Forse farà un po’ sorridere, ma quando mi capita di ascoltare lavori come quello dei La Crisi mi rilasso e penso che c’è ancora speranza. Non speranza per l’uomo o la società, e del resto nome così o brani come La mia amica sfortuna son emblematici di un modo di pensare, ma per la musica, nella fattispecie l’hardcore. Con due dischi importanti come La crisi e Tutti a pezzi era onestamente difficile chiedere di più da Mayo e soci, forse bastava andare avanti con il pilota automatico e ci si sarebbe divertiti lo stesso. Ma III - Paura a colazione non è solo un altro album, è un gradino oltre quanto già fatto. Trasferitisi armi e bagagli a Salem, sempre alla corte di Kurt Ballou (CONVERGE), i nostri son stati capaci in cinque giorni che immagino frenetici, a tirar fuori un piccolo capolavoro del genere. Un album in cui la voce di Mayo si spinge ancora più in alto, gli stacchi si fan sempre più vertiginosi, e quando ascolterete Una spiegazione logica capirete di quel che parlo, e la perizia tecnica è di primi della classe. La vera novità è l’autoproduzione del lavoro: via da tutte le etichette il gruppo rischia in proprio, il che di questi tempi ci sembra tanto encomiabile [ per questo comprate italiano! Almeno il punk! e che caz**!!] quanto impegnativo. Un altro tentativo insomma per risvegliare coscienze un po’ troppo sonnolente: certamente un altro centro in una carriera finora perfetta per un gruppo diventato ormai una colonna portante dell’hardcore italiano.
on-line su mucchio.it
Allevatori di Morte degli aquilani Livore é semplicemente uno dei migliori dischi di hc italiano che mi sia capitato di ascoltare negli ultimi mesi. C'é davvero poco da obiettare: testi molto belli, grande registrazione, notevole sfoggio di tecnica da parte di tutti i componenti, un artwork davvero toccante. Se all'hc musicalmente si chiede potenza, groove e aggressività, beh, qui la risposta é: oooh yes! Aggiungiamoci una sana e chiara attitudine libertaria e il quadro si completa al meglio. A volte la musica h.c. (per i nostri gusti) trasuda una quantità di testosterone troppo elevata: nei Livore però, la presenza femminile al microfono é perfetta per mitigare l'olezzo di sudore virile, senza rinunciare ad un briciolo di tamarra veemenza. Insomma, questo per dire che, pur mantenendo gli stilemi del moderno h.c. che flirta col metal, i Livore non cadono in ovvietà di genere. A noi [ ma anche a me! ndr]piacciono le cose un po' transgender, lo sapete.
Cool! E Grazie
RispondiEliminawww.lacrisi.com
Bel Blog! Polical Punk
RispondiEliminaXX77