sabato 26 giugno 2010

Viva La Francia!


Impegni di lavoro mi porteranno un pò in giro per l'Europa e lontano dal blog e quindi dai miei ( pochi, ma sembrano in costante aumento ) visitatori. Nonostante abbia un Asus piccolissimo, una connessione remota, penne e pennette varie non ho voglia di portarmi il computer e non credo che la mia assesnza si noterà.
Mi si nota più se vengo e mi metto da parte o non vengo e tutti a chidere "ma dov'è"? Beh la citazione è approssimativa, ma credo che sia facile ricondurla al suo legittimo proprietario. Basta alzare gli occhi e guardare il video.
Per chi ha voglia e tempo andatevi a noleggiare
Aprile di Nanni Moretti e gustatevi l'inizio; dove uno snobbone di giornalista francese ( come spesso sono i francesi: snob!) si stupisce che in Italia sia al governo la destra e - orrore! - uno come Berlusconi. "Da noi sarebbe impossibile", dice l'illuminato giornalista. Anni dopo avranno Sarkozy e - peggio-del-peggio - la Compagna Carla Bruni! Ognuno ha quello ch si merita!
Messaggio: Non fatevi mai dire dagli altri cosa sia peggio, poichè loro non ne sono assolutamente consapevoli. Il
Peggio è vostro e vi appartiene, A gli altri il loro peggio! Echecaz**!!
Vivè la France!

venerdì 25 giugno 2010

They were punk, before punk was! The FoxTrot


Più di una volta su questo blog ho fatto riferimento alla bella stagione del punk italiano. Negli anni ottanta non c’era mese ( estivo ) che una nostra band non andasse in tour negli USA. Erano giorni veri e felici; la produzione antagonista [vera] funzionava, il network dei distributori indipendenti efficace e realtà territoriali distanti dalle grandi città come Milano o Roma riuscivano ad emergere con forza. La Blu bus di Aosta, il Granducato HC di Pisa, Genova e Torino in prima linea e poi una provincia in fermento che girava intorno a FanZine come TVOR o SnowDonia. Bologna e la Punk attak records dominavano!
Insomma l’Italia c’era (anche in termini di football, diventammo campioni del mondo!) ed era veramente antagonista ad un sistema che tendeva ad escludere un po’ tutti questi non-movimenti.
Alla faccia dei beppegrillos vari e Travaglini e Travaglietti. Santorini & Guzzanti-tre-Guzzanti.
In questi ultimi anni, con l’arrivo di internet, è partita una ricerca storica-filologica di quel movimento, siti come lovehate80 sono un must, ma che altre realtà come lamette.it.
L’indipendenza è [parzialmente] rimasta, alcuni gruppi hanno mantenuto una certa ortodossia, altri – evoluti con i suoni – sono rimasti spontanei, veri ma inevitabilmente contaminati; di alcuni si è perso ogni passaggio di altri invece non si è mai parlato e ciò nonostante un rilevante ruolo nella germogliazione di un fenomeno punk breve, ma intenso, l’hanno avuto.
I FoxTrot di Roma, diventati nel tempo The [real] FoxTrot, sono tra questi. Sconosciuti ai più, anche alle stesse FanZine di allora, già nel 1976, in una sonnolenta Roma, sperimentavano l’autoproduzione. La loro ( unica ) K7 circolò per poche ore nei pochi negozi di dischi così audaci da promuovere iniziative spontanee. Ma versioni reggae di Let it be dei Beatles ed un blues un po’ spartano pre Gun club li ha esclusi subito dal fenomeni punk Hard Core poiché poco elettrificati, mentre - anni dopo scorpiamo - come un’approccio seminale ai suoni fosse più ispirato dai Modern Lovers di Jonathan Richman che non dagli Stooges.
Comunque l’esperienza fù breve, ma dai [real] FoxTrot ci fù una diaspora che portò ai Ganglin’ Wop Society ( garage Punk ), ai No Comunist in Europe ( HC filo ameriKano) sino ad evoluioni esoterico-industriali (P.Wham!) e psicadelia minimale ( il duo Great Banana Vox )e partecipazioni brevi con Ain Soph e Scud and Patriots. ( punk interventista nel primo conflitto iracheno).
Non si hanno tracce di questa band, ma credo di aver messo le mani sull’originale della K7 ( edita da AZ R’s nel 1976) e – una volta sicura che sia la cassetta- verrà ristampata a cura della AndreaPettini’s Entertainment.
Be tuned! Be Punk!Be Free!

martedì 22 giugno 2010

Benvenuto...Morto!


