo scandalo! Come scandalosi erano i Bunga Bunga del passato. Macchè,popoli viola ne guzzanti's. Va tutto bene ora! Tre ore di scipero e l'omo campa!
…che tristezza questo paese, culla dei diritti fondamentali e della civiltà rappresentatita, paese che ha conosciuto momenti di rara civilità, in mano a burocrati fedeli all’investitore ed a tutela dell’investimento, che non della società civile che ha affrontato dittature, resistenze e aspri conflitti sociali per consentire a tutti di essere un po’ più liberi!

Guardate questa tabella qua sotto. Secondo voi c'è grande differenza tra il 4.05% dell'Italia ed il 3.80 della Francia ed il 3.76 della virtuosa Germania?




E adesso "studiate" anche la tabella qua sotto. Quali sono le banche più esposte in questa fase in Europa? Vediamo se indovinate.

..a me sembrano quelle tedesche e francesi. Ma chi paga? Beh, noi italiani.

martedì 6 dicembre 2011

Mai stato alla Bocconi, ma ci sono passato davanti diverse volte!



…non ho studiato alla Bocconi, ma ci sono passato davanti diverse volte quando vivevo a Milano. Forse per questo mi è rimasta questa capacita manageriale “alta”. La "manovra" che dovranno pagare tutti gli italiani è pesantissima ed ingiusta, non iniqua. Solo ingiusta. La classe politica la prima responsabile ed il Prof.Monti avrebbe dovuto ricordarlo nell’addossare un po’ a tutti i costi della “sopravvivenza”. Ed invece? Non c’è nessuna traccia della più grande riforma etica immaginabile. La “Non è ciò che volevo, non ti pago”. Quando ognuno di noi và in pizzeria e ordina una Margherita e di contro gli portano una funghi non cotta, la prima cosa che diciamo è; "non è quello che ti avevo chiesto" e poi aggiungiamo senza esitare "non ti pago".
Mi aspettavo una dimensione del genere dal Governo Monti; Governo figlio della resa dell’attuale classe politica. Così non è accaduto e i cattivi pizzettai verranno comunqe pagati. E che cifre!
Si chiamano "rimborsi elettorali" ma si tratta del caro vecchio "finanziamento pubblico ai partiti" ed è l'unico provvedimento importante di taglio ai costi della politica a non essere entrato nella manovra varata da Mario Monti (e con una serena certezza non farà parte neanche delle prossime). Il compenso che i partiti ricevono per il voto di ogni potenziale elettore - circa 5 euro a testa - sono il vero taglio che il nuovo governo dovrebbe decidere per dare il buon esempio. Vitalizi e numero dei parlamentari, infatti, sono poca cosa rispetto a quanto ricevono i partiti (anche quelli che non entrano in parlamento), ad ogni tornata elettorale.
Per rendersi conto del peso dei rimborsi elettorali sulle casse dello Stato, basti pensare che - secondo quanto hanno riportato Rizzo e Stella nel libro La Casta - nel 2006 sono stati versati ai partiti 200milioni 819mila 044 euro: 200.819.044 euro, per dirla in cifre. Cresciuti nel 2007 di altri tre milioni di euro. E tra il 2006 e il 2010, secondo quanto riportato in Gazzetta Ufficiale, queste sono state le cifre attribuite ai partiti:
- L'Ulivo: € 16.038.257,19
- Forza Italia: € 12.343.500,77
- Alleanza Nazionale: € 6.327.567,26
- UDC: € 3.524.482,27
- Partito della Rifondazione Comunista: € 2.996.963,20
- Lega Nord: € 2.351.496,03
- La Rosa nel Pugno - Laici Socialisti Liberali Radicali: € 1.331.743,18
- Italia dei Valori - Lista Di Pietro: € 1.204.570,63
- Partito dei Comunisti Italiani: € 1.188.490,19
- Federazione dei Verdi: € 1.054.973,62
- Popolari UDEUR: € 717.949,29
- Sudtiroler Volkspartei: € 323.324,68
- Autonomie Liberté Democratie: € 80.831,17
- L'Unione: € 366.169,73
Partiti che in molti casi alle ultime elezioni non sono neanche entrati in Parlamento o che - addirittura - hanno solo cambiato nome, come è avvenuto per L'Unione o Alleanza Nazionale. Ma non è tutto: nel 2006, infatti, l'allora governo Berlusconi decise che "in caso di scioglimento della Camere l'erogazione del rimborso è comunque effettuata". Come dire: rimborsi si sommano ai rimborsi.
Tra tanti tagli, dunque, ne manca uno che avrebbe permesso di risparmiare fin da subito diverse centinaia di milioni di euro. Il dubbio però è che il Parlamento non l'avrebbe mai votato…però voteranno per il congelamento dell’incremento Istat per le pensioni di chi ha veramente LAVORATO!
…Napoli al tavolo quattro!
Ma hanno ordinato tre suppli? Si arrabbieranno!
E chi se ne fraga! Qualcuno pagherà!

sabato 3 dicembre 2011

BeppeGrillo and my Blog


ULTIMA ORA folks!!!

...sembra incredibile. Lo stesso giorno, più o meno alla stessa ora. io e Beppegrillo.it abbiamo avuto la stessa intuizione. O forse la stesso disagio, stà di fatto che il suo post (qui) di ieri è - nei contenuti, off course - "simile al mio".

Questo passaggio, Confidano nella scarsa memoria degli italiani e nei giornalisti genuflessi, ci rimanda al mio invito di ieri ad uscire dal silenzio.

