sabato 28 settembre 2013

HUCK, SHINDIG! e EBM. What a paper magazine. Digital copy Fuck Of*!

Come è comune a tutti i bloggers, da oramai molto tempo, il mondo della carta stampata lamenta una costante riduzione di vendite e di interesse nel media. Non mi stupisco. Se cercate in un’edicola italiana qualcosa di non convenzionale, ovvero che non sia una rivista di moda o di gossip, dovrete rassegnarvi alla rete. Il panorama dei Media –Rivista in Italia è desolante. Non c’è un corrispettivo in italiano di The Wired o OX [ rivista punk in tedesco, con allegato sempre un CD pieno zeppo di nuovi gruppi ]. Ovviamente di due o tre Magazine che vorrei segnalare oggi neanche la presenza.
La prima rivista si chiama The Huck. Bella la confezione grafica, la scelta della carta e soprattutto i contenuti. Nel numero della passata primavera, con una copertina bellissima, una serie di articoli sulle indie publishers: sul come promuovere i propri lavori indipendenti nel mare magnum della rete;bell’articolo – con belle foto – su l’ AK Press e interessante info sul negozio di comics off di NYC che è un po’ diventato il modello di un certo genere di negozi anche in Italia: Drawn & Quarterly. Su l’ultimo numero interventi del critico e musicista di Greil Marcus ( su Bob Dylan) e intervista/approfondimento sul più anomalo duo-punk-ever (dopo i DOS di Kira), the No Age.
Poche righe anche per The Shindig! Un magazine psyco-orientated  con centinaia di pagine sul variegato – ae audace – mondo degli anni ’60. Ma non solo Flower Power, ma anche cinema, editoria, micro-movimenti lisergici e politica radical di quegli anni.
Un'altra segnalazione è di dovere: Electronic Beats Magazine. Rivista tedesca, di proprietà della Compagnia dei telefoni ( vi immaginate i dirigenti dell’italiana Telecom nell’editorial board di una rivista così? ) impegnata a diffondere la nuova musica ( ma non solo) anche gli strumenti per una nuova concezione del concetto “suono”. All’avanguardia, come molte cose dei nostri amici/nemici germanici. Non vi faccio il lungo e noioso elenco degli articoli, basta andare on-line e curiosare un po’ ( QUI ).
Io, ovviamente, ho messo mano alla mia Visa e mi sono abbonato a due delle tre riviste ( Huck e EBM ), perché – anche se in carta – quando una rivista è bella, vale sempre la pena sfogliarla!
Keep on, kepin on!
 
Keep on, kepi on!

giovedì 26 settembre 2013

Il ritorno di STeno e dei Nabat di Bologna. Un Evento con la "E" maiuscola.


Ok, nuovo Cd di Bob Dylan! Grande notizia! Esce il triplo CD dei Dr.Feelgoodwowowoow! E che dire nel box-style-Radio dei Clash!! Tutto e di più del due Strummer& Jones. C’è da svuotare una ricaricabile Visa!! Però, e questo è ancora il fascino delle piccole cose dal grande cuore, pero, dicevo, quando i Nabat di Steno si riuniscono e stampano un 45 nuovo con nuove canzone non può che essere un Evento. Con la E maiuscola ed in grassetto su ‘sto blog! Continua il magnifico lavoro della Ansaldi Records nel ristampare e ri-proporre - con lo spirito giusto – quei suoni Emilia-Sreet-orientated che hanno consegnato i gruppi di Steno alla legenda. Un 7 pollici, tre brani, registrati decisamente meglio rispetto ai precedenti lavori dei Nabat ( e ci credo! Erano degli anni ’80!!), copertina in bianco e nero grezza…one-two-three, let’s go! Bravo Steno. A presto un intervista della leggenda Oi Emiliana su questo blog.
Evento per evento un’altra ristampa mi ha affascinato e – guardandomi allo specchio, con i miei capelli bianche e qualche kilo in più – ricordato quale fosse l’approccio giusto di allora se volevi essere antagonista e non solo punk! Parlo della ristampa in vinile, in soli 250 esemplari, dei Klaxon, 1984, per i tipi della Sidney Town Records. Materiale d’epoca del primo (raro) EP, ed inediti – questi registrati davvero in stile Demo – rimandano ad atmosfere proto-berlusconiane, ma sempre figlie di una Milano da bere. E mentre in Lombardia il martini scorreva a fiumi, nel Lazio il fresco cannellino annebbiavav i pensieri di rivolta dei tre romani. Robba storica, ma che spacca ancora.
La tradizione street-punk capitolina meriterebbe una riproposizione storica a parte e non detto che il vostro blogger preferito non ci si dedichi!
Gabba ‘ncaz**! Daje oh fraté! Ecco lo slogan giusto!

mercoledì 18 settembre 2013

Articoli rifiutati (a me) e Riviste che chiudono ( loro)



Blog pigro in questi giorni, ma pubblico un articolo che avevo scritto per una rivista musicale nuova. Mi fù respinto poiché “troppo dettagliato”. La rivista ha chiuso dopo sei numeri.
Sarà perché voleva essere più…superficiale? Fuc* Off!!
PS. Ovviamente l’LP the Great Complotto fa bella mostra nella mia personale discoteta-punk-orientated!

Gli anni settanta in Italia sono un margine; da una parte la fine dei sogni lisergici degli anni sessanta e dall’altra l’inizio di un edonismo sfrenato degli ottanta. Gli anni dabere! E il mondo musicale del sottobosco undergroung non poteva non risentirne. Gli swinging-sessanta si chiudono con l’Album Le Stelle di Mario Schifano". Un progetto sonoro proto-multimediale che nasce da una serie di happening dal vivo ( al Piper) dell’artista Mario Schifano, accompagnato on-stage da quartetto ed impegnati a suonare psycadelia pura, mentre su di loro venivano proiettate immagini di un bizzarre film "Anna Carini in agosto vista dalle farfalle”. L’album è uno dei più rari di quegli anni, insieme a quello de I Raminghi, Il lungo Cammino dei Raminghi, che nel 1971 farà da “ponte” con l’allora nascente scuola progressive italiana. Gli anni settanta chiuderanno il giro con l’esplosione della musica punk in Europa, ed il tentativo un po’ naif di intercettarne, se non lo spirito ribelle, almeno la filosofia irriverente.

The Great Complotto è forse un raro esempio di una italianizzazione del movimento punk anglossassone. Verso la fine degli anni Settanta alcuni musicisti di Pordenone decidono, incuriositi, dalla crescente ondata punk che si stava propagando per tutta la Gran Bretagna, di recarsi a Londra, dove si esibiranno in un celebre concerto pirata. Ritornano in Friuli ed ispireranno uno dei primi network autogestiti italiani. Gruppi come HitlerSS e Tampax si consegneranno alla legenda ed anche nella recente Mostra EuroPunk a Villa Medici in Roma cimeli del Grat Complotto hanno fatto bella figura insieme ai primi flayers dei CRASS e gruppi minimali giapponesi. Ma è anche ne mezzo che ci appaiono, nel mondo bizzarro dell’on-line, rare gemme. Cercate su youtube il video di Ivan Cattaneo, L’Elefante è capovolto (1974) con una performance di un giovanissimo Benigni, così come una recente ristampa dei primi, bellissimi e surreali, tre album dell’icona dada-pop di Bergamo merita particolare attenzione: Uoaei del 1975, Primo, Secondo e Frutta (Ivan compreso) del 1977 e nel 1979, l’album SuperIvan, con l’intera Premiata Forneria Marconi come side-band. Il percorso musicale di Ivan Cattaneo ben rappresenta come la contaminazione radical-cultuarale degli anni settanta si sia fatta contaminare da un suono plastic-pop anni ottanta. Il nostro Ivan troverà il successo con un banalissimo 2060 Italian Graffiti. Re-make di canzoncine Ye-Ye degli anni sessanta. Lo stesso successo non arriderà a Stupid Set, Confusional Quartet, Kaos Rock, Gaz Nevada,  Take Four Doses, Luti Chroma, Art Fleury. Ma anche molti altri. Alcuni, come le Kandeggina Gang e gli stessi Kaos Rock beneficeranno di un momento di popolarità con le prime autoproduzioni della Cramps Recors. Per il resto del mucchio solo internet sembra essere un degno custode di così tanti sogni [musicali] infranti.
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