giovedì 11 ottobre 2012

...ancora un pò di pazienza!

...ancora un pò di pazienza!
Il Blog stà per tornare...più nuovo che mai!
Keep in touch!

venerdì 20 luglio 2012

Niente Top 5 oggi, ma solo il listone di Bastonate.com


Sembra che sia un’usanza dei bloggers qualla di doversi cimentare, ad un certo punto con personali Top 5, o anche il meglio di e listoni…ed anche i tipi del blog Bastonate sembra non essersi uto-esentato.
Però questo post sull’iconografia pop ( in realtà c’è di più, però…) è carino e complice la pigrizia estiva ve lo giro così com’è.
Le biografie ufficiali raccontano che Paul Simonon è finito dentro ai Clash nonostante non sapesse suonare, perché era un figo e stava bene col basso a tracolla. Qualche anno dopo viene fotografato nell’atto di spaccare il basso a terra (oppure no) e sbattuto in una copertina che vorrebbe essere lo spoof di un disco di Elvis Presley. Non so se l’ho mai detto qui ma io odio tre o
quattro gruppi al massimo quanto odio i Clash [ Non condivido Ndr]. La foto finisce dentro perché in qualche modo poi t’ascolti il disco e pensi diobono, se mi limitavo alla copertina. No, scherzo. No, non scherzo. Fate conto che per menzionare quanto mi stanno sulle palle i Clash ho sacrificato cose tipo la copertina di Damaged, il retro di Salad Days, Johnny Cash che fa il dito, Robert Johnson (il concetto di unica foto esistente dell’artista, peraltro non applicabile ad alcun artista) e forse persino una foto dei Joy Division che avrei pubblicato solo per celebrare il fatto che s’è scoperto l’altro giorno che Ian Curtis aveva scritto a Rob Gretton e gli aveva confessato di ritenere Closer un disco di merda. Che poi c’è da scoperchiarsi il cervello: se Ian Curtis pensava così del suo disco migliore, che opinione avrebbe avuto della sua attuale fanbase?
Continua su bastonate.wordpress.com

giovedì 19 luglio 2012

Rivista Anarchica #373, ideale per un estate rivoluzionaria, ma non per Feltrinelli.

…arriva l’estate ed è tempo di letture disimpegnate. Beh, certo non è facile, ma neanche impossibile, ma ancora un numero “speciale” per Rivista Anarchica #373, 192 pagine, una settantina di scritti, tante notizie, opinioni, recensioni, ecc..potrebbe essere una lettura da sotto ombrellone ideale.
Tante, ma mai abbastanza. Se solo dovessimo indicare le cose importanti alle quali nemmeno si accenna in questo (come in ogni) numero di “A”... E ancora una volta il prezzo di una copia sale 5,00 euro (ma per gli abbonati, nessun aggravio).
Quest’estate, approfittando della pausa estiva (pausa per gli altri, sia ben chiaro), intendiamo analizzare nel dettaglio (abbonato per abbonato, diffusore per diffusore, libreria per libreria, ecc.) la posizione di tutta la nostra “rete” distributiva. Quindi, facciamo subito un appello urgente a chi è rimasto un po’ indietro con il rinnovo dell’abbonamento o delle copie vendute. Lasciata passare qualche settimana dall’uscita di questo numero, inizieremo a scrivere (per posta elettronica o cartacea) a tanti di voi.
Importanti, nella rete distributiva, sono anche i punti –vendita “compagneschi” o commerciali, i centri sociali, le librerie, ecc. Sono tempi difficili, in genere, per le riviste e l’editoria “altra”, quella al contempo piccola e non-allineata. E proprio questo numero che hai in mano è il primo, dopo 372 numeri in oltre 41 anni, che non viene venduto in nessuna libreria Feltrinelli. ( C'è da domandarsi il perchè! ) Con progressione costante, hanno fatto sapere a noi o al nostro distributore librario (la Diest di Torino, gestita dall’ottimo Enrico Vigna) che “A” a loro non interessa più, di cessare l’invio. Peccato, quella rete di librerie “di sinistra”, attenta – come l’omonima casa editrice – anche a tante istanze critiche, nelle quali negli anni ‘60 e ‘70 potevi trovare (e mettere in vendita) perfino fanzine, fogli locali, ecc. per noi da oggi è completamente off-limits. Peccato, dicevamo, che nella progressiva espulsione dal mercato (commerciale) delle voci fuori dal coro, antagoniste e resistenti, un ruolo da protagonista l’abbia giocato la rete delle Feltrinelli: quella che una volta era sinonimo e indice di pluralismo, di attenzione sociale, di apertura mentale, si è da tempo trasformata, di fatto, in una centrale dell’omogenizzazione, dello schiacciamento dei piccoli. Povero Giangiacomo...
Continua sul sito di Rivista A

mercoledì 4 luglio 2012

Non c’è niente da fare…navigare nel mare dei blog è interessante ed a volte ci si ferma su isole magnifiche. Per chi conosce il Vietnam ho sempre immaginato iconograficamente l’arcipelago dei blog come Halong Bay. Una miriade di piccole e grandi isole ( un duemila isole di Capri per intenderci) che ti accolgono ognuna in modo diverso, ma in modo amichevole e spontaneo. Vero. Cosa voglio dire? Semplice. Chi si prende la briga di “gestire” un blog lo fa per passione e – in qualche modo – per lasciare una traccia di ciò che ritiene personalmente importante, giusto e vero. Un’espressione della nostra genuinità “strutturata” e condivisa.
Quindi, tutto quello che è su un blog è prezioso, poiché sicuramente vero. Almeno dal punto di vista del gestore del Blog.
Queste poche righe per segnalarvi un altro bellissimo blog. Ben fatto e “unico”: Rock eMartello.
Questo l’incipit del blog: Quello che chiamiamo "rock" è uno stato d'animo, un modo di essere che incrocia la musica, il cinema, la letteratura, il teatro e la creatività in genere compresa quella destinata alla produzione industriale. È un sottofondo che fa da colonna sonora a ogni momento della nostra vita, ai pensieri e ai ricordi. Probabilmente esiste da quando esiste il mondo e ci aiuta a vivere meglio. A pensarci bene è un po' come il comunismo.
Solo per darvi un idea, su quale rivista di musica, o anche blog trovate storie ( perché di storie si parla!) di Donald McPherson, il leader del gruppo soul dei Main Ingredient, di Line Renaud di Odell Rand, di Beryl Booker e del “Caso Tortora” ( molto ben approfondito), su Radio Caroline, la più popolare radio pirata della storia del pop e un approfondimento sul percussionista tedesco Detlef Schönenberg?
Insomma fateci un salto, così scoprirete anche chi c’è dietro, ma personalmente lo eleggo uno dei migliori blog dell’anno!
Che sia ora che faccia una delle mie inutili best five?

martedì 3 luglio 2012

Non dePILiamoci...questa estate!