Mi piace questa cosa che molti autorevoli fumettologhi si lamentano della crisi e delle mancanze di idee e nel frattempo le edicole e/o fumetterie si riempono di nuovi characters, e tra questi…benvenuti a Il Morto!. Il Morto è un personaggio dal passato misterioso, in fuga dalla polizia ma soprattuto da chi l’ha fatto internare in un manicomio da cui è riuscito a fuggire in una notte di Halloween. Per riuscire a riappropriarsi della propria identità, Il Morto non può fidarsi delle istituzioni ma nemmeno degli amici e nel suo randagio vagabondare incappa sempre in torbide situazioni che offrono a chi gli dà la caccia l’occasione di arrestare dei loschi figuri. Come scrisse Robert Bloch, “il Morto non muore”.
Il fumetto de il Morto si presenta in un classico formato tascabile alla "Diabolik", con uno strillo in copertina che recita: "il nero a fumetti". La storia è di Ruvo Giovacca, i disegni sono dello Studio Telloli e la copertina è di Ermete Librato. Lo stile molto Pop-art e una sorta di disimpegno lirico di fondo lo rendono molto "leggero" e piacevole. siamo sostanzialmente di fronte ad un fumetto. Punto!
L'albo è distribuito principalmente nelle edicole del Nord. Al costo di soli 2 euro, questo nuovo titolo è un omaggio al genere "noir" tanto in voga tra la fine degli anni '60 e gli anni '70. Ma non confondetelo con Satanik o Kriminal, perchè il Morto, è solo... il Morto!
Benvenuto Morto!

lunedì 21 giugno 2010

Mamma fascista!

Dopo una breve vacanza in Umbria, mi sono spostato a Milano per un seminario internazionale sulle minoranze etniche presenti sul nostro territorio. In realtà il convegno era sui Rom e sui Sinti. Organizzato dall’Università la Bicocca di Milano e la Commissione Europea e L’ASGI.
Ne sono uscito perplesso. Che la nostra Università sia “in ritardo” sui temi del mondo moderno ( e della società civile che esprime ) questo è evidente, visto che in tutti i ranking mondiali che analizzano le qualità dei diversi atenei ci posizioniamo spesso tra gli ultimi, ma che anche istituzioni super partes come la Commissione Europea cada nel tranello dei diritti a gò-gò, contro uno Stato ( quello italiano per intenderci ) di deriva anti-democratico e fascista, bè, mi sembra frustrante.
Sin dal primo intervento ho sentito ripetere la parola “diritti” ben ventisette volte in meno di trenta minuti e mai la parola “doveri”. Poi durante la giornata una cascata di presunte violazioni dei diritti umani nei confronti Rom e così via verso (facili) applausi. Sino al punto di adombrare un genocidio da parte delle nostre istituzioni poiché il sistema-paese chiede l’allontanamento dei piccoli Rom da quelle famiglie che li sfruttano per furti ed accattonaggio invece di mandarli a scuola.
La questione dei Rom è sicuramente complessa e non è il punto che vorrei affrontare ora, quello che mi preme condividere e che mi lasci sempre basito, è che si parla sempre di diritti (per ogni forma di minoranza) dimenticando anche che ci sono dei doveri verso i quali chiunque ( comprese le minoranze) è tenuto a prodigarsi; proprio per poter mantenere alta quell’asticella dei diritti fondamentali e civili di cui ogni essere umano e titolare. Ma c’è l’obbligo ed il dovere di difendere qualsiasi sistema si faccia garante di questi diritti.
Se i bambini Rom non vanno a scuola è colpa di una società crudele o dei genitori che non ce li mandano? I bambini hanno certamente il diritto ad andare a scuola, e la nostra società lo garantisce e supporta, ma sono i genitori ad avere il dovere di mandarli.
Se ciò non accade siamo razzisti noi? Si?
Allora vorrà dire che quando mia madre mi mandava a scuola a forza era una fascista e antidemocratica!

