E’
convinzione comune che con l’arrivo di internet, ma ancora più con la digitalizzazione del mondo, le riviste
in carta così come per i libri, siano destinate a scomparire. In parte è vero,
però – dall’altra parte – la digitalizzazione dei contenuti hanno consentito ad
un totem dell’informazione musicale veramente “alternativa” – The Wire
- di rendere disponibile l’intero archivio – al costo di un semplice
abbonamento annuo – dei precedenti e rarissimi numeri arretrati. Quindi qual è la domanda? La scomparsa di riviste in carta è più
dovuta alla banalità dei contenuti sino ad ora trattati o dall’arrivo di quel
digitale che consente – agli stessi contenuti – di essere rilanciati a livello
globale senza costrizioni di tempo, reperibilità e – non ultimo – di spesa?
Ovviamente non ho risposta, ma sono felice che the Internet Syndicate [ parleremo in futuro del IS ]abbia reso disponibile,
almeno per me, l’opera omnia di The Wire.
Pensate
che sul The
Wire#1, uscito nell’estate del 1982 [ l’Italia vinceva i Campionati
del Mondo di Calcio ] già si parlava di Steve Lacy, Max Roach e della Leo Records. Sul secondo Numero Carla Bley e i Rip, Pig + Panic [ chi
se li ricorda? Gruppo inglese, erroneamente etichettato come punk, nel quale
cantava Nené la figlia di Don Cherry ].
Non so
voi, ma in questo caso ( raro) benedico il mio Tablet e mi rileggerò la storia
della musica alternativa globale dal basso, ovvero dalle origini. Sarà una
calda ma proficua estate.
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