I terremoti sono una brutta cosa! Immediati, devastanti, improvvisi…ingiusti! Per lavoro ho avuto a che fare con la fase più complessa di un evento sismico. Il “dopo”. Se è vero che i pochi secondi di un sisma sono devastanti, è altrettanto vero che i tempi lunghissimi della ricostruzione e del ritorno alla “normalità” non sono da meno, in termini di “devastazione”. Il quotidiano, dopo un terremoto, è stravolto, cambia. I gesti rituali nei quali si è cresciuti non ci sono più e le cose alle quali eravamo affezionati, andate. Gone!
La fase della rigenerazione individuale molto complessa e lunga. E l’essere costantemente “osservati” dai media, l’identificazione costante della soggetto-vittima alla lunga è deviante. Sri Lanka, Pakistan, L’Aquila ed Haiti alcuni dei posti nei quali, per lavoro, ho avuto a che fare con terremotati ed, in comune, anche se in forme diverse, tutti hanno manifestato una naturale insofferenza alla figura della “vittima”. All’obbligo di una “dipendenza” da altri forzata. La frustrazione di una libertà limitata, dalla mancanze di "cose", più che di volontà.
L’Emilia non è da meno. Una terra così indipendente e laboriosa, patisce, sicuramente più di altri, l’impossibilità di rialsarsi [da sola] e ricominciare.
Tutto questo per promuovere una bella iniziativa di EdoardoSylos Labini finalizzata, in modo pragmatico e concreto, ad aiutare i romagnoli a riprendere in mano forconi, chiavi inglesi e computer per ricominciare a vivere insieme agli altri italiani e non solo grazie a..
Bravo Edoardo e soprattutto bravo DJ Ringo, vecchio punk-bykers di Port-Au-Prince..
Per questo l’attore e autore teatrale, ma anche imprenditore nel mondo dello spettacolo, Edoardo Sylos Labini, ha lanciato un’iniziativa concreta, un appello a tutti i suoi colleghi artisti, per ricordare anche durante la pausa estiva, che ci sono imprese costrette dalle circostanze a sospendere la loro attività e quindi non sono più in grado di garantire un diritto fondamentale come quello al lavoro. Tra questi Raul Bova,  Luca Ward, Anna Safronick, Daniele Pecci, Red Ronnie,Giorgio Pasotti, Barbara D’Urso, Ringo,  e Roberto Farnesi.
La campagna Non dePILiamoci nasce dal mondo dello spettacolo per dialogare con  quello delle aziende italiane, perché “grazie allo sviluppo di una cultura della responsabilità sociale e della sostenibilità di cui si parla da oltre un decennio – aggiunge Sylos Labini - le imprese italiane si dimostrino sensibili e rispondano attivamente a quest’appello, utilizzando i canali e gli strumenti adeguati”.
E’ possibile aderire all’iniziativa “Non dePILiamoci” attraverso un bonifico utilizzando il codice IBAN IT89Y0538712912000002061896 (presso BPER Agenzia 6 di Modena) aiutando così la Confartigianato per una raccolta fondi diretta, senza intermediari.
Punk means Life! And the rest can go Fuc*!

lunedì 25 giugno 2012

Un Buddah e una Guinness e un pò di...Left!

Ci risiamo, altro viaggio, altra corsa! Comincio a essere un po’ in un costante corto-circuito; anche perché passare da una simulazione bellica nell’area del Mar Nero, come consulente Giuridico di Diritto Internazionale Umanitario, con americani, turchi e georgiani e poi ritrovarsi a Dublino in pieno Hard Worker Festival è un po’…destabilizzante. A Dire il vero anche luminari del pensiero libero come Timothy Leary e Amiri Baraka hanno avuto una formazione militare che, a valutare bene, è proprio il miglior humus nel quale sviluppare idee e pensieri liberi e liberali. Quando si conoscono bene le “costrizioni”, ancorché razionali e coerenti, è pià facile liberarsi di esse e muoversi in terriotori in [reale] contrapposizione. Troppo complesso? Forse…
Su Venezia nulla da dire, ci torneremo sopra più avanti quando avrò avuto modo di approfondire un progetto che una galleria stà sviluppando ( nell’area del Ghetto ebraico di Venezia) per la produzione del Talmud a fumetti. E’ su Dublino e questa nuova frantic opposition alla Troika europea e al dominio delle banche che vorrei concentrarmi ancora.
Il dato interessante è vedere come, in un paese che ha beneficiato -  e con essi si è sviluppato – molto dei soldi dell’Europa, sia cresciuta una nuova consapevolezza su come, proprio in ragione di un finto benessere foraggiato dalle Banche, si stia correndo il rischio di perdere quella libertà ( indipendenza è un termine troppo riduttivo in quasi casi) conquistata con determinazione e forza. Quello che mi piace è che la contrapposizione con la “crisi” per gli irlandesi sia alimentata da quei Valori che sono alla base della natura irlandese: libertà, famiglia, indipendenza, quastion autorithy. Da noi il punto è “ i moderati si devono alleare con i progressisti nel sostenere un Governo tecnico”! What a Fuck!
Comunque, in un Pub Union Workers managed mi sono imbattuto nella presentazione di una nuova rivista in carta left orientated, LookLeft. In un clima acceso e proto-sindacale vengo a scoprire che a Shandon, nell’area di Cork viene organizzato da anni il MotherJones Festival che a Cuba ci sarà a fine settembre l’incontro del Che Guevara Memorial Committee e che l’Irish Left Review è ora on-line…
…è proprio vero, il Buddah dimora nei petali di un fiore, ma si siede anche vicino a te per una buona Guinness…

sabato 16 giugno 2012

Solar Ipes#4

"Sembrerà strano recensire una fanzine tramite una webzine, ma ci sembrava doveroso fare questa segnalazione indispensabile. Vi risparmierò il pippone di come può ancora oggi avere un senso un bel giornale di vera carta nell’era degli mp3, di Facebook e Myspace: non ha senso cercare di convincervi su questo piano se di vostro non avete quella sorta di devozione per il supporto fisico che si va perdendo. La cosa che mi ha spinto a recensire il quarto numero di "Solar Ipse" fino al punto di segnalarla tra i TOP di Sands è la qualità. Non parliamo di qualità grafica o tipografica, sebbene anche da quel punto di vista il livello sia davvero molto buono, “quasi professionale” ci verrebbe da dire...".
Ho "rubato" quast'introduzione dal blog www.sand-zine.com per parlarvi di una FanZine in "carta", ma sfogliabile sul loro blog. Solar Ipse #4
e per ogni contatto: loriszecchini@gmail.com
Ogni iniziativa del genere troverà sempre il mio blog a disposizione.
...hey, ho..let's go!

venerdì 15 giugno 2012

Nasce il Torchio Anarchico! Wowowow...che redazione!