giovedì 10 giugno 2010

Un cocktail di Sinistra...a Formentera

La cosa è semplice e vi spiego come si fa. Prima si va in trasmissioni agguerrite e militanti ( tipo AnnoZero ) con un cognome importante ( mettiamo Borromeo ), poi si prendono una decina di operai sfigati che guadagnano ( orrore! ) ottocento euro al mese, con tre bambini e a rischio crisi internazionale, poi ci si scaglia contro Berlusconi ( fa sempre tendenza, tra popolo viola, popolo della carriola, popolo dei fax e popolino dei post-it qualche incoraggiamento via-blog lo guadagni subito! ). Poi cominci ad appassionarti ai temi sociali, pubblichi libri con il più comunista dei comunisti ( ma in un momento di non appartenenza politica ed in piena apatia ideologica lo considero un fatto positivo, davvero! ) come Vauro. Si strilla in tutte le televisioni possibili Censura! Censura! Combatti il regime!! Ultimi tocchi con qualche articolo su quotidiani ortodossi della morale (altrui) come il Fatto e poi…vai in vacanza a Formentera col fidanzato Pierre, la sorella Lavinia, il cognato John Elkann, presidente della Fiat. E vuoi che la militante giornalista del Fatto non perori ( a Formentera, tra spartani succhi di mango e salato pesce di mare) la causa dei suoi amici operai? No?
I paparazzi saranno tutti i tuoi, le feste radical chic tipiche di certa sinistra ti troveranno ospite gradito, potrai pontificare su diritti negati, censura, regime con un buon rosso di Montefalco e un brunello di Montalcino e che altro…a dimenticavo, vuoi che non si trovino una manciata di sfigati da intervistare? Ma dai…

Se penso che Cesare Pavese è stato mandato di esilio per le sue idee e la compagna militante Borromeo è a Formentera, mi sorge spontanea una domanda...ma avesse avuto ragione Mister B. quando diceva che Mussolini mandava i dissidenti in vacanza al mare? O ha frainteso la Borromeo?

Are U free? Really free?

[PS gli amici della Borromeo nella foto sono la redazione di AnnoZero o del Fatto?]

mercoledì 9 giugno 2010

Statement Nr.#1

Gran parte del progresso nella qualità della vita è il risultato dell’opera di individui impegnati a fare ciascuno il proprio dovere con abilità e coscienza”. In questa affermazione di L.J. Peter due concetti emergono come familiari alla mia sensibilità di libero individuo: qualità e dovere. La qualità della vita è qualcosa che ormai sembra un fatto scontato, un’ovvietà, una certezza mai in discussione, un qualcosa che abbiamo da sempre e avremo per sempre. Il riconoscimento di questa qualità passa attraverso mantenimento di alcuni standards di civiltà universalmente definiti come Diritti Umani, Diritti civili, semplicemente Diritto alla vita. Ripeto, un’ovvietà! Ma non è cosi worldwide, non è cosi per ognuno di noi su questo mondo. Non è così e la consapevolezza di questa realtà un fatto. Nulla di più che un fatto! Il dovere di consentire ad ognuno di noi la possibilità di esercitare anche e solo uno dei più elementari diritti, il Diritto alla vita, un imperativo di coscienza e civiltà, di progresso e solidarietà per ogni società [individui impegnati] moderna. L’obbligo a essere emotivamente solidali con le vittime delle costanti, frequenti violazioni dei più elementari diritti, su tutti – mi ripeto - il Diritto alla vita, non è più sufficiente. Non più! La responsabilità, il dovere morale – di una morale semplice ma essenziale, di ispirazione divina e trasmutata in un fatto di coscienza – di impegnarsi affinché a tutti gli individui su questo mondo vedano affermati i loro diritti fondamentali appartiene a coloro che già a questi diritti si sono ispirati nella costruzione del loro modello di Società. Una Società moderna e globalizzata non può essere solo solidale a posteriori, ma ha l’obbligo e la responsabilità, il dovere di intervenire a difesa di tutti coloro che sono vittime della negazione di ogni forma di diritto.
Non abbiamo il diritto di lasciare indietro nessuno, abbiamo il dovere di andare incontro a che è rimasto dietro, porgergli la mano e farlo camminare al nostro fianco verso un mondo comune, unico e giusto! L’obbligo di frapporci [ con ogni mezzo necessario ] tra chiunque ci impedisca di aiutare il prossimo che ha bisogno un comportamento naturale e civile.

martedì 8 giugno 2010

God bless the...Yankee!

