Con
questo titolo (e il sottotitolo “Pinelli,
chi c'era in quella notte”) è da poco uscito un libro delle Edizioni Zero in Condotta che, in qualche modo, riaffronta la questione
della morte di Pinelli”, anzi, come si dice ormai in modo diffuso, dell’anarchcicoPinelli con un occhio
particolarmente “documentaristico".
Si tratta di un'appassionata e documentata
ricostruzione di uno degli episodi emblematici della dell’inizio della modernità italiana, intrecciato com’è con
le cronache e le vicende politico-giudiziarie della madre di tutte le stragi,
cioè l'attentato del 12 dicembre 1969 a Milano, in piazza Fontana.
Ne sono autori un avvocato autodefinito anarchico (Fuga) e un componente nell’anno 1969 (con lo stesso Pinelli e altri) di CroceNera Anarchica, e con la collaborazione di Elda Necchi.
Questo libro condensa anni di ricerche e contribuisce a illuminare meglio sia lo svolgimento dei fatti al famoso quarto piano della Questura milanese; sia il più generale contesto nel quale avvennero, tra servizi segreti, politica, depistaggi, ecc..
Ne sono autori un avvocato autodefinito anarchico (Fuga) e un componente nell’anno 1969 (con lo stesso Pinelli e altri) di CroceNera Anarchica, e con la collaborazione di Elda Necchi.
Questo libro condensa anni di ricerche e contribuisce a illuminare meglio sia lo svolgimento dei fatti al famoso quarto piano della Questura milanese; sia il più generale contesto nel quale avvennero, tra servizi segreti, politica, depistaggi, ecc..
Particolarmente
ricco ed interessante il materiale iconografico presente nel libro. Tra vecchie
foto e riproduzioni di improvvisate piantine della stanza dove ha trovato (l’idea
de) la morte l’anarchcicoPinelli si
respira, indipendentemente da quale parte ci si voglia posizionare, l’aria
degli anni settanta.
Cercatelo
in libreria, il lavoro di ricerca affrontato dagli autori vale la pena di
qualche minuto di particolare attenzione.
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