Eccoci! Dopo tanto tempo ritorno a gingillarmi con un ipotetica best five di “qualcosa”. In realtà, mentre ragionavo su una FanZine digitale che potesse, sullo spirito delle compilation on-line, raggruppare i migliori scritti dei vari Movimenti Occupy e No Bank, please, mi è venuta in mente una ideale “redazione” con la quale condividere un eventuale menabò. Ed ecco i miei “ideali” compagni di viaggio in un avventura editoriale della Casa Editrice il Torchio Anarchico.
Un primo partener, senza riserve, sarebbe sicuramente Lenny Bruce. L’ironia, ma anche il sarcasmo e la vera sfrontatezza, e quello che manca ai nostri intellettuali, ai nostri satirici piagnoni. I Guzzanti-3-Guzzanti, Luttazzari vari, Letizzette da salotto Rai ( ma anche FininVest) non hanno la più pallida idea della differenza che c’è tra la satira anti-Sistema e ostacolata dal Sistema stesso e l’essere i giullari di Corte ( ancorché di una sola corte).
Chiudo con una citazione: “Nelle aule di giustizia, l'unica giustizia è nelle aule”. Un must!
Non potrei rinunciare al contributo barricadiero di Mother Jones. Personaggio, anzi Donna, ancora unica nella forza ed incisività della sua azione dimostrativa. Mother Jones, al secolo Mary Harris, irlandese, inarrestabile agitatrice sindacale, cominciò la sua attività nel movimento laburista Knights of Labor, poi fu tra i sei fondatori dell'Industrial Workers of the World. I suoi oppositori la indicavano come la "donna più pericolosa d'America". I suoi sostenitori le avevano dato l'appellativo di "angelo dei minatori": Mother Jones interveniva ad organizzare tutti gli scioperi, come quello “leggendario” (almeno in USA) dei ferrovieri nel 1877 a Pittsburgh. Stiamo parlando di due secoli fa!
Neither Bindi, nor Minetti!
Difficile anche rinunciare al contributo intellettuale di George Orwell. Poco da aggiunge visto lo sterminato materiale che esiste in rete, ma obbligherei i lettori dell’ipotetica FanZine il Torchio Anarchico a leggere “la Strada di Wigan Pier” ( al suono dei RedSkins e dei Clash!).
Keep on, Keepin’on!
La linea spirituale della FanZine non può non essere di Timothy Leary con il supporto, ma fuori dell’organigramma, di Hakim Bey. Qualsiasi approccio politico ai problemi di ogni giorni, non può prescindere da una visione onirica della quotidianità stessa. La felicità, come obiettivo, non è della ragione, ma del cuore e per sbrigliare l’emotività che c’è in ognuno di noi dobbiamo liberarci della razionalizzazione della logica e dei comportamenti. Cosa intendo? Question Authority
La direzione intellettuale, compreso il pathos, non può non essere demandata all’ultimo grande pensatore del ‘900 italiano, Pier Paolo Pasolini: “Nulla è più anarchico del potere, il potere fa praticamente ciò che vuole”. Devi dirvi altro?
Non c’è molto da aggiungere, solo una domanda. Quale potrebbe essere il mio ruolo in una redazione così disorganica?
…bhè, c’ho pensato! Porto i caffè e cambio il toner alla stampante! What else?
PS.Per questo Post non servono immagini!

mercoledì 13 giugno 2012

Un bella notizia dalla Euskadi, Jabier Muguruza

In un periodo dove l’idea di Europa sembra perdere attrattiva, ma anzi, di contro, stimolare astio e insoddisfazione, vista la forte “vocazione” economica e l’eccessiva ( almeno così viene percepita) tutela per le Banche e i Mercati, piuttosto che per il sociale e – soprattutto – per una sobria, ma umanistica ( Voltaire e Rousseau? Troppo umanistica?) identità culturale…in un periodo così, prendono sempre più forza e vigore le spinte territorialiste. Cosa intendo? L’Irlanda e il rifiuto all’invasione della BCE, ma anche lo scetticismo dei paese pre-baltici, che cominciano  a rifiutare l’integrazione a quest’Europa, sin’anche agli indipendentisti ungheresi e all’ismo dei Fiordi.
In questo quadro mi appassiono alle identica culturali che sono state capaci di passare il tempo, contrapponendosi ad una modernizzazione generalista, con l’immobilismo culturale. Concetto complesso? Naaaa…Due righe su una nuova produzione Euskadi, paese che adoro, alla pari dell’Irlanda e delle belle ( non ancora troppo) ribelli Langhe!
Jabier Muguruza è un musicista basco e scrittore nato nel 1960 a Irun,Euskadi ed è anche il fratello maggiore di quel Fermin Muguruza che con i suoi Negu Gorriak ha ormai da tempo iniziato la sua battaglia per un sentito indipendentismo in terra basca.
Musicista un po’ trovato, poiché i primi lavori appaiono un po naif, e nel 1990 che ha fondato il pop-jazz del gruppo Les mecaniciens, con il quale ha pubblicato tre album. Nel 1993 il gruppo si sciolse, ma Jabier inizia la sua carriera come cantante, con una musica con tocchi di rock, pop e jazz. Nel 1996, parallelamente al suo ruolo di compositore, è con suo fratello Sergio Ordonez e Iñigo Ripiau nel gruppo Joxe, con il quale ha pubblicato quattro album sino al suo scioglimento nel 2000. Nel corso della sua carriera da solista ha pubblicato un totale di otto album, alcuni un po’ troppo pop, altri, nella loro natura ingenua, interessanti e poetici.
L’ultimo lavoro, Bikote bat, è più articolato e comunque, se non fosse per alimentare lo spirito, merita la giusta attenzione. La partecipazione di Jackson Browne in un paio di brani, impreziosice il lavoro di Jabier.
No somos mercancía en manos de políticos y banqueros

domenica 10 giugno 2012

Woody and the OWS Album...lo Sirito Continua#2

E’ Domenica mattina, mi preparo per la partita dell’Irlanda ( è la mia squadra a questi europei-delle-banche), un buon caffè ed un giro on-line per vedere “che c’é” in giro. Molta roba è attraente, ma vi suggerisco di dare un’occhiata al sito musicforoccupy.org e la loro recente produzione. Un Cd Box, con 4 Cd e con 99 bands e viene venduto on-line ( per il solo mercato americano, sorry ) a $9.99 e che è destinato a raccogliere i fondi per continuare a sostenere il movimento Occupy Wall Street (OWS). Sullo statment vi lascio alle loro parole:
Our Mission is to inspire and celebrate through music the Occupy Wall Street movement and the 99% who’ve been adversely affected by the economic corruption that has permeated our Democracy, created a near insurmountable disparity in wealth, and hindered life, liberty, justice and the pursuit of an honest living for all. Music For Occupy is in solidarity with Occupy Wall Street, and all proceeds above board attained through the production and distribution of “Occupy This Album: a compilation of music by, for and inspired by the Occupy Wall Street movement and the 99%” will go directly towards the needs of sustaining this growing movement.
…però è bello vedere che convivono insieme il vecchio Willie Nelson, bella A Paeceull Solution, Debby Harry e il punk degli Anti-Flag

Per scaricare l’album: http://musicforoccupy.org/media/

Chissa che ne pensano i miei (pochi) lettori se lanciassi nel blog-world quest’iniziativa…già, chissà!
Keep on, Keepin’on!





sabato 9 giugno 2012

Zibaldoni Punk, TV alle Banche e Patti's Banga...what else?

