martedì 28 febbraio 2012

Luci periferiche e matite urbane. l'arte di Paolo Cattaneo

"Parla del tuo villaggio e avrai parlato del mondo": questa frase di Tolstoj potrebbe forse descrivere i lavori di Paolo Cattaneo. Nei suoi fumetti protagonista é il villaggio delle periferie anonime, un microcosmo all’apparenza monotono ma increspato da mille sfumature, che le sue gallerie di personaggi iperrealisti colgono con accurata delicatezza di tratto. Racconti concisi, schizzati con precisione dalla matita e valorizzati da un grigio materico, attento ai dettagli, ai corpi e alle facce, volti grosziani dai tratti marcati, straripanti di particolari. Pagine fatte di vite asciutte, sospese tra il languore minimalista di Jiro Taniguchi e i motteggi da provinciale disilluso di Gipi, ma sempre personali nell’attingere al vissuto per renderlo patrimonio condiviso a chi legge.
Bella mostra dedicata all’autore [disegnatore] Genova, dal titolo “Pali della luce” ed in esposizione presso la libreria Inuit Libreria di Bologna. L’iniziativa si inserisce nel più ampio quadro di progetti che ci avvicinano all’evento fumettistico dell’anno, BilBolBul a Bologna dal prima al quattro marzo. più di quindici gli eventi paralelli che consentiranno di dare la giusta visibilità a quesgli "artisti" minori, che da sempre vengono considerati gli autori di fumetti. [ qui l'elenco]

lunedì 27 febbraio 2012

L'Ospite è sacro, anche su questo Blog! AK Press



Ogni tanto un pò di “ospitalità” non guasta. In fondo la presentazione che gli stessi attivisti del blog dell’AK press fanno di loro stessi e del loro “materiale”: Per quanta mi riguarda è dagli anni ottanta che faccio ricorso al loro catalogo e – credetemi – una volta con gli IMO era un impresa solo aver e il catalogo! Alle nuove generazioni dico…have a look!
The purpose of Revolution by the Book, the AK Press blog, is to inform people about anarchist publishing in general and AK Press in particular.
We will post interviews with AK authors, reviews of and excerpts from AK books, and reports on the events at AK. We will also post news about other anarchist publishers and booksellers, translations, interviews with activists behind other projects, and lists of relevant conferences. We will use video and audio whenever possible.
Initially, we will post new material three times per week, although we hope to publish with greater frequency in the near future. We encourage anyone interested to subscribe to our RSS feed and stop by as often as possible.
We would also like to know what you think about this blog. Posters will be required to register (which you do here) and please bear in mind that we expect participants to be nice to each other (we will delete off-topic comments and ad-hominem attacks).
We would be honored if one day our friends and comrades count this blog among.

Che altro aggiungere...scrivete sul motore di ricerca AK Press e divertitevi a leggere le tonnellate di notizie che vi arriveranno addosso!

[anche per oggi] Lo Spirito Continua.

sabato 25 febbraio 2012

Lo Spirito [decisamente] continua!




Ci sono “feticci” che si cercano sempre, anche se non si riesce mai a trovarli e diventano “mito", la ricerca è l’orgasmo, non il risultato. Questo un po’ il limite, ma anche la debolezza, non solo dei collezionisti, categoria che non mi interessa molto, ma degli appassionati. La differenza è sostanziale; un collezionista tende a “completare” una raccolta, un appassionato cerca solo alcune “cose”. Feticci di idee e periodi storici, di momenti importanti e di ricordi vivi.
Io, come penso avrete capito, ho la passione per il punk, essendo stato parte della scena con i NCIE (ma di questo parleremo più avanti) ed a quel periodo, dalle idee alle loro rappresentazioni, sono rimasto molto legato. Dopo una stagione dove le tensioni sociali e la natura ribelle del movimento, mi riferisco agli anni ’90, sono scemate, quasi scomparse, il nuovo millennio si ripresenta “disponibile” a confronti ed antagonismi verso questa Società (Sistema) sempre più profit-orientated, che stanno generando nuove pulsioni punk. Le centinaia di fanzine degli anni ottanta, sono state sempre più sostituite da blog attivisti che, non solo preservano lo spirito, ma lo rilancio a velocità sempre più accelerate…e navigando in internet, salta fuori questo blog giapponese fenomenale.
Crucialxtimes ben rappresenta lo spirito dei giovani punks, attenti al passato, ma ben presenti, anche in termini sentimentali, al presente e alle contraddizioni di un sitema, figlio sano dei Diritti e "Umanitario", che ha preso una strada ingiusta ed iniqua.
Anche questi altri blog sono interesanti, have a look/:/
http://crucialxtimes.com/xdx/?p=3992
http://howsyouredge.com/features/index.php



Lo spirito [decisamente] continua.

