Nata nella east London, the wild-one are, Gee Vaucher è diventata famosa come membro astratto dell’Anarco-punk-Band dei CRASS. Le sue copertine, oramai diffuse e riprodotte in tutto il mondo, hanno accompagnato quella mancata rivoluzione civile che l’intero movimento punk inglese involontariamente aveva innescato. Attraverso una tecnica mista di collage, pinting e banalazzizzazione dell’iconografia del quotidiano, Vaucher era riuscita, nonostante i tempi, a shockare la comunità borghese della perfida Albione.
Anche per lei, dopo lo scioglimento dei CRASS, è iniziato un percorso intimistico che la sta portando in aree e dimensioni meno ribellistiche, ma non per questo, meno emotivamente coinvolgenti. Recentemente a San Francisco, nel quadro di un esibizione congiunto con l’altro grande maestro della Punk iconography Winston Smith, è stato possibile visionare quale nuovi messaggi una vecchia voglia condividere con noi…imborghesiti punk!
Date un occhiata questi link. C’è ancora tanta sana voglia di farci guerdare e detestare. Let’s punk your time…
Invece, poche righe, per segnalare ai pochi lettori ( però che sorpresa, un ritorno con il botto!!! ) questa tre-giorni-tre con Patti Smith a Roma. Qui segue dalla presentazione dell’Ufficio stampa dell’Auditorium di Roma: My Festival è il più importante progetto speciale in ambito musicale varato dalla Fondazione Musica per Roma in occasione del decennale dell’Auditorium di Roma: il nuovo format è “firmato” da Patti Smith che curerà la “regia” di diversi giorni di programmazione. Naturalmente è prevista la partecipazione in prima persona dell’artista americana cui è affidata l’intera rassegna, a partire dal concerto-capolavoro “Horses”, che ripercorre le tracce dell’album epocale del ’75. Inoltre la sua partecipazione è al centro del progetto “The Smith Family”, a fianco di Jackson Smith e Jesse Smith, con la partecipazione di Tony Shanahan.Tra gli appuntamenti interdisciplinari una serata dedicata al grande poeta e amico Allen Ginsberg con la partecipazione di Philip Glass, Lenny Kaye, Jesse Smith e, naturalmente, Patti Smith.
Insomma, a volte, l’America non è poi cos’ lontana!
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