…amici miei mi spiace, ma il blog cammina a rilento in questo periodo. Un po’ i chilometri che mi separano da un pc ( non mi piace usare i tablet!) e i tanti viaggi, un po’ lo sconforto generale con il quale questo Sistema ( con la S maiuscola, come ai tempi del bel punk!) comincia ad intossicare tutti noi, sino a debilitarci, hanno fatto si che…non trovassi motivazioni sufficientemente forti.
Oggi però è un giorno nuovo e una o due cose mi hanno divertito. Le condivio con voi.
La prima è che ora anche l’informazione è in mano alle banche. Se qualcuno avesse ancora dei dubbi su chi e cosa rappresenti questo esecutivo tecnico è ora che si svegli. Dopo prestiti alle banche all’1% ( messi sul mercato al 4%), dopo l’esenzione dell’IMU alle Fondazioni bancarie, poiché “come le onlus, sorry!”, senza poi farsi scrupolo a privatizzare un organismo umanitario importante ed il suo mandato, per “questioni di bilancio”. Dopo i numerosi tentativi di licenziare i lavoratori, senza far nulla per “rimuovere” i numerosi Consiglieri che si condividono (banchettano) in Consigli d’amministrazione di banche e partecipate…il pianto poi per le pensioni sociali che non possono aumentare ( di €7.50!) e l'indifferenza per la pensione da trentatremila euro di un esperto per la spending review…dopo tutto questo e altro, adesso anche la RAI. Wowowoow….c’è chi ancora ha dei dubbi?
E anche se non ho mai amato beppegrillo.it, devo dire che il comico genovese se ne era accorto da tempo. Mentre noi eravamo storditi in bunga-bunga e guzzantate varie, tra Santorini e Travagli vari, l’economia forte, dei soldi, NON dei titoli ( che rifilavano a noi e ai Guzzanti!) si è sempre più impossessata del nostro paese. Ed è divertente ( secondo elemento) vedere che ora che Beppe Grillo è un soggetto politico importante, sviluppatosi come Movimento nel forte, ma intangibile, mondo virtuale, il suo sito è stato hackerato. E’ da un paio di giorni che una delle pagine web più viste d’Europa è irraggiungibile. Vorrà dire qualcosa? Secondo voi?
Ora due o tre cose che piacciono a noi. E’ uscito il nuovo lavoro di Patti Smith Banga, a me mi piace ( non si dice? E chi l’ha detto!); come tutte le cose della Smith c’è sempre meno punk, ma sempre più poesia. E la cosa non è in competizione. Bello anche il lavoro della Exene Cervenka con John Doe, Singing & Playing due pilastri degli X di “Los Angeles”. La Cervenka è da anni che lotta contro la sclerosi multipla, ma questa terribile malattia non sembra averle fiaccato lo spirito.
…ed è con questo spirito, punk, ribelle, ma sereno e soave, non arrabbiato, ma indignato che ogni tanto mi viene la voglia di fare qualcosa per me, la mia famiglia e la mia gente!
More teachers, farmers and Workers, Less Profit, bank and Intellectuals.
Are you with me?
"La vera libertà di stampa e dire alla gente ciò che la gente non vorrebeb sentirsi dire"
George Orwell

venerdì 18 maggio 2012

Torna il Rock'80

Ristampata per la prima volta in vinile, la storica raccolta della Cramps (1980), la prima compilation di punk italiano! Ideato per raccogliere i 45 giri della serie omonima, Rock’80 è un album storico! Sul primo lato, il funk demente degli ineguagliabili SKIANTOS (con la celebre “Fagioli”) e poi dei WINDOPEN (“Sei in banana dura”), fino agli hard-rockers TAKE FOUR DOSES. Con rispettivi retri dei quarantacinqueggiri. Su questi solchi vengono raccolti 4 dei migliori 45 giri punk italici!! Almeno punk orientated!
Con le micidiali “Basta Basta” e “La rapina” dei KAOS ROCK, “Orrore” e “Sono cattiva” delle leggendarie KANDEGGINA GANG, il nostro primo punk ensemble al femminile (con una giovanissima JoSquillo alla voce),per finire con i singoli dei grandissimi X-RATED e DIRTY ACTIONS.
Nella innersleeve interna, oltre ai testi, per la prima volta vengono riprodotte le copertine dei 45 giri originali a colori!
Anche se con l’arrivo degli anni ottanta il punk italiano esploderà in qualcosa di più consistente e politicamente lacerante, questa ristampa resta semplicemente…imperdibile!!!
Cercatela in giro, produzione Hate!

giovedì 17 maggio 2012

Saviano querela! giovani Bresci crescono e il Pane è sempre lo stesso.

Nulla di nuovo sotto il sole. Sono, ribadisco, questi giorni tristi, dove l’interesse di poche famiglie (proprietarie di gruppi bancari) è superiore alla qualità della vita quotidiana di quei cittadini [tutti!] che stanno soffrendo in condizioni di disagio per…garantire quest’interessi. Complesso? Non credo. Se rileggete un po’ la nostra storia, l’atmosfera sembra quella della rivolta delpane di Milano. Erano altri tempi, ma il pane è lo stesso.
I libri di storia ricordano i moti di Milano del 6-9 maggio, con gli 80 morti e i 450 feriti provocati dalle cannonate del generale Fiorenzo Bava Beccaris, regio commissario straordinario nel capoluogo lombardo durante lo stato d’assedio [ quindi un "tecnico" di allora] proclamato dal governo di Antonio di Rudinì. La “Protesta dello stomaco” di Milano fu, peraltro, l’episodio più noto proprio a motivo della strage che venne perpetrata. Poi è andata come è andata, con l’omicidio dell’allora re d’Italia, il carcere e la morte di Gaetano Bresci e Franti che rise in alla alla notizia della morte del re.
Stà per saltare il banco e il prossimo Bresci potrebbe essere chiunque tra di noi. Mentre i Generali Bava Baccaris sono un po’ ovunque. Vedremo, ma c’è da essere preoccupati, senza essere un Beppe Grillo…Due parole sui nuovi profeti. Su La7 è andata in scena the banality iconography show. Fazio, tra i più pagati della RAI (pubblica) e Saviano hanno dimostrato come essi stessi sono oramai contigui con un “vecchio” che ci sta deteriorando un po’ tutti e non lasciano spazio a giovani realtà antagoniste. Come i Guzzanti-3-Guzzanti e gli altri nani anti-berlusconiani, non hanno nessuna intenzione di lasciare il passo e anzi, come i vecchi re, si avvalgono di tutti gli strumenti pro-sistema disponibili. Non ultimi la querela. Saviano querela! Wowow…ecco uno stralcio di un articolo che condivido in pieno.
Coerenza my friends! What a fuc*!!
"Nel frattempo mi limito a condividere ciò che Saviano ha scritto più volte sulla libertà di stampa. In modo particolare le parole da lui usate su Repubblica il 29 agosto 2009, a proposito delle domande a Berlusconi: «Nessun cittadino, sia esso conservatore, liberale, progressista, può considerare ingiuste delle domande. (…) Spero che tutti abbiano il desiderio e la voglia di pretendere che nessuna domanda possa essere inevasa o peggio tacitata con un’azione giudiziaria. È proprio attraverso le domande che si può arrivare a costruire una società in grado di dare risposte». Parole sagge, allora come oggi. Proprio per questo mi colpisce che, mentre si torna in tv a celebrare il valore della parola, la si sospetti, per quanto ci riguarda, di intenti diffamatori."
Keep on, Keepin on!

venerdì 4 maggio 2012

Bobby Sands, uno Spirito ancora vivo.

