C’è una ( piacevole ) tendenza vintage in questi ultimi anni sul punx italiano: quella di ristampare vecchi ed oramai introvabili album autoprodotti di seminali ma rancorose band italiane. Tra queste i Wretched di Milano. Dei Wretched si è fatto un gran parlare negli ultimi anni, ma loro sono come scomparsi. La loro totale assenza (insieme alla loro importanza non solo musicale) ha contributo a creare una specie di mito. Non sarò certo io a volerne scriverne la storia (ci pensi qualcun altro, se ha la voglia). Quella dei Wrwtched fù sicuramente una esperienza unica. I primi 7 pollici avevano dei titoli incredibilei tipo In nome del loro poter tutto è stato fatto per distruggere il mondo in cui vivi e costavano solo 1000 lire ed erano pieni zeppi di flayer e grafiche varie. Anche il loro primo e famoso LP 33 fù qualcosa di devastante. Chaos punk a 4000 lire!. Insomma, davvero un gruppo unico. Coerenti con il sistema dell’autoproduzione distribuivano i dischi solo per posta ed era difficilissimo riuscire a contattarli.
Il sistema del Do it by yourself ha prodotto nel nostro paese esperienze interessanti e irriproducbili ( la Blu bus di Torino per esempio, con i Kina e i Franti ) distanti anni luce dalle finte pantomime di BeppeGrilli & Co. I quali, da una parte invocano il vecchio slogan Fuck the system e dall’altro si vendo on-stage a carissimo prezzo nello stesso sistema che contestano.
Punk never die!
Il sistema del Do it by yourself ha prodotto nel nostro paese esperienze interessanti e irriproducbili ( la Blu bus di Torino per esempio, con i Kina e i Franti ) distanti anni luce dalle finte pantomime di BeppeGrilli & Co. I quali, da una parte invocano il vecchio slogan Fuck the system e dall’altro si vendo on-stage a carissimo prezzo nello stesso sistema che contestano.
Punk never die!
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