venerdì 18 maggio 2012

Torna il Rock'80

Ristampata per la prima volta in vinile, la storica raccolta della Cramps (1980), la prima compilation di punk italiano! Ideato per raccogliere i 45 giri della serie omonima, Rock’80 è un album storico! Sul primo lato, il funk demente degli ineguagliabili SKIANTOS (con la celebre “Fagioli”) e poi dei WINDOPEN (“Sei in banana dura”), fino agli hard-rockers TAKE FOUR DOSES. Con rispettivi retri dei quarantacinqueggiri. Su questi solchi vengono raccolti 4 dei migliori 45 giri punk italici!! Almeno punk orientated!
Con le micidiali “Basta Basta” e “La rapina” dei KAOS ROCK, “Orrore” e “Sono cattiva” delle leggendarie KANDEGGINA GANG, il nostro primo punk ensemble al femminile (con una giovanissima JoSquillo alla voce),per finire con i singoli dei grandissimi X-RATED e DIRTY ACTIONS.
Nella innersleeve interna, oltre ai testi, per la prima volta vengono riprodotte le copertine dei 45 giri originali a colori!
Anche se con l’arrivo degli anni ottanta il punk italiano esploderà in qualcosa di più consistente e politicamente lacerante, questa ristampa resta semplicemente…imperdibile!!!
Cercatela in giro, produzione Hate!

giovedì 17 maggio 2012

Saviano querela! giovani Bresci crescono e il Pane è sempre lo stesso.

Nulla di nuovo sotto il sole. Sono, ribadisco, questi giorni tristi, dove l’interesse di poche famiglie (proprietarie di gruppi bancari) è superiore alla qualità della vita quotidiana di quei cittadini [tutti!] che stanno soffrendo in condizioni di disagio per…garantire quest’interessi. Complesso? Non credo. Se rileggete un po’ la nostra storia, l’atmosfera sembra quella della rivolta delpane di Milano. Erano altri tempi, ma il pane è lo stesso.
I libri di storia ricordano i moti di Milano del 6-9 maggio, con gli 80 morti e i 450 feriti provocati dalle cannonate del generale Fiorenzo Bava Beccaris, regio commissario straordinario nel capoluogo lombardo durante lo stato d’assedio [ quindi un "tecnico" di allora] proclamato dal governo di Antonio di Rudinì. La “Protesta dello stomaco” di Milano fu, peraltro, l’episodio più noto proprio a motivo della strage che venne perpetrata. Poi è andata come è andata, con l’omicidio dell’allora re d’Italia, il carcere e la morte di Gaetano Bresci e Franti che rise in alla alla notizia della morte del re.
Stà per saltare il banco e il prossimo Bresci potrebbe essere chiunque tra di noi. Mentre i Generali Bava Baccaris sono un po’ ovunque. Vedremo, ma c’è da essere preoccupati, senza essere un Beppe Grillo…Due parole sui nuovi profeti. Su La7 è andata in scena the banality iconography show. Fazio, tra i più pagati della RAI (pubblica) e Saviano hanno dimostrato come essi stessi sono oramai contigui con un “vecchio” che ci sta deteriorando un po’ tutti e non lasciano spazio a giovani realtà antagoniste. Come i Guzzanti-3-Guzzanti e gli altri nani anti-berlusconiani, non hanno nessuna intenzione di lasciare il passo e anzi, come i vecchi re, si avvalgono di tutti gli strumenti pro-sistema disponibili. Non ultimi la querela. Saviano querela! Wowow…ecco uno stralcio di un articolo che condivido in pieno.
Coerenza my friends! What a fuc*!!
"Nel frattempo mi limito a condividere ciò che Saviano ha scritto più volte sulla libertà di stampa. In modo particolare le parole da lui usate su Repubblica il 29 agosto 2009, a proposito delle domande a Berlusconi: «Nessun cittadino, sia esso conservatore, liberale, progressista, può considerare ingiuste delle domande. (…) Spero che tutti abbiano il desiderio e la voglia di pretendere che nessuna domanda possa essere inevasa o peggio tacitata con un’azione giudiziaria. È proprio attraverso le domande che si può arrivare a costruire una società in grado di dare risposte». Parole sagge, allora come oggi. Proprio per questo mi colpisce che, mentre si torna in tv a celebrare il valore della parola, la si sospetti, per quanto ci riguarda, di intenti diffamatori."
Keep on, Keepin on!

venerdì 4 maggio 2012

Bobby Sands, uno Spirito ancora vivo.

In giro per Roma capita ancora di imbattersi in qualche cinema che proietta  film  interessanti, almeno non ci solo culi-e-tette o commedie banal-estive e che alla fine ti lasciano qualche con qualche riflessione, pensiero. Mi riferisco a Hunger, il film che concentra la sua attenzione su gli ultimi momenti di vita di Bobby Sands. Per chi non ha mai sentito parlare di Bobby Sands, posso solo dire che è stato e rimane un rivoluzionario irlandese. Trent’anni fa, il 5 maggio 1981, Bobby Sands morì nella prigione di Maze, a pochi chilometri da Belfast. Aveva 27 anni, un terzo dei quali passati in prigione, e morì a causa dello sciopero della fame che aveva iniziato per protestare contro l’abolizione dello status di “categoria speciale”. Lo Special Category Status (SCS) veniva “garantito”, a partire dal 1972, a tutte le persone che venivano arrestate per cause legate al movimento separatista dell’Irlanda del Nord. La sua abolizione era vista dal movimento come una misura per “criminalizzarlo” e allontanare la questione dell’Irlanda del Nord dal piano politico per renderla solo un problema di ordine pubblico.
Il film, ben fatto, lento, cruento, ma di una vivida ferocia, alla fine però mi ha lasciato un riflessione che è legata all’eredità di tanta passione nei giovani irlandesi. Qualche mese fa ero a Dublino ed ho partecipato, quasi involontariamente, alla marcia degli irlandesi contro la possibilità di nominare un “commissario” filo EU al posto del loro Governo democraticamente eletto. Italia e Grecia non ebbero, né mai hanno manifestato per questo, il coraggio di opporsi ad un deriva EU-autoritaria.
Con lo slogan “Irlanda agli irlandesi” il fiero popolo celtico si è opposto, con forza alla perdita di una sovranità popolare per tanto tempo desiderata, con molto sangue innocente conquistata e ora con carattere e fermezza difesa. “Abbiamo sofferto, i nostri figli sono stati uccisi per l’Irlanda libera…non lasceremo la nostra terra alle Banche”, questa una dei tanti slogan cantati dalle donne irlandesi in O’Connoll street.
E’ sicuramente lo spirito di Bobby Sands, ancora vivo nella cultura Irish.
Purtroppo non possiamo dire la stessa cosa della nostra cultura, che – proprio nei giorni della ricorrenza della Liberazione – sembra avere definitivamente perso lo spirito liberale che le lotte partigiane, impegnate come erano a ricacciare a casa l’invasore, avevano poi trasmesso alle generazioni successive.
Ora all'ombra di Ruby nuove generazioni crescono.
Neither Cervi, nor Govone, just Ruby! What a fuc*!
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