...è l'ennesima conferma che si può arrivare alla stessa Agorà, passando per strade diverse.

Welcome on board Grillo...

What a fuc* Ma'?

...nè ruby-Rubacuori, ne Bindi, neanche le Guzzanti (tutte su Rei3), nè la Minetti...ovviamente niente Gabbanelli o Garfagna. Insomma non abbiamo bisogno di tutte 'ste donne televisive. Belle o brutte che siano, ormai si sono consegnate alla virtuale apparenza, rinuncaindo alla grinta ed all'eccitazione della vera battaglia!
Giulia da Bastardo è ancora il mio "modello". Con cinque sorelle, durante la guerra, nella fredda e rurale campagna umbra ha mandato avanti una fattoria e salvato soldati inglesi dalla mattanza nazista. Senza lustrini e "tessere" agita ancora il suo bastone "nell'aria" pronta a protestare per le cose che "non vanno". Question Authority! What a fuc* Ma'?
...vecchi d'età, ma "nuovi" nel coraggio e nella voglia di "cambiare"!
Real punk, Without any doubt!


Cercate in giro questo libro Cindirella's Big Score. E' possibile tramite Amazon. Ecco le donne con le quali vorrei "perdermi". Cercate Hellions anche della stessa Maria Raha.
One-two-three...mmm...

venerdì 2 dicembre 2011

Let's Talk Message#1

Sono giorni cupi. Un po’ tristi, ma anche preoccupanti. La realtà come l’abbiamo sempre conosciuta destinata a cambiare. Il quotidiano, che dovrebbe essere di gioia, sta cambiando in un diffuso malessere; i prossimi giorni saranno sempre più grigi. Paura e preoccupazione prendono sempre più il posto della speranza e dell’ottimismo. Ci stringiamo sempre più su quello che abbiamo e non ci esaltiamo per ciò che “cerchiamo”. I nostri desideri, diventati impossibili sogni.
Abbiamo così tanta paura di perdere quel poco che ci è rimasto, che rinunciamo anche ad immaginare possibilità migliori. Oramai un po’ tutti ci dicono che dobbiamo fare sacrifici, dobbiamo prepararci a momenti di ristrettezze e disagi. Lavorare di più, rinunciare a benefit economici, in pensione a settant’anni. Pagare più tasse, senza se e senza ma. Tutti zitti e mosca. I nostri organi d’informazione ( sempre foraggiati dai Governi) acconsentono a questo silenzio e nell’indifferenza generale supportano questo nuovo regime tecno-buro-euro-bancocratico.
I popoli viola, art.21, Guzzanti’s ( tanto loro sono su Rai3), Santorini’s e Berlunger-Zarina vivono in un complice torpore. La classe politica ha accettato di disimpegnarsi e – al di là di frequentare salotti televisivi e talk show – ha completamente rinunciato all’obbligo (dovere) di rappresentanza popolare. Sindascsati e Confindustria distratti. Le banche "non pervenute".
Silenzio.
Silenzio.
…e noi? Anzi per noi? Cosa rimane?
Bhè non lo so, ma almeno parliamone. Non accettiamo di essere dei semplici individui passivi che neanche il più allarmato Orwell su 1984 più avrebbe mai immaginato potessero esistere.
Loro non ne voglio parlare? Noi si!
Let’s talk!

giovedì 1 dicembre 2011

Punk, l'Ultima rivoluzione? Please, one more split!



Anche se un po’ in ritardo, giro questa “preziosa” informazione: I tipo della Ono arte contemporanea (vero e proprio concept store dedicato all'arte in tutte le sue forme) organizzano a Bologna la mostra/evento Punk, l’ultima rivoluzione. Non so se sia veramente l’ultima, ma almeno è ancora in atto! One-two-three…gabba. Gabba, hey! Fuc* **f!
I protagonisti dell’esposizione sono quattro: un negozio in 430 King’s Road, Margaret Thatcher, il Giubileo datato 1977 della Regina Elisabetta e i Sex Pistols. Essi illustrano non solo la scena musicale Punk ma anche tutta la rivoluzione socio-culturale nata da ed intorno ad essa in soli tre anni, dal ’77 al ’80. Saranno infatti i protagonisti dell’epoca il fulcro centrale della mostra, il vero tema portante, condividendo con noi i loro racconti e le loro testimonianze.
La prima sezione è partita dal negozio di Malcom McLaren e Vivienne Westwood al 430 di King’s Road, che dopo vari cambiamenti di nomi divenne SEX. Dal 1977 si trasforma nella culla del movimento Punk, coinvolgendo creativi, grafici, artisti e musicisti. Ed è sempre qui che si formano i Sex Pistols, il gruppo creato da McLaren e Steve Jones (chitarrista) con a capo Johnny Rotten (alias John Lydon), Paul Cook (batterista) e Glen Matlock (bassista), sostituito nel 1977 da Sid Vicious, nonostante le sue limitate capacità di musicista. I Sex Pistols non durarono molto, i veri motivi dello scioglimento sono ancora oggi ignoti, a parte la morte di Sid Vicious per overdose, è ancora molta la confusione anche su chi manipolasse chi e su quali fossero le dinamiche che hanno spinto il movimento al di là della propria reale portata e dimensione, facendone un fenomeno mondiale che nasce e muore schiantandosi su se stesso in pochi mesi.