In giro per Roma capita ancora di imbattersi in qualche cinema che proietta  film  interessanti, almeno non ci solo culi-e-tette o commedie banal-estive e che alla fine ti lasciano qualche con qualche riflessione, pensiero. Mi riferisco a Hunger, il film che concentra la sua attenzione su gli ultimi momenti di vita di Bobby Sands. Per chi non ha mai sentito parlare di Bobby Sands, posso solo dire che è stato e rimane un rivoluzionario irlandese. Trent’anni fa, il 5 maggio 1981, Bobby Sands morì nella prigione di Maze, a pochi chilometri da Belfast. Aveva 27 anni, un terzo dei quali passati in prigione, e morì a causa dello sciopero della fame che aveva iniziato per protestare contro l’abolizione dello status di “categoria speciale”. Lo Special Category Status (SCS) veniva “garantito”, a partire dal 1972, a tutte le persone che venivano arrestate per cause legate al movimento separatista dell’Irlanda del Nord. La sua abolizione era vista dal movimento come una misura per “criminalizzarlo” e allontanare la questione dell’Irlanda del Nord dal piano politico per renderla solo un problema di ordine pubblico.
Il film, ben fatto, lento, cruento, ma di una vivida ferocia, alla fine però mi ha lasciato un riflessione che è legata all’eredità di tanta passione nei giovani irlandesi. Qualche mese fa ero a Dublino ed ho partecipato, quasi involontariamente, alla marcia degli irlandesi contro la possibilità di nominare un “commissario” filo EU al posto del loro Governo democraticamente eletto. Italia e Grecia non ebbero, né mai hanno manifestato per questo, il coraggio di opporsi ad un deriva EU-autoritaria.
Con lo slogan “Irlanda agli irlandesi” il fiero popolo celtico si è opposto, con forza alla perdita di una sovranità popolare per tanto tempo desiderata, con molto sangue innocente conquistata e ora con carattere e fermezza difesa. “Abbiamo sofferto, i nostri figli sono stati uccisi per l’Irlanda libera…non lasceremo la nostra terra alle Banche”, questa una dei tanti slogan cantati dalle donne irlandesi in O’Connoll street.
E’ sicuramente lo spirito di Bobby Sands, ancora vivo nella cultura Irish.
Purtroppo non possiamo dire la stessa cosa della nostra cultura, che – proprio nei giorni della ricorrenza della Liberazione – sembra avere definitivamente perso lo spirito liberale che le lotte partigiane, impegnate come erano a ricacciare a casa l’invasore, avevano poi trasmesso alle generazioni successive.
Ora all'ombra di Ruby nuove generazioni crescono.
Neither Cervi, nor Govone, just Ruby! What a fuc*!

venerdì 27 aprile 2012

Orwell, punk e Pensieri Socialisti!

Saranno forse questi giorni così cuoi, tristi, fermi, dove il quotidiano conflitto tra l’indifferenza della Società “alta” è in conflitto con il disagio e la sofferenza della parte “basse” della stessa Società, che mi ritrovo nelle mani per l’ennesima volta il libro di George Orwell, The Road to Wigan Pier e a cercare nella rete nuovi stimoli…punk!
Sono un po’ indifferente ai vari BeppeGrillismi, ma certo l’imbarazzo e la paura dell’attuale classe politica nei confronti di un Comico, la dice lunga su che futuro ci aspetta e sul difficile percorso da iniziare per modernizzare il nostro paese. Però questa citazione del mio amico Socialista d’Albione [Orwell] è pregnante:
Sapere dove andare e sapere come andarci sono due processi mentali diversi, che molto raramente si combinano nella stessa persona. I pensatori della politica si dividono generalmente in due categorie: gli utopisti con la testa fra le nuvole, e i realisti con i piedi nel fango.
Tratto dal libro “Gli anni dell'«Observer». La raccolta inedita degli articoli e le recensioni (1942-49)”, come si fa a non condividerne il senso?
E poi mi domando, ma perche nessuno nella nostra Governance politica si ispira a semplici, ma chiari, concetti per affrontare – insieme alla gente comune – quel futuro che ci viene descritto, con sempre più insistenza, come “difficile”? What a fuc*!
Comunque altra citazione, date un occhiata a questo blog punk. Fenomenale! E come per ogni blog supportatelo con visite e commenti!
Keep on, keepin’on! Non mollate!

giovedì 26 aprile 2012

Las Vulpess. DOnne sboccate a Bilbao

Ancora in giro, con sempre meno entusiasmo e sempre più stanco. Però, per fortuna, ogni tanto arrivano delle piccole e graziose gemme “di vita” che rendono il futuro, ma soprattutto il presente, più vivibile. In giro per Bilbao con l’intenzione di farmi contaminare dallo spirito Euskadi, mi imbatto in un negozio di scarpe, scarponi, anfibi che vendeva anche 45giri punk e ne ho comprati una decina, così…alla come capita-capita, ma uno in particolare mi ha incuriosito. Las Vulpess ed il titolo dell’EP la diceva lunga “Me gusta ser una zorra” (“I love being a slut/bitch/cunt”). Sulla base del classico di Iggy Pop’ “I Wanna Be Your Dog”, le Las Vulpess ( con le due SS, in stile nazista ) si lasciano andare con toni sboccati e filo-femministe: “I’d rather masturbate alone in my bed, than sleep with someone that talks to me about tomorrow”. Un brillante gruppo di sole-donne della città di Bilbao, di cui non conosco minimamente le sorti…però che bello il punk in giorni così tristi dove non c’è più nessuna traccia di tanto...livore! A presto!

mercoledì 11 aprile 2012

C'è da preoccuparsi Folk! Free message#1.1


La ragione ufficiale è quella di una “rappresentazione uniforme delle informazioni istituzionali”, eppure i siti delle diverse Dpl italiane sono quanto di più variegato: Ivano Miglioli chiede quindi al ministro se sia a conoscenza della chiusura del sito modenese e delle ragioni per cui è stata adottata. Chiede, inoltre, se e quali oneri siano a carico del ministero per il sito modenese e quanto costa, invece, il funzionamento di quello ufficiale nazionale.
Il caso della chiusura del sito “dplmodena.it” approda sul tavolo del ministro del Lavoro e delle politiche sociali Elsa Fornero: il parlamentare del Pd Ivano Miglioli, membro della Commissione Lavoro della Camera dei deputati, ha infatti deciso di presentare in proposito una interrogazione urgente a risposta in Commissione

Continua su queste pagine on-line.
…certo se fosse accaduto con il Governo Berlusconi avremmo avuto visto i vari Santoro, Guzzanti, Mauro e soloni come Lerner&Scalfaro e dotti dottrini delle libertà, pugnalarsi in petto. Ma tant’è il demonio non c’è più e ora, per favore, non disturbate il manovratore…l’Italia rischia di essere la nuova Grecia, via al sistema di tutele, per noi, e, per favore, non vi lamentate…e che caz**!
Miei pochi lettori, la libertà individuale è un patrimonio soggettivo che non può, né deve essere ceduto ad altri. Siamo quello che vogliamo essere, però lascieti liberi di esserlo.
Non c’è Popolo viola, “Se non ora quando”, ne guru televisivi (che poi investono in paradisi fiscali) che sono, ne possono, ma soprattutto non devono, rappresentare la vostra Libertà.
Siate ciò che siete, ma siatelo e, se serve, disubbetitevi anche!
…c’è da preoccuparsi folk!