Giugno sembra essere il mede dei ritorni. Ritorna in edicola Frigidaire, I Liftiba tornano insieme (sarà una bella notizia? Non credo!) ed anche Capitan America ricompare in edicola con una sua serie regolare. Qualche giorno fa avevo scritto sui miei dieci ( forse meno ) libri preferiti, ma mi ero annoiato subito, quindi non comincerò una nuova lista con i miei comics favoriti, ma sicuramente due righe sul ritorno del Capitano paladino della libertà le voglio scrivere.
Ho sempre avuto una visione dell’America vicinissima al concetto della “rassicurante casa sulla collina”. Ovvero quel posto che nella notte più cupa è sempre un riferimento sicuro in tempi bui e oscuri e di pericoli nascosti. Non mi dispiace l’idea di una nazione sentinella, anche se mi rendo conte che può sembrare un po’ cedere sul terreno della nostra "indipendenza" nazionale, ma invito un po’ tutti gli anti-americani a vedere il film A Few Good Men dove uno spiritato Jack Nicholson rimprovera un naif Tom Cruise di indebolire la guardia yankee sul mondo utilizzando quegli strumenti di diritto e democrazia che solo una guardia forte come la sua può garantire. A tutti! ( Codice d’onore).
E’ un passaggio importante e cruciale per capire una certa America, che comunque è L’America che mi piace e che mi/ci ha dato questa libertà. Da parte mia inserirei Save private Ryan e tra i film da far vedere a tutti i ragazzi italiani e europei nelle scuole per far capire che quello che abbiamo nei giorni nostri è passato attraverso il sacrificio di migliaia di giovani americani venuti a morire sulle nostre coste, lontani da casa, per garantirci quella libertà che è alla base di una società civile e moderna.
E può Capitan America non rappresentare tutto questo? Go away!

venerdì 4 giugno 2010

Pragmatismo yankee

The screenplay topic’s il Silvio Berlusconi’s imperial control over the Italy’s media. Whatever one thinks of recursive little gimmicks like this, no one could accuse Moretti of being soft on his main enemy, since il Caimano asserts the impossibility of giving a fair account of Italy in the rotten Kingdom of the “Cavaliere” ( Berlusconi’s nickname).
More over, the film was set to have immediate impact on the Italian people, since it was released in March 2006, just before national parliamentary election in April, presumably to help Romano Prodi’s left-wing Unione party defeat Berlusconi’s Casa della libertà center-right coalition.

Spesso, molto spesso giornali all’opposizione ( perché solo in Italia esiste una stampa da opposizione, e non libera di opporsi ai singoli provvedimenti del Governo ) prendono come riferimento articoli più o meno precisi di autorevoli magazine anglofoni per sottolineare l’inadeguatezza [secondo loro ] della Governace del nostro paese in questi anni. E’ legittimo e fa parte delle regole del gioco, ma poi arriva il pragmatismo di una stampa veramente libera ed indipendente che ci ricorda come sia brutto essere di parte, governativi, di come la libertà di stampa debba garantire sempre un’espressione svincolata da legami politici e – soprattutto – non esserne parte e ciò per trovarsi sempre in condizione di invocare rispetto della sua posizione super partes.
In questi anni fior fiori di ricchi anchorman, polemici topi d’archivio e snobboni intellettuali hanno sempre deriso il giornalismo di parte dei vari EmilioFedi & Soci.
Tra i più infervorati c’era un noto regista romano – osannato come paladino coraggioso della cinematografia indipendente italica -, in grado di dirgliene quattro all’austero Censore B.
…però, con una semplicità incredibile THE AMERICAN INTEREST MAGAZINE Vol.5, N.5 in un ampio articolo dedicato alla figura del Presidente del Consiglio ci fa notare come il Film il Caimano fosse stato licenziato – guarda caso – sotto campagna elettorale presumably to help Romano Prodi’s left-wing Unione party defeat Berlusconi.
E la vittoria arrivò. L’indipendente divento giullare di corte? Non lo sapremo mai, sappiamo che ora è tornato a parlare e ha smesso di cantare. Sarà perchè il suo Mecenate non è più in sella? Indipendenti si, ma con...giudizio!
Are U free? Really free? Is it you?
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