mercoledì 30 novembre 2011

The Technocrats' Coup

Ci risiamo! Bisogna andare un po’ in giro per il mondo per rendersi conto di cosa stia veramente accadendo in questi turbolenti giorni. Affidarsi alla stampa ed ai media italiani è da stupidi ed incoscienti. Come i Somari di Collodi, sono ancora nella fase post-sbornia del post-Belusconi. Si sveglieranno? E chi lo sa. Ma intanto ci stanno mangiando in testa e loro sono “contenti”. Sono dei somari, cosa possiamo aspettarci!
Mi trovavo a Dublino e ho partecipato, più per caso che per convinzione, ad una manifestazione organizzata dagli Irish Unions contro l’invadenza delle Banche nelle politiche sociali del paese. Molti giovani protestavano sostanzialmente perché non volevano che le banche, responsabili secondo loro [ ma non solo secondo loro] dell’uccisione della Celtic Tiger orientassero le politiche del paese, e tra i tanti slogan uno mi ha colpito: we are not Italy!
Parlando con dei manifestanti, appena ho detto loro di essere italiano, mi hanno subito manifestato la loro solidarietà e invitati a farmi capire cosa sapessero del nostro paese, beh…la risposta fù illuminate. Provo a sintetizzarla così. Dopo quello che è successo in Egitto, Tunisia e Libia, dove migliaia di giovani hanno combattuto per allontanare i burocrati figli dei regimi per una maggiore rappresentanza popolare, in Italia ed in Grecia e – a sentire “loro”, tra poco anche in Spagna -, i paesi padri della civiltà moderna, si sta rinunciando a tutto questo per preservare gli interessi degli “investitori” e dei “mercati”? Ma siete matti? Vi affidate ad dei gerarco-tecnici?
Concetto semplice, ma illuminate. Abbiamo una classe politica che si è arresa alle Banche e che, in maniera del tutto indecente, si prepara a supportare un massacro della nostra Società Civile nell’interesse della BCE.
Sarò populista, magari anche un po’ incompetente – certo che se i competenti erano i grandi soloni dell’economia mondiale, tutti ancora lì, allora è tutto da ridiscutere -, e forse un po’ folle, ma credo che tutti dovrebbero opporsi con forza a quanto avvenuto da noi, nella civile Italia.
Com’è possibile rinunciare al mandato popolare nell’interesse delle persone, per un mandato tecno-economico nell’interesse degli “investitori”? Il mercato, come le Banche, come le richezze che custodiscono, sono e devono essere a disposizione della Società Civile e non vive-versa. Una società Civile a disposizione dei capitali non genera una nuova forma di schiavitù? Lavorare di più, pagati di meno, con garanzie ridotte all’osso per “guadagnarci la fiducia dei mercati”? What a fuck”
..e c’è chi mi domanda ancora coma faccia ad essere punk! It is what they want! Make me upset!
Ovviamente, come detto sopra, i Media di mezzo mondo sono molto preoccupati per questa deriva negazionista della rappresentanza civile, ma da noi Repubblica e il Corriere della Sera sono molo contenti.
Che ve devo dì…per chi parla un po’ l’inglese leggete questo articolo trato da The Spectator. Vi fate un idea diversa e più intelligente delle sciochezze dei nostri giornali ( pagati comunqe da qualsiasi Governo in charge!)
‘Technocrats?’ said my husband, turning his face from the television and the latest news from Italy, looking at me for a change, and putting his whisky glass down in puzzlement. ‘Aren’t those the chaps who helped Franco out?’

martedì 29 novembre 2011

Iconografia Anarchica#1



"Grafica Nera è un progetto artistico di ispirazione anarchica e anti-autoritaria, il nostro obbiettivo è arricchire la diffusione cartacea e digitale del pensiero libertario realizzando grafiche di nostra iniziativa e anche su proposta di attivist*. Le nostre produzioni spaziano tra opuscoli, flyer, poster, manualetti, loghi, copertine per dischi e libri, vignette satiriche, fumetti, immagini per serigrafie, piccole animazioni digitali e tante altre cose… Crediamo nella forza comunicativa dell’immagine e intendiamo servirci di questa potenzialità per fare il solletico alla gente rassegnata a questo mondo senza armonia e a corto di gioia. In poche parole, vogliamo spargere iconoclastia con le nostre icone".
Graficanera è un ottimo blog curato da chi nessuno sa chi sia e rimane un fantasma del variagato modo della alternative-graphics. Nel sito ci sono alcuni dei lavori grafici di questo misterioso personaggio, ma anche poster, flyer e opuscoli da lui appositamente tradotti ed illustrati, come quello, davvero interessante e soprattutto attuale, su anarchia e alcool ("...per un mondo di incanto, o di anarcoolismo?...”). Il nostro mister x è molto disponibile e collaborativo, ma anche decisamente bravo, quindi non abbiate riserve a contattarlo per qualsiasi progetto di attivismo civile.
E mi raccomando rispettate la no-copyright philosofy che c’è dietro questo patrimonio di imamgini!

mercoledì 23 novembre 2011

Party's over...EU go back!

Dopo un lungo silenzio si ritorna alla batteria. Per fare un po’ di casino, ma per un po’ saremo di nuovo silenti. Il blog si sta aggiornando, e – seguendo l’evoluzione dell’host – anche migliorando la capacità di essere non solo un contenitore di idee ( per ora le mie, ma in futuro, chissa…), ma anche un service per tutti coloro che, immagino come me, provino un forte disagio per questa imperializzazione europeista del nostro paese latino.
Dopo il post-Berlusconi’s party, ci sveglieremo tutti un pò somari. Così come Lucignolo e Pinocchio non erano consapevoli di chi, e del perché, c’era tanta generosità e disponibilità [edonistica] nei loro confronti, anche molti di coloro che festeggiavano la notte dell’addio di Berlusconi un giorno capiranno che il “siamo nel baratro” di 10 giorni fa di una allarmatissima Marcegaglia, ora più serena e tranquilla, era funzionale a qualcuno. Chi?
Un Governo, anche se tecnico, che nasce con l'intenzione di "rasserenare i mercati e gli invnestitori" la dice lunga sul suo core-bussiness. Mercati, non civiltà. Soldi, non società. What a shame!
Mi piace la copertina dell’ultimo numero di MotherJones, dove uno Zio Sam ( e tutti i principi e valori amerikani che da sempre l’icona Uncle Sam rappresenta nel mondo) viene affogato in una misera vasca ( diritti?) da burocrati in nero (Commissione europea?).
Take care my friends!

mercoledì 28 settembre 2011

...ultimo reato? E la mela di Eva? chi l'ha rubata?



Che noia! In giro un po’ qua e un po’ là per tornare in Italia e ritrovarci con la stessa ossessione di sempre. Berlusconi! Ormai Berlusconi è una parola che trascende l’individuo, ha raggiunto un valore, per alcuni mistico, per altri l’incarnazione del male. Un paese berlusconizzato e meno di un paese sotto il giogo fascista o Comunista; è un paese che non ha più un popolo, ma una proiezione di un individuo, con tutti i suoi valori, sul popolo stesso. 1984 al confronto è nulla. Il Grande fratello è un concetto assoluto, che, benché amministrato da individui, andava oltre una visione individuale. La Società civile si permeava su un pensiero assolutista ( Secondo Orwell il Comunismo) e i gerarchi ne custodivano il valore. Ma il berlusconismo è niente. E’ il niente assoluto. L’assenza di un qualsiasi pensiero sociale che sappia sconfiggere questa visione becera e minima della nostra Società.

Che va detto per inciso NON è così.
Un recente post di Beppegrillo.it sembra convergere su un mio vecchio pensiero. Meglio tardi che mai. Ovvero che il Berlusconismo serve, in primis, a chi da questo fenomeno ne trae vantaggio. Quei bigotti di Repubblica per primi; dalla libertà sessuale al silicio. Poverini, ridotti a vivere la sessualità degli altri…bah, poi i Travagli ( quanti libri e programmi televisivi), poi i guzzanti-3-guzzanti, il Popolo Viola, MicroMega, La7 ( che tristezza l’intervista della Gruber a Scalfari, mancava solo che le portasse il tè con le orecchie), ma mille altri…DiPietroEstate, il stòalcentroseilcentrosispostaadestramasevaasinistrailcentroèmenocentrico ( indovinate di chi parlo?). Insomma il berlusconismo è alimentato NON dai finti liberali della destra, sempre più conservatrice e meno liberista, ma dagli anti, poiché il giorno che Berlusconi non sarà presente più nella scena pubblica…di cosa parleranno? E ovviamente da cosa sarà illuminata la loro vis polemica?
Che noia e che tristezza!
PS. Non è vero, come dicono i tipi di Repubblica che è l’ultimo reato che gli mancava. C’è ancora l’omicidio di Cristo, la Corruzione di Ponzio Pilato, il furto della salma del figlio di Dio, la mancata fatturazione all’ultima cena…ai voglia quanti en sono rimasti…ma, non ditelo al Direttore di Repubblica, se no…
Wake up boys!

martedì 13 settembre 2011

11 settembre+2=memoria corta!



Undici settembre, più due. Solo per “riparlare” di una ricorrenza importante per il nostro [moderno] mondo alla luce delle celebrazioni post-evento. Poco male. Nelle ultime 48 ore saranno state scritte biliardi di parole e le televisioni avranno mostrato le stesse immagini ( ormai anch’esse globali) per centinaia di ore! Dal Gabon, all’Estonia per pochi minuti ci siamo sentiti ( come si usa dire) Americani. Anche qui, poco male.
Già oggi però, tutto questo appartiene al passato, e sono trascorse solo pochissime ore! Un evento globale, un momento così drammatico, una pietra angolare della storia della nostra società moderna che si è consumata in una manciata di ore! Dallo speciale di Porta a Porta, agli applausi a Bush, passando per i soliti “complottasti”, la nostra americanità è già volata via. E si ritorna Italiani, ovvero micro-Italiani, soggetti da una visione così limitata da esaltarci o deprimere ( dipende dal nostro punto di vista!) da una visione da “buco della serratura” dei comportamenti dei nostri (?) Leaders.
Vorrei che anche oggi, ma anche per la prossima settimana. E perché no, per sempre! Si possa essere non americani, ma italiani. Immaginare, in un momento come questo, dove le identità nazionali sono sotto pressione – e non solo da interessi economici -, ma anche dagli stessi cittadini che si sentono disorientati di fronte un nemico invisibile come “lo speculatore”, di vivere un po’ sana italianità, non solo non sarebbe male, ma anche "salutare".
…ma resta un illusione! Dopo 48 ore il circo italico rimete in scena i soliti “numeri”: il domatore imbolsito contro il leone spelacchiato, le ballerine vecchie, gli "audaci" trapezisti da 55 cm…e ovviamente i pagliacci! Tanti, variopinti, Liber-Bozo, Comunst-Clown, Catt-pagliaccio e altri.
…ancora una volta l’esortazione è per i giovani! Uscite dal Circo! Non è questione “meglio questo” o “peggio quello”, ma è il Circo che è alla fine e se non abbandonate, lo spettacolo andrà avanti, aimè, all’infinito!
Rise up my boys!
PS. Ho cercato on-line un immagine identificativa del nostro paese, sul modello di quella usata per questo post (yankee), ma è incredibile – e non mi sorprendo -, l’immagine più “identificativa” del nostro essere è pulcinella! Servo di due padroni!

martedì 6 settembre 2011

Tre Kennedy e un Pettini, what else we may need?



Questi sono giorni di particolare tensione un po’ ovunque nel mondo. L’area del mediterraneo insegue improbabili libertà e non riesce a scovare uno-dei-tanti dittatori in fuga nel deserto. Quando ci esaltiamo perché riusciamo a scovare il “cattivo” in un bunker di Berlino, piuttosto che nascosto in una buca vicino Bagdad; oppure in pieno relax tra video porno e mistiche preghiere nel cuore del medio oriente, non ci domandiamo com’è possibile che non hanno nome gli “speculatori” che attentano al nostro quotidiano, così come lo conosciamo.
C’è qualcosa che non quadra! Poi quando vedo che a raccomandarci più austerità sono gli stessi individui che in Europa ci spingevano a crescere (attraverso i consumi!)…beh! C’è davvero qualcosa che non va!
Tutto il mondo produttivo conosce il sistema “di-produzione” del mondo cinesizzato; ovvero un mondo che ha sempre privilegiato l’economia del fatturato rispetto agli standard minimi di garanzia del lavoratore. Magnati e grandi-e-illuminati industriali italiani si stupiscono ora di questa crisi dei mercati e del fatto che il drago cinese abbia comprato molto del nostro del debito pubblico!
E’ un po’ come preoccuparsi della crescita del leone domestico e del fatto che ora abbia fame e “attenta” ai nostri figli, dopo averlo cresciuto a pane e bistecche!
Ma non è questo l’aspetto più sconfortante, ma piuttosto – e ancora una volta! – c’è qualcuno che si propone come risolutore del problema. Dei Montezemolo e Profumo credo sia stato scritto abbastanza. Dell’inerzia della nostra classe politica non c’è bisogno di scrivere nulla. Così come degli istituti di garanzia che la società civile ci fornisce: la stampa (prezzolata) i sindacati (politicizzati), l’associazionismo ( fine a se stesso!)…che dire di certi intellettuali “liberi”…bah! No more Guzzanti please!
…però, già c’è un però!
Dobbiamo ricominciare ad affidarci alle nostre convinzioni, alla capacità che da sempre la società civile sa manifestare. Cosa intendo? Semplice. Anche se non amo Beppe Grillo, dobbiamo ripartire dalle 350.000 firme raccolte dal Grillo. In qualche modo qualcuno è stato capace – ancora una volta – di raccogliere l’impegno di ognuno di noi e “strutturato”! Ora la forze della contro-parte è che anche essa è strutturata e ha nella sua genia la capacità di contrapporsi. Infatti il Movimento “5 stelle” diventa partito e si perde nel mare delle percentuali. Però…come detto, c’è un però, le trecentocinquantamila firme sono lì. Noi siamo li e se solo riuscissimo a trovare un leader verso il quale guardare, ancora una volta, potremmo ritornare a essere anche più numerosi.
Destrutturarsi è la parola chiave: di fronte ad una società globale che ha costruito una propria identità su termini come network, globale, mercato comune, moneta unica, la capacità di ritornare individui, di relazionarci con il nostro prossimo più immediato, con una realtà territoriale circoscritta ad un chilometro è – secondo me la strada maestra -, come si diceva negli anni settanta think globally, act locally!
…mi sembra un discorso di chi stà per scendere in campo!
Cordero! Profumo!...e tutti voi! 'mo so caz**!!

martedì 30 agosto 2011

Am I punk...or not? Boh? Ma che caz** di domanda!

Me lo chiedono in molti. Alcuni con il sorriso ( a prendere per il cu**), altri un po’ prevenuti (penseranno “che atteggione”!), ma la domanda è sempre la stessa. Ma come fai a “essere” punk!? Beh, primo punto: non si “è” punk, ma ci si “sente” punk. Non è più un approccio esteriore, ma un modo di percepire la vita. Il secondo aspetto, come per l’amore, non si sceglie di essere innamorati, ma quando l’amore arriva…arriva. E così per me il punk! Non ho scelto di essere un rebel – anzi, credo di non esserlo proprio -, ma quando a tredici anni ho venduto di nascosto di mio padre ( sorry Mimmo!) e con la complicità di mio fratello, l’intera collezione degli Eureka della Corno Edizioni, per comprare due 45 giri ( si chiamavano così allora) di due gruppi “strani”, Sex Pistols e Ramones…beh l’amore germogliò e non ci capii più un caz**!
Da allora il Question Authority e Do It Yourself una costante del mio pensiero. Ho imparato che credere in qualcosa sia la motivazione principale ( commitment) e impegnarsi per quello che più ci stà a cuore è importante. Per questo lavoro per un organizzazione mondiale umanitaria, mi occupo di famiglie di “sfigati” e condisco il mio lavoro con il salutare sale del punk.
A molti di voi sigle tipo SST e Alternative Tentacles dicono poco, dei CRASS ne ho parlato abbastanza, FRANTI e Blu Bus, Negu Gorriak e indipendentismo basco…e altro ancora, ma c’era – e c’è ancora! – tutto un sottobosco che per scelta non ha voglia di emergere. Rimane la passione per il piacere che si prova a scrollarsi di dosso la “scimmia” dell’ipocrisia e la vera retorica.
Sentirsi Liberi, senza l’obbligo di dover “ribellarsi” a qualcosa!
La vera rivolta è sempre più silenziosa e gira attorno ai bei gesti d’amore e non di violenza. Il tempo delle guance bucate dalle spille da balia è lontano. Ora i capelli sono più bianchi, ci siamo impesantiti, il giacchetto di pelle ancora nell’armadio, ma sempre più “solo”…ora è tempo di pensare. Usare la nostra testa e senza seguire finti rebels…fuck Grillo! Fuck Guzzanti’s ( tutti e tra a lavorarein tv e nessuno alla cassa di un super merket…come decine di voi! )…Fuck Santorini& Travagli…tutti i giorni in Tv a sentirsi censurati! Fuck all’em!
Massimo rispetto per Mao Hengfeng, per Ali Ferzat, le madri dei Desaparecidos argentini, ancora in attesa di conoscere il destino dei propri figli, per Liu Xiaobo e per tutti coloro che non hanno un “ricco” contratto televisivo e padrini politici ai quali affidare la propria sofferenza.
Are U free, really Free?
PS. Questo post è dedicato a Exene Cervenka, che benchè colpita dalla sclerosi multipla è ancora in tour e supportata dai sui amici della comunità punk ( ecco cosa siamo, una comunità!) e ci canta ancora di love and life…”Punk is inside, like soul music, not what you wear or going around a big circle!” Giusto Exene!
Love and respect!

mercoledì 24 agosto 2011

32 pagine e 40 gradi. Roma brucia!




Estate calda, crisi economica, cazzate a go-go! Non ho voglia di scrivere nulla, ma leggo tanto. Cose interessanti, altre meno...vabbè è estate.
Però questo pamphlet di Raoul Vaneigem mi sembra, seppur semplicistico nella forma e nella lirica ( forse rasenta un banale "ribellismo") un'interessante spunto per immaginarci un nostro personale impegno in un futuro, se non migliore, almeno diverso in termini di commitment.

Non ho mai disperato della rivoluzione fondata sull’autogestione in quanto rivoluzione della vita quotidiana.
Ora meno che mai.
Sono convinto che, oltrepassando le barricate della resistenza e dell’autodifesa, le forze vive del mondo intero si stanno svegliando da un lungo sonno. La loro offensiva, irresistibile e pacifica, spazzerà via tutti gli ostacoli alzati contro l’immenso desiderio di vivere nutrito da quanti, innumerevoli, nascono e rinascono ogni giorno.
Stiamo per inaugurare il tempo in cui l’uomo assumerà il suo destino di pensatore e di creatore diventando quel che non è mai stato: un essere umano a parte intera.
Non domando l’impossibile. Non sollecito nulla. Non mi preoccupo minimamente né di speranza né di disperazione.
Desidero soltanto vedere concretizzata nelle vostre mani e in quelle delle popolazioni della terra intera un’Internazionale del genere umano che seppellirà nel passato la civiltà mercantile oggi moribonda e il partito della morte che registra i suoi ultimi sussulti.


[Tratto da Lo stato non è più niente, sta anoi essere tutto. Edizioni Nautilus ]


Utili link/:/



lunedì 22 agosto 2011

Francia e Spagna purche se magna? [ Blues for an italian #1]



Se dovesse scendere un marziano sul nostro pianeta e rileggere la nostra storia di questi ultimi cinque anni, ovvero pre-crisi e post-crisi, rimarrebbe, come minimo, basito. La classe dirigente mondiale in charge prima del collasso della borsa americana, come conseguenza della vendita scellerata e senza controllo dei “famosi” mutui sub-prime, è ancora in sella. I “soloni” dell’alta finanza, giornalisti prezzolati dalle stesse industrie, esperti del settori “contesi” da televisioni e radio…beh, ancora in sella e ci dicono cosa dobbiamo o non dobbiamo fare. E’ incredibile, ma è così!
Ovviamente in Italia la situazione è ancora più stagnante. Il nostro paese si stà contraddistinguendo come tra i più immobili; durante il boom pre-crisi eravamo criticati perché non ci sviluppavamo abbastanza, ora – in fase di totale recessione – il nostro immobilismo sembra essere l’unica zavorra di salvezza. Insomma, senza infamia e senza lode!
Francia e Spagna purché se’ magna?
…forse, quest’attitudine potrà salvarci economicamente, ma si sta creando una generazione di “nuovi mostri”. Ovvero soggetti politico/istituzionali che fanno della banalità la forma di dialogo più consona a questa generazione. Degli esempi? Basta uno, ma cicciotto: leggete le notizie plus di questi giorni. Al meeting di Comunione e Liberazione il nostro Presidente della Repubblica ci ricorda come sia da “da vent'anni che è, sempre di più, rallentata la crescita della nostra economia ; è da vent'anni che si è invertita la tendenza al miglioramento di alcuni fondamentali indicatori sociali ; è da vent'anni che al di là di temporanee riduzioni del rapporto tra deficit e prodotto lordo, non siamo riusciti ad avviare un deciso abbattimento del nostro debito pubblico ” e ha aggiunto in modo pragmatico come “La crescita è rallentata fino a ristagnare, la competitività della nostra economia, in un mondo globalizzato e radicalmente trasformato nei suoi equilibri, ha particolarmente sofferto del calo o ristagno della produttività”. Intervento semplice, ma coraggioso.
Però avrebbe dovuto entrare ( con un po’ di coraggio ) nel merito del concetto dei “vent’anni”. Chi c’era vent’anni fa? Ed ora? Chi c’è? Tutti condividono questo intervento, ma a modo loro l’attuale dirigenza ventennale si autoassolve. Chi sarà stato mai questo tapino e incompetente travet dell’azienda Italia che ha fatto tutto ‘sto casino da solo? Non si sa, né mai lo sapremo, però dobbiamo stare tutti tranquilli, si stanno candidando a risolvere i nostri problemi personaggi che vent’anni fa facevano altre cose.
Montezemolo è in rampa di lancio. Se non lui chi altro.
…bah! Quasi trent’anni fa i Sex Pistols lanciarono un hit ( che poi hit non fu proprio!) dal titolo No one is innocent! Nessuno è innocente! Credo che questa sia la nostra triste realta. Chi ha più di quarant’anni (me compreso) è stato in qualche modo complice in questo sistema che ha generato furbetti e smidollati. Non è bastato, né basta semplicemente dissentire.

Piove Governo ladro!...è tutto un magna-magna!
E’ un cambio di mentalità generazionale che dobbiamo auspicarci tutti. Ma non banale come un banale anti-berlusconismo di serie B che genera movimenti noisi e filo-sistem come “Popolo viola”, “Art.21”, “se non ora ma quando”…e Guzzanti ( tutti e tre, perché uno ci bastava!) e Santorini (straricchi!)…ma qualcosa di nuovo che contempli anche il calcio in culo come forma di “sanzione”.
…magari io sarò uno dei primi a riceverli, però un paio sono sicuro posso tirarli anche io!!

mercoledì 17 agosto 2011

Noia, estate e Anarchia

In questa estate stà succedendo di tutto. Sopratutto, stà succdendo qualcosa...di serio. Il sistema, così come lo conosciamo noi è in costante, anche ancora leggero, cambiamento. Nel '77 cantavamo a squarciagola London's burning...e solo pochi giorni fà il network mondiale ci rimandava ad una londra in fiamme...sarà così anche in Spagna ( tra non molto ) ed - ma in tempi più lunghi - anche in Italia. La Francia ha già dato, e l'intero mediterraneo è in fiamme...come dicono i fratelli anarchici, tutto deve essere distrutto per ricominciare.
Beh, non sono d'accordo, ma resto un romantico anarchico, punk orientated e liberal-minded...

...so what?

[ da Rivista Anarchica #364, per approfondire (**)]

La specie umana appare sempre più priva di sentimenti di solidarietà fra i suoi componenti, come pure di compassione e comprensione per gli altri esseri viventi. È un’umanità che sembra disumanizzarsi progressivamente. Noi, che abbiamo compassione di noi stessi per questa abissale decadenza, sentiamo l’impellente necessità di riappropriarci di un profondo spirito umanitario, per reimpostare una nuova qualità dello stare insieme, per essere parte del mondo nel mondo e per tendere ad essere parte integrata ed elemento dinamico di interventi creativi nei contesti in cui operiamo.
C’è bisogno di una nuova collocazione dell’uomo nel pianeta e nell’universo, una vera e propria radicale ri/collocazione culturale, per diventare consapevoli di essere parte dello status dinamico della terra che ci ospita. È l’affermazione del bisogno di un nuovo umanesimo, antitetico all’umanesimo tradizionale che, completamente immerso in una visione antropocentrica, colloca l’uomo al centro di tutto.
È sempre più impellente il bisogno di un’umanità finalmente aperta e disponibile all’incontro col mondo, al contrario di come ha sempre fatto e continua a fare incitata da un’antropologia il cui fondamento culturale è sempre stato l’appropriazione dell’altro da sé, per dominarlo e sottometterlo ai propri bisogni e alla propria volontà. L’antropocentrismo ancora trionfante è un paradigma ormai usurato e vecchio, che ci si sta riversando addosso perché non funziona più. Se, in piena coerenza coi bisogni e le finalità da perseguire, si sapesse accogliere la nuova consapevolezza, indispensabile per un cambiamento necessario, non potrebbe che avere caratteristiche che collimano coi valori e le proposte fondanti dell’anarchismo.

Continua su Rivista Anarchica#364

martedì 26 luglio 2011

Ancora Bolo'bolo, altro che bunga-bunga!

Bolo'bolo racconta di un'utopia, ma non è utopico, anzi. Propone una accattivante alternativa al capitalismo e ad una vita dominata dall'economia, presentando una serie di esperienze, di progetti di sovversione e soprattutto di costruzione, di nuovi percorsi, non attuabili con la politica e che non si basano su una teoria particolare, ma che si possono sviluppare solo con la contemporanea paralisi ed eliminazione del controllo della macchina-lavoro planetaria, la rappresentazione del dominio della merce e del lavoro. Il titolo si riferisce al bolo che è una comunità autonoma corrispondente alla unità antropologica di una tribù (300-500 individui), che è immaginata come l'unità sociale di base di una società ecologicamente sostenibile. Un massimo di cinquecento persone è un numero interessante, che si replica nella cultura umana come uno sciame di api in un alveare, è la dimensione di un villaggio, di una tribù, di una scuola ed è abbastanza piccolo da permettere a tutti di avere familiarità l'uno con l'altro. Il libro descrive un piano dettagliato per la trasformazione del mondo così come lo conosciamo, attraverso la riconfigurazione dell'organizzazione sociale in micro-unità che costituiscono la base materiale per la sopravvivenza degli individui associati e che sono caratterizzate ognuna da una propria peculiare cultura. Il nucleo di un bolo è la sua cultura interna, ed ogni bolo ne può avere una propria senza restrizioni, autoritarie o libertarie, formali o creative.
La parola bolo fa parte della lingua immaginaria del romanzo, l'asa'pili, che è composta da trenta parole che rappresentano i bisogni primari in tutti i bolo ed è quindi funzionale a permettere una comunicazione universale di base. P.M. nel libro dà una serie di linee guida per vivere nei bolo, chiamato sila in asa'pili, che non è tanto un insieme di norme ma una sorta di guida per navigare in un mondo senza soldi da dare e da prendere e senza polizia da evitare o su cui contare.
P.M. suggerisce che bolo'bolo inizia in quegli interstizi della macchina-lavoro planetaria che ancora sono basati sullo scambio volontario ed in cui operano individui interessati ad inserire sabbia negli ingranaggi della macchina, come la guardia che lascia di nascosto aperta la porta di una casa incustodita in modo che squatter amici possono occuparla, le persone che si fanno le vacanze e si costruiscono casa in luoghi lontani e sconosciuti e amano sperimentare la vera cultura dei luoghi piuttosto che i paesi con la facciata da Disneyland oppure i managers che spifferano ai reporters abominevoli segreti industriali...


[ testo preso dalla rete, free copyright]



lunedì 25 luglio 2011

27 e tutti vivi ( se non tutti, molti!)

In questi giorni si parla ( in modo un pò macabro!) del club dei 27, ovvero le pop-star che muoiono all'età di 27 anni, così come per la povera Amy Winehouse Detto che ci sono anche molti pop/punk/jazz/country e chi-ve-pare artisti che superano il club dei 27, cioè che campano più de'ventisette anni, in giro per la rete ho trovato questo bel sito...[*] have a look and enjoy!

Today is the 3-rd of July, a day when we may or may not remember Brian Jones of the Rolling Stones (R.I.P.). He was the first of the 27 Club… This club includes musicians who died at the age 27. He is considered to be the first influential musician who died at 27 (others may say Robert Johnson was the first one and I tend to agree with this). Morbid as it may be, this post is a rare treat, there are two members of the 27 Club playing for your pleasure: Brian Johnson and Jimi Hendrix, in 1968. I think this is one of the most interesing jam sessions I have ever heard, I believe it's going to melt your brains. Brian and Jimi composed a song, called My Little One and recorded together at Olympic Studios in London with Jimi's mates Chas Chandler and Eddie Kramer.
Please ejnoy without moderation.

Un pò anarchico, ma così poco artista!



Navigando un po’ nella rete usando come parole chiave “anarchia”, “arte”, “creatività” , ed anche in inglese, of course, mi sono imbattuto in una miriade di siti che benché non proprio anarchici, trovano nella qualità dell’idea la fonte d’ispirazione per il loro attivismo concreto ( libri, CD, pamphlet, poster a tant’altro). E tra questi uno in particolare mi ha incuriosito [ eccolo qui!]
L'anarchismo è fondato sul rispetto per la natura individuale. L'anarchismo è la linfa vitale della quale si nutre fisicamente l'individuo, ma anche politicamente, spiritualmente, mentalmente, e ne trova giovamento anche una sorta di creatività disincantata; ovvero non schiava del successo, ma vogliosa dell’eccesso. L'unico modo per l'anarchico di [ri]scoprire la sua identità è quello di sperimentare e di distinguere il suo proprio IO individualista all'interno del resto della società. E l’attrazione è la libertà finale, l’affrancarsi da ogni forma di condizionamento artistico/creativo basato su una qualsiasi forma di “consenso”. Sia di critica, che commerciale, che – non ultimo, e anzi molto pericoloso – quello degli intellettuali ruffiani e opportunistici, il consenso è l’elemento di verifica dal quale fuggire, e – di contro – esaltarsi nel disprezzo, nella derisione, nella non-comprensione, che non può non generare disprezzo, che l’anarchico si gratifica nel lavoro.
Certo, mentre mi è facile identificare nei giorni nostri soggetti liberi, dai CRASS alla nostrana Stella*nera, passando per le AK edizioni e le centinaia di blog attivisti presenti nella rete, più complesso è girarsi verso il passato e scansionare i comportanti di quegli artisti che in qualche modo si sono identificati, o forse più semplicemente riconosciuti, come anarchici
Come detto prima la rete ci fa un po’ giocare e vi lascio con questo link [ _ ] , anche se mi diverte pensare che il mio primo post fù dedicato ad un altro anarchico doc, come il vino.
In un mio lontano (nel tempo) viaggio in Inghilterra, erano gli anni ‘ottanta, mi imbattei in uno dei rari [allora] anarchic centre ed incontrai vecchi freack che avevano cambiato pelle, si erano anarchicizzati, domandai allora come fosse compatibile un’evoluzione così radicale. Cioè dell’attivismo degli anni ‘sessanta, al nichilismo proto-anarco-punk di quegli anni. E la risposta, forse involontaria, è ancora illuminante…mi disse be anarchic means don’t waste your time looking behind you, just keep going forward!
…più o meno…sempre avanti! Non so se il Buddah dimorò nei capelli pieni di forfora di quel freack, ma il messaggio mi apparve illuminante…e, hai visto mai, funzionasse ancora?
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