A volte ritornano e più mejo di prima.
Non è neanche finito, ma è già aperto. E' il primo Record store della celebre
catena londinese Rough Trade, ad
aprire i battenti a New York. Il punto vendita si trova nel rione di
Williamsburg, ed è il più grande della Mela, con i suoi 1.400 metri quadri di
spazio, che alloggiano anche una sala attrezzata per esibizioni live, da 250 posti. All'interno, naturalmente,
cd, vinili e tutto quanto pertinente al mondo della musica alternativa Rough Trade mostra di voler replicare il successo del
suo punto vendita Est, a Londra, aperto nel 2007 contro ogni pronostico degli
esperti di marketing - in una fase di mercato più che stagnante - e fautore del
rilancio della catena. Ma andiamo avanti e sull’ultimo numero di Vive
le Rock [magazine per anime punk!!]
una bellissima intervista a Pete
Stennett, fondatore della Small Wonder Records, ci ricorda i
giorni del primo EP dei CRASS e la
storia della censurata Asylum, che
nel vinile diventerà una
traccia di due minuti di silenzio, ironicamente intitolata The Sound Of Free
Speech. Sono questi, come dirà lo stesso Stennet sul concetto “noi contro loro” ad essere quei segnali
di intransigenza che mi mancano. Il senso di appartenenza ad una comunità,
fosse anche solo punk, era la chiave di volta per iniziare una battaglia che
porterà non solo gli stessi CRASS a fregarsene della censura di Asylum, ma ad iniziare quell’attività
terroristica che sarà l’intera produzione della CRASS record’s.
..oggi
di quello spirito di appartenenza resta ben poco ed è proprio nella
parcellizzazione dei Movimenti, della non aggregazione, se non virtuale, delle
idee che l’attuale regime economico trae la sua forza. Una volta, anni fa,
scrissi su Nuova Politica che il
virtuale, se proiettato indietro nel tempo, avrebbe sicuramente cambiato la
nostra storia. Provate ad immaginare un Robespierre, ai giorni nostri di FaceBook, inveire contro la Monarchia e
sollevare le folle contro il Re. Avrebbe sicuramente milioni di “mi piace”, ma
pochissimi rivoltosi al fianco! Ed adesso invece di chiamarla Rivoluzione
francese la chiameremmo…FlashMob!
What a fuc*!