PS. Non l’avevo mai toccato, né visto, ma allora esisite! Il primo singlo dei Sex Pistols inciso per la EMI…wowooww…ed anche Asylum dei CRASS, in tutte le sue sfaccettature e i suoi flayers...e non vedo lora di mettere le mani sulla prima K7 dei Foxtrot di Roma, del 1976. Primo gruppo punk ever della capitale!

venerdì 24 febbraio 2012

"Reciprocità"! The next Big Thing



Cito dei titoli dalle pagine web di alcuni giornali. “senza costi competitivi dovremmo ritirarci da due stabilimenti” chiosa Marchionne. Draghi “modello sociale europeo superato”, quest’intervento rilanciato da quasi tutti i siti. “Fare ogni sforzo per l’intesa [per il lavoro]. “Dialogo, ma vecchie regole non valgono”. Oppure “pronti a discuterne, ma entro marzo la riforma [del lavoro]”. Sembra esserci un inaspettato decisionismo sui temi del lavoro e dei [vecchi, secondo loro] diritti dei lavoratori. Uno scalpitio che sorprende, lascia perplessi, al quale non siamo abituati e che cozza con l’immobilismo nei confronti dei mega stipendi dei manager pubblici. Insomma, ancora una volta il problema non è il “troppo”, ma il “poco”. Non si cerca di fare una massiccia economia riducendo lo stipendio del Capo della Polizia di 621.253,75 euro [ altri esempi qui ], ma ci si muove per limitare i diritti ( in parte abusati da alcuni lavoratori, questo è vero) minimi di lavoratori bottom, convinti che questa limitazione possa generare una sorta di economia.
Leggo su un giornale “il Manager X prende più di Obama”…e allora? Riduciamo. Punto. L’OSCE “ i nostri boiardi tra i più pagati al momdo”…e allora? Tagliare e basta! Con la stessa risolutezza e determinazione con il quale si è posticipata l’età pensionabile a migliaia di lavoratori, con la quale si sono limitate rivalutazione di pensione di poche decine di euro, con la quale si è provveduto a tassare case e cose di chiunque.
Perché, appare chiaro a chiunque, che questa messe d’imposta serve a mantenere in piedi una macchina che sbanda paurosamente ed è guidata da questi “boiardi”…e li paghiamo pure bene! What a fuc*!
Cito Errico Malatesta e un suo pensiero che sento mio, anche se va contestualizzato alla realtà di questi giorni: “L’Anarchia, al pari del socialismo, ha per base, per punto di partenza, per ambiente necessario, l’eguaglianza di condizioni; ha per faro la solidarietà; e per metodo la libertà”.
Manca un parola, ovvero reciprocità. Quello che vale per “loro”, deve valere anche per “voi” e viceversa. Decisionismo nel tagliare le pesnioni? Ok, ma caz**, un secondo dopo riduzione macroscopica di questi vergognosi privilegi!
Reciprocità! The next big thing!

mercoledì 22 febbraio 2012

TI prendo pure per il cul*!



…è incredibile! A volte la vita ti prende proprio per il cul*, e la derisione, un pò come il Buddha, dimora dove meno te lo aspetti. Questi giorni un po’ tutti i giornali e le tante telivisoni italiane hanno seguito con apprensione ( ma con la stessa “comprensione”?...boh?) la questione della Grecia e del prestito super-bilionario che l’EU avrebbe dovuto erogare a fronte dei “sacrifici” [eufemismo] del popolo ellenico per garantire il rientro, almeno parziale, degli investitori europei. Va detto per inciso che la maggior parte degli investimenti, il che vuol dire del profitto della stessa “finanza” che ha generato questa crisi [economica] mondiale, è tedesco e francese. Sarà una coincidenza? Non lo so, non sono un finanziere, ma un punk!
Comunque, qual è il punto? In un intervista televisiva Mr. Olli Rehn, finlandese e Commissario Europeo per gli affari economici e monetari, ha dichiarato, dopo una discussione di 14 ore per decidere se “salvare” o meno la Grecia da un default finanziario, che “I have learnt that marathon is indeed a Greek word”, quando qualcuno gli ha fatto notare che è stata una lunga maratona. Ti prendono anche per il cul*!
Beata ignoranza…ed è questa gente che la cultura storica ellenica ora, quella latina in futuro è affidata.
More teachers, more farmers, less bank, less profit.

lunedì 20 febbraio 2012

Giovani negli anno ottanta, vecchi ora!



…saranno questi giorni un po’ [socialmente] cupi. Sarà che assistere alla "commercializzazione" e alla svendita di un popolo millenario, come quello greco, mi stà un po’ facendo riemergere un vecchio spirito anti-sistema che pensavo, con la matura età ed una certa capacità di inserimento nella società moderna, di aver rimosso per sempre. Saranno tutte le noiose polemiche sull’art.18 e Celentano, e sulla [bellissima, meglio la Belen, altro che la Fornero…e mo chi glielo dice alla figlia di Bersani!] farfalla della gnocca argentina. Insomma…sