mercoledì 3 aprile 2013

Scomposizione dell’uomo moderno – #1 Blues

Back Again! E si, dopo più di centocinquanta giorni e decine e decine di viaggi, con aeroporti ed instabili collegamenti wireless come compagni di pomeriggi d’attesa in noiose e asettiche  sale d’aspetto, il vostro blogger pigro è tornato. 150 giorni non sono poi così tanti; ma da noi molto è successo ( e molto altro succederà ancora ) e troppo poco se ne è parlato e sempre meno se ne parlerà. Ho provato a rileggere qualche vecchio post per cercare di essere un po’ coerente ( parola tornata di “moda” in questi giorni di dibattiti e statement politici, ma nulla più. Solo moda) e contiguo con il mio pensiero, ma…già “ma”, non sono riuscito a trovare un filo da ricollegare se non nelle vecchie passioni di sempre: il punk, il pensiero liberista e anarchico, l’impegno civile, il commitment per la libertà di tutti e l’amore verso chiunque viva la vita con gaiezza e gioia! Love and respect my friend!.
Però, di ritorno da Teheran ( sul quale avrò modo di postare un paio di considerazioni in futuro) mi è venuto in mente un pensiero ( ispirato dalla forza omologazione dei cittadini iraniani) che sintetizzerei così: Scomposizione dell’uomo moderno. Cosa intendo? Ok follow me buddies! Lets start once again this Blog!
Tutto gira attorno ad una frase del filosofo Georg Simmel, ovvero: "L'uomo moderno è simile a una cifra da cassaforte, formata da elementi comuni a tutti gli altri, mescolati però in modo da produrre una precisa e inconfondibile combinazione. " Chi se la sente di argomentare il proprio dissenso? Non io e l’idea è questa: ammesso e non concesso che siamo tutti formati da elementi comuni perché non scomporre l’individuo sino alla sua natura essenziale dell’elemento comune, il suo hard-core, basic approach e l’ortodossia dell’essere. Lo stimolo è vedere cosa si trova alla fine del percorso. Semplice [secondo me], alla fine c’è la natura stesso dell’individuo: quella “cosa” che lo contraddistingue dalle bestia. C’è chi la chiama anima, chi elemento spirituale, chi cerca di dare un ragionamento a qualcosa di non “ragionabile” ovvero l’amore ed il sentimento. Insomma, non sono un poeta, sono un radicale, ma credo che quest’idea dello “scomporre” sia efficace ed attuale per superare ogni forma di incomprensione e conflittualità.
Utopica? Forse ( ma non lo sono tutte le idee rivoluzionarie ed anarchiche? ), ma provate a “radicalizzare” il vostro percorso di scomposizione nei giorni nostri. Un esempio? Ok…
Negli ultimi dieci anni è (worldwide) aumentata la povertà in senso generale, tuttavia le banche mondiali continuano a generare profitti ( per persone fisiche). Domanda? Come è possibile? Risposta. L’impalcatura che sorregge la società così come la conosciamo si lega al meccanismo del profitto=richezza, ma – contrariamente al passato – la ricchezza di per se stessa non genera più ne solidarietà ne cultura mecenatica, ma anzi alimenta sempre più egoismi e individualismi edonistici. Si ostenta una Ferrari e una bella gnocca e si diffonde su tutti i media che si fa carità, ma…fuc* off nessuno vuole la carità di nessun altro. L’impegno [commitmen] di chi ce l’ha fatta deve essere quello di condividere il proprio risultato per soddisfare quegli aspetti della propria natura comuni a tutti: la gioia e la gaiezza per una vita che – alla fine, spacchettata – è comune a tutti (comunità).
La faccio semplice my friend…ma che senso ha raggiungere il migliore dei risultati se non lo condividi con chi ti vuole bene, ti ama. Il rispetto è intimo, il contrario è ruffianeria!
Meglio povero e amato che ricco e odiato! Retorico? Yeahhhhhhh….so what? La “radicalizzazione” della scomposizione porterà sempre ad una visione del mondo in bianco o nero. Pure and Simple!
Life is simple, unpack your life and you’ll see!
See you soon! Ci vediamo presto…e con più frequenza!

2 commenti:

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...