martedì 10 aprile 2012

Un Americano a Roma#2 - neither Trastever or LA


La morte dell’attrice Maria Pia Casilio mi rattrista. Nel mio immaginario è stata per anni la fidanzatina yankee di Nando Moriconi, l’americano de Trastevere. Ma soprattutto è anche la definitiva parola fine ad un mio progetto cinematografico che ho sempre pensato essere “splendido, ma non compreso”. Ovvero il sequel di un Americano a Roma…ma trent’anni dopo!
Gli attori, ovviamente un vecchissimo Alberto Sordi, che nel frattempo si è sposato con Elvy, ovvero la Casilio, ed hanno generato due figli. Ambedue hanno ereditato la passione del padre per l’America, ma la figlia [ perfetta nella parte una “terribile” Roberta Manfredi ] dopo aver incontrato il punk degli anni ottanta nella Roma delle Brigate Rosse/Nere è andata a vivere a L.A. per evitare di “dover dare delle spiegazioni” e convive con un cantante punk Stright Edge [ perfetto nella parte un giovane Henry Rollins ]. Mentre il figlio, un po’ imbranato, ma studioso [ per forza allora Carlo Verdone ] si era laureato all’UCLA ed era stato subito assunto negli Studios di Hollywood come Producer Manager.
Per celebrare quest’evento e per rivedere i figli che da anni vivevano in America Nando Moriconi ed Elvy decidono di andare negli USA. Finalmente si realizza un vecchio sogno di Nando, anzi, si realizza IL vecchio sogno. Però i due arrivano a Los Angeles nei giorni della Los Angeles Riots o anche Rodney King Uprising (La sommossa di Rodney King del 1992 per intenderci) e loro malgrado né rimangono coinvolti.
In giro per Los Angels con la mappa in mano e pronti and andare la party del figlio, organizzato dagli Studios ( Dove avrebbe dovuto incontrare quei personaggi già resi popolari nel primo film: la pittrice americana, un Carlo Delle Piane che nel frattempo era diventato un folk singer capellone della NYC rebel del Greenwich Village ed altri), i due rimangono coinvolti dall’esplosiva ed immeditata violenza generata dalla sentenza Rodney King.
L’Elvy viene arrestata e sonoramente percossa poiché accusata di essere “complice” delle bande coinvolte nei saccheggi nelle ore concitate della rivolta. Ma in realtà l’Elvy si trovata nel centro commerciale solo per curiosare sulla “grande America” con suo marito Nando. Il Moriconi, nel vedere la moglie scomparire tra le fiamme e i fumi, senza sapere che in realtà è in salvo, ma arrestata, cerca di forzare il blocco della polizia e viene manganellato ripetutamente.
Le ultime scene erano quella di un Nando Moriconi che scompare tra la folla e le fiamme, stordito, senza sapere dove andare, senza parlare l’inglese e disperato per la scomparsa della moglie. Mentre Elvy giacerà per settimane, senza documenti ( che portava sempre il marito ) in un Ospedale di L.A. nell’attesa di essere spostata in un manicomio criminale.
Il figlio si accorgerà della scomparsa del padre e della madre solo quando il party sarà finito, la figlia troppo “fatta” anche solo per accorgersene.
Il film avrebbe dovuto essere girato in un ruvido bianco e nero, con una colonna sonora che andava dai Black Flag a Chat Baker, dai Suicidial Tendences a Nancy Sinatra.
…ma non se ne fece nulla. La morte di Alberto Sordi chiuse la “bozza” nel PC ora la Casilio lo certifica come progetto “morto”.
Peccato, sono ancora convinto che fosse un grande soggetto.
Peccato!

venerdì 30 marzo 2012

Il Coraggio di ribellarsi [ Un bel DVD ]

Ancora fuori Italia per lavoro, ma non perdo le evoluzioni del team bocconiano in charge. E confermano sempre piu le mie percezioni. Un paese a due velocità: per la gente comune "tutto e subito" per i poteri forti "con calma e per favore". Basta leggere l'indecente farsa sui privilegi degli ex Presidenti della Camera, ed i relativi tagli che entreranno in vigore nel..2023! What a fuc*! L'art.18, i blocchi dei salari, lo "scalone" per le pensioni, questo tutto e subito, per il resto…c'è tempo!
Rimango perplesso, cosi' come mi lascia basito l'entusiasmo per questo esecutivo di certi media, come Repubblica e altri.
Comunque, una segnalazione. In una libreiria di Ginevra, un po' alternativa ( come si diceva una volta), mi sono imabuttuto nella presentazione di un DVD che tutti dovrebebre vedere.
E' un film girato e montato da Ivora Cusack e da alcuni suoi amici, tra il 2002 e il 2006. Uscito ufficialmente nel 2008, in francese, il film è stato sottotitolato in italiano, spagnolo, inglese e tedesco, e questo gli ha permesso di essere presentato in vari paesi europei, salvo, fino ad ora, l’Italia. Il titolo originale è: Remue-ménage dans la sous-traitance, un gioco di parole tra “ménage” (le pulizie) e “remue-ménage” (mettere sottosopra) che si potrebbe tradurre con: “Subappalti sottosopra”.È la storia dello sciopero di un gruppo di donne delle pulizie che lavorano a Parigi per Arcade, un’impresa di subappalto della catena alberghiera Accor, uno dei maggiori gruppi mondiali, che possiede i marchi Ibis, Etap, Mercure, Novotel, Sofitel, ecc. Sono tutte immigrate da paesi come il Senegal, il Mali, il Burkina Faso; sono in maggioranza madri di famiglia, non particolarmente sovversive. La maggior parte di loro parla poco e male il francese. Le condizioni di lavoro e di salario sono infami. Ma sono esasperate ed hanno il coraggio di ribellarsi.

Se vi interessa continuate qui/:/


Ma anche su rivista Anarchica trovate "il resto" /:/ http://www.arivista.org/

venerdì 23 marzo 2012

Food is a Right, NOT a privilege!


Poche righe, seguo con attenzione il triste dibattito sulla (necessaria, anche se non si capisce per chi!) riduzione dei diritti tutelari (non "Fondamentali", di fondamentale c’è il diritto a vivere!) per chi lavora e questo nel nome delle “maggiori assunzioni”. Insomma per avere più lavoratori, bisogna ridurre il numero dei…lavoratori.
Prima li cacciamo via, poi li assumiamo. Si parla solo di licenziamento e non di opportunità di lavoro.
…boh? Una volta era l’inverso! Comunque…girando su internet, mi sono imbattuto su questo sito e su questa iniziativa spontanea che credo, I’m sorry, prima o poi dovremmo incoraggiare e diffondere anche in Italia: FOOD IS A RIGHT, NOT A PRIVILEGE!
Anche se in inglese, si capiscono bene i contenuti e per un paese come il nostro a forte vocazione rurale e peschiera, converrebbe abbaracciare una campagna che privilegia le cose “vere” [cibo] dall’effimera ricchezza dei soldi [finanza].
More Teachers, Tractors and Farmers! Less economy and profit!

mercoledì 21 marzo 2012

Bruce, i Luf e Maieron [ ma di cosa parlo su 'sto post?]


E’ uscito il nuovo Cd di Bruce Springsteen, Wrecking ball. Niente male, certo lontanissimo dai primi suoni così scarni, ma anni settanta. L’uomo è più maturo, borghese – se non ricchissimo – e ne è consapevole. Accenna a baratri giovanili per chi perde il lavoro e sconforto di famiglie americane alla deriva in un America, comunque e sempre opulenta. Per un ritorno all’American Working Class non bisogna certo passare per il Boss, ma i sui primi dischi e i numerosi bootleg che sono stati registrati dalle prime live session meritano ancora l’attenzione.
Se Woody è sabbia, Peter è grass, il primo Bruce è smog urbano. Cercateli su questo sito [qui], bella selezione e belle confezioni. Comunque sarò a Dublino ad uno dei suoi (memorabili concerti) Irlandesi. Ottanta euro per quattro ore mi sembra un affare. Working class…ma di lusso!
Però se viva il Boss, allora anche viva I Luf. Il Gruppo della Val Camonica si ripresenta dopo un monumentale disco dal vivo e con un tributo a Guccini. Il CD I Luf cantano Guccini è italiano. Ci sono fisarmoniche, banjo e mandolino, ma c’è poca Irlanda e molta Italica bucolica e rurale energia che solo le valli italiane riescono ancora a custodire. Non mi piace Guccini, però I Luf, dopo tanti album, concerti e giri per le micro-province italiane, sono la dimostrazione che che ci siamo ancora! Evaffanculo!
Superiamo il fiume Oglio, sul Ponte di Legno e ci ritroviamo in Friuli a casa di Luigi Maieron e ci ascoltiamo il suo quarto album in studio "Vino, Tabacco e Cielo"; un lavoro discografico composto da dieci brani inediti più "Done Mari", rivisitazione di un brano tradizionale della Carnia (Friuli), un disco dalla triplice anima: quella poetica (della sintesi e nell'evocatività dei testi), quella cantautorale (delle ballate in italiano) e quella folk (delle canzoni in lingua friulana).
Fosse stato americano, come i Luf adesso parleremmo di una nuova nouvelle Vogue dell’AmericanFolk, polically non-correct and brave.
Ma è roba italiana, a che potrà mai interessare.

martedì 20 marzo 2012

Con "fermezza"...Fuc*!


Questi giorni il blog cammina un po’ a scartamento ridotto. Ma il tempo è così poco, gli impegni molti e i chilometri percorsi…tantissimi. Poco male, keep on, keepin’on urlavano i RedSkins e quindi andiamo avanti, senza indugi e con “fermezza”! Con la stessa fermezza che il Presidente della Repubblica invoca al Governo sulla questione dell’articolo 18. Fermezza!
Sono giorni di diffusa “fermezza”, in ragioni di interesse economico l’Unione Europea chiede al governo Greco di essere fermo e deciso, lo stesso ci ricorda la Troika. Per salvare l’Italia [ ma da chè? Boh?!] bisogna essere fermi nel rientrare del debito pubblico. Il boccononiamo Monti è fermo e determinato nel tassare tutto il tassabile “per rigenerare le casse dello Stato Italiano” e la Ministra Ferrero è ferma nel non aumentare di tredici euro le pensioni minime! Piange, ma è ferma! Determinata. E adesso l’articolo 18. Tutti avanti con fermezza! Con piglio e decisionismo sfrenatao. Avanti senza indugi. Togliere l’articolo 18, che è si una garanzia abusata e sfruttata, ma è pur sempre una garanzia. E prima di rinunciarci, vorrei un’altra ciambella di salvataggio in questo mare di determinati sciacalli!
Con fermezza, si vada avanti con fermezza, ma…e c’è un ma! Quando bisogna ridurre la spesa, ovvero – per esempio – il contributo alla politica, la fermezza, cede il posto alla giusta ponderazione. Contributo all’editoria? Dobbiamo valutare con attenzione. Stipendi da fantascienza a Senato e Camera? Diritto acquisito difficilmente modificabile. Mutui ai Senatori all’1% e credito negati agli imprenditori? Un’antipatica cortesia.
…misà che scenderò DAVVERO in campo, e con uno slogan del genere. Fermezza? No, Reciprocità! Se si decide di indebolire l’articolo 18, bisogna rafforzare la capacità di avere più risorse a disposizione! 1% di interesse bancari ai giovani, non a incopententi manager della politica!
…what a fuc*! Ero così tranquillo e ora ritorno…punk! Lo spirito continua my friends!

lunedì 12 marzo 2012

[tasse] sulla case per comprare [case]


…questa è più o meno la situazione. Da una parte imprenditori che si tolgono la vita, poiché banche ed istituti finanziari negano ogni sorta di aiuto, dall’altra parte – visto in tv e su tutti i blog – le stesse banche offrono, non richiesto, mutui (soldi) a tassi sfacciati a Senatori e loro amici, sodali, compari di merende. Se ne parla, TV Show, o come si chiamano talk show, ed infatti si parla “solo”, i giornali, quasi tutti, accennano al suicidio di questi due disgraziati lavoratori e poco, ma veramente poco tempo ai privilegi della più abusata parola dell’ultime lustro; la Casta.
Certo se ne parla, un po’ ovunque. Giornalisti di note testate ci sono diventati ricchi parlando di sprechi, privilegi, sperperi ed ingiustizie. Se ne parla…caz** quanto se parla, però non si fa niente. Si ipotizzano improbabili studi, mi riferisco allo spendind review, per verificare “dove” si perdono le risorse. Sicuramente ci saranno tecnici della Bocconi, ma se convocassero Giulia da Bastardo avrebbero le idee chiare. Un esempio? Ecco una sua citazione: “ io pago le tasse sulla casa e loro si comprano le case con le mie tasse!”. Ovviamente il riferimento al parlamentare tesoriere di una formazione politica che, distraendo dal fondo del suo partito politico, si è fatto un impero immobiliare non è del tutto casuale.
Ma qui è il punto. La politica, prima responsabile dei questa sofferenza sociale, non solo non è minimamente toccata dalle difficoltà che centinaia di lavoratori stanno affrontando, ma continuerà a beneficiare di rimborsi ( per spese non sostenute) elettorali per un attività non svolta, e comunque svolta male.
O forse che mangiare in ristoranti da migliaia di euro sia essa stessa politica? Forse si…ma dai, no!

giovedì 1 marzo 2012

Richman, Brautigan e Rosso di Montefalco!



L’eterno ragazzino di Boston, il cantautore naif del rock and roll americano, il leader dei Modern Lovers degli anni Settanta, torna in Italia, dopo due anni di assenza, per un tour che lo porterà in sei città del nostro Paese: il 9 marzo 2012 a Firenze, il 10 marzo a Napoli, l’11 marzo a Roma per poi proseguire il 13 a Marostica (VI), il 14 a Trieste e il 15 marzo a Modena.
Un tour per riproporre e ricordare la carriera ultra trentennale di Jonathan Richman – prima a capo dei Modern Lovers, poi cantante e musicista solista – che ad oggi conta ben 35 album in studio, l’ultimo uscito lo scorso anno (“O Moon, Queen of Night on Earth”).
Ricordato come il cantastorie di “Tutti pazzi per Mary”, Jonathan Richman esordisce nei primi anni Settanta come cantante e chitarrista dei Modern Lovers, gruppo anticipatore del proto-punk statunitense e di riferimento per molti musicisti dell’epoca, tra cui David Bowie. Nel 1976, sciolta la band e persa l’originaria vena underground – nonostante l’enorme successo – Jonathan Richman prosegue come solista la propria carriera tornando alle origini del rock and roll e verso sonorità più spoglie e naturali, dalla musica country al garage, dalle power ballad fino alle melodie latine cantate in spagnolo.
La sua musica viene spesso definita come un folk gioviale e spartano dalla vena satirica e caricaturale. Le opere di Richman, non a caso, narrano storie e disavventure adolescenziali, talvolta autobiografiche, che si distinguono per la loro semplicità e il loro humour. Gag narrative, nostalgiche ballate folk, novelty doo-wap adolescenziali, folklore urbano e gioviale… il tutto avvolto da melodie minimal e rock acustico, quasi parlato, sussurrato per creare attorno a se al pubblico in ascolto la giusta sensibilità che occorre per apprezzare le sue canzoni: questi gli ingredienti del successo mondiale di Jonathan Richman.
Dal vivo Richman, amante della musica italiana e in grado di parlare un ottimo italiano, improvvisa delle cover di vecchi pezzi "italian beat". Leggendario la sua versione della Donna Riccia di Domenico Modugno in un memorabile concerto romano al Big Mama di qualche tempo fa!
Da ascoltare bevendo del Rosso di Montefalco e come sottofondo ad un altro suo “compare” minimalista come Richard Brautigan

PS. Ovviamente nel 1977, quando comprai il 7'' Roadrunner [copertina sopra], probabilmente la più famosa canzone pop-punk americana ever, coverizzata da circa 500 gruppi, non sapevo che sarebbebscoppiata una passione che ancora oggi mi...diverte. Perchè Richman è - fondamentalmente -fun time! Enjoy life!

martedì 28 febbraio 2012

Luci periferiche e matite urbane. l'arte di Paolo Cattaneo

"Parla del tuo villaggio e avrai parlato del mondo": questa frase di Tolstoj potrebbe forse descrivere i lavori di Paolo Cattaneo. Nei suoi fumetti protagonista é il villaggio delle periferie anonime, un microcosmo all’apparenza monotono ma increspato da mille sfumature, che le sue gallerie di personaggi iperrealisti colgono con accurata delicatezza di tratto. Racconti concisi, schizzati con precisione dalla matita e valorizzati da un grigio materico, attento ai dettagli, ai corpi e alle facce, volti grosziani dai tratti marcati, straripanti di particolari. Pagine fatte di vite asciutte, sospese tra il languore minimalista di Jiro Taniguchi e i motteggi da provinciale disilluso di Gipi, ma sempre personali nell’attingere al vissuto per renderlo patrimonio condiviso a chi legge.
Bella mostra dedicata all’autore [disegnatore] Genova, dal titolo “Pali della luce” ed in esposizione presso la libreria Inuit Libreria di Bologna. L’iniziativa si inserisce nel più ampio quadro di progetti che ci avvicinano all’evento fumettistico dell’anno, BilBolBul a Bologna dal prima al quattro marzo. più di quindici gli eventi paralelli che consentiranno di dare la giusta visibilità a quesgli "artisti" minori, che da sempre vengono considerati gli autori di fumetti. [ qui l'elenco]

lunedì 27 febbraio 2012

L'Ospite è sacro, anche su questo Blog! AK Press



Ogni tanto un pò di “ospitalità” non guasta. In fondo la presentazione che gli stessi attivisti del blog dell’AK press fanno di loro stessi e del loro “materiale”: Per quanta mi riguarda è dagli anni ottanta che faccio ricorso al loro catalogo e – credetemi – una volta con gli IMO era un impresa solo aver e il catalogo! Alle nuove generazioni dico…have a look!
The purpose of Revolution by the Book, the AK Press blog, is to inform people about anarchist publishing in general and AK Press in particular.
We will post interviews with AK authors, reviews of and excerpts from AK books, and reports on the events at AK. We will also post news about other anarchist publishers and booksellers, translations, interviews with activists behind other projects, and lists of relevant conferences. We will use video and audio whenever possible.
Initially, we will post new material three times per week, although we hope to publish with greater frequency in the near future. We encourage anyone interested to subscribe to our RSS feed and stop by as often as possible.
We would also like to know what you think about this blog. Posters will be required to register (which you do here) and please bear in mind that we expect participants to be nice to each other (we will delete off-topic comments and ad-hominem attacks).
We would be honored if one day our friends and comrades count this blog among.

Che altro aggiungere...scrivete sul motore di ricerca AK Press e divertitevi a leggere le tonnellate di notizie che vi arriveranno addosso!

[anche per oggi] Lo Spirito Continua.

sabato 25 febbraio 2012

Lo Spirito [decisamente] continua!




Ci sono “feticci” che si cercano sempre, anche se non si riesce mai a trovarli e diventano “mito", la ricerca è l’orgasmo, non il risultato. Questo un po’ il limite, ma anche la debolezza, non solo dei collezionisti, categoria che non mi interessa molto, ma degli appassionati. La differenza è sostanziale; un collezionista tende a “completare” una raccolta, un appassionato cerca solo alcune “cose”. Feticci di idee e periodi storici, di momenti importanti e di ricordi vivi.
Io, come penso avrete capito, ho la passione per il punk, essendo stato parte della scena con i NCIE (ma di questo parleremo più avanti) ed a quel periodo, dalle idee alle loro rappresentazioni, sono rimasto molto legato. Dopo una stagione dove le tensioni sociali e la natura ribelle del movimento, mi riferisco agli anni ’90, sono scemate, quasi scomparse, il nuovo millennio si ripresenta “disponibile” a confronti ed antagonismi verso questa Società (Sistema) sempre più profit-orientated, che stanno generando nuove pulsioni punk. Le centinaia di fanzine degli anni ottanta, sono state sempre più sostituite da blog attivisti che, non solo preservano lo spirito, ma lo rilancio a velocità sempre più accelerate…e navigando in internet, salta fuori questo blog giapponese fenomenale.
Crucialxtimes ben rappresenta lo spirito dei giovani punks, attenti al passato, ma ben presenti, anche in termini sentimentali, al presente e alle contraddizioni di un sitema, figlio sano dei Diritti e "Umanitario", che ha preso una strada ingiusta ed iniqua.
Anche questi altri blog sono interesanti, have a look/:/
http://crucialxtimes.com/xdx/?p=3992
http://howsyouredge.com/features/index.php



Lo spirito [decisamente] continua.

PS. Non l’avevo mai toccato, né visto, ma allora esisite! Il primo singlo dei Sex Pistols inciso per la EMI…wowooww…ed anche Asylum dei CRASS, in tutte le sue sfaccettature e i suoi flayers...e non vedo lora di mettere le mani sulla prima K7 dei Foxtrot di Roma, del 1976. Primo gruppo punk ever della capitale!

venerdì 24 febbraio 2012

"Reciprocità"! The next Big Thing



Cito dei titoli dalle pagine web di alcuni giornali. “senza costi competitivi dovremmo ritirarci da due stabilimenti” chiosa Marchionne. Draghi “modello sociale europeo superato”, quest’intervento rilanciato da quasi tutti i siti. “Fare ogni sforzo per l’intesa [per il lavoro]. “Dialogo, ma vecchie regole non valgono”. Oppure “pronti a discuterne, ma entro marzo la riforma [del lavoro]”. Sembra esserci un inaspettato decisionismo sui temi del lavoro e dei [vecchi, secondo loro] diritti dei lavoratori. Uno scalpitio che sorprende, lascia perplessi, al quale non siamo abituati e che cozza con l’immobilismo nei confronti dei mega stipendi dei manager pubblici. Insomma, ancora una volta il problema non è il “troppo”, ma il “poco”. Non si cerca di fare una massiccia economia riducendo lo stipendio del Capo della Polizia di 621.253,75 euro [ altri esempi qui ], ma ci si muove per limitare i diritti ( in parte abusati da alcuni lavoratori, questo è vero) minimi di lavoratori bottom, convinti che questa limitazione possa generare una sorta di economia.
Leggo su un giornale “il Manager X prende più di Obama”…e allora? Riduciamo. Punto. L’OSCE “ i nostri boiardi tra i più pagati al momdo”…e allora? Tagliare e basta! Con la stessa risolutezza e determinazione con il quale si è posticipata l’età pensionabile a migliaia di lavoratori, con la quale si sono limitate rivalutazione di pensione di poche decine di euro, con la quale si è provveduto a tassare case e cose di chiunque.
Perché, appare chiaro a chiunque, che questa messe d’imposta serve a mantenere in piedi una macchina che sbanda paurosamente ed è guidata da questi “boiardi”…e li paghiamo pure bene! What a fuc*!
Cito Errico Malatesta e un suo pensiero che sento mio, anche se va contestualizzato alla realtà di questi giorni: “L’Anarchia, al pari del socialismo, ha per base, per punto di partenza, per ambiente necessario, l’eguaglianza di condizioni; ha per faro la solidarietà; e per metodo la libertà”.
Manca un parola, ovvero reciprocità. Quello che vale per “loro”, deve valere anche per “voi” e viceversa. Decisionismo nel tagliare le pesnioni? Ok, ma caz**, un secondo dopo riduzione macroscopica di questi vergognosi privilegi!
Reciprocità! The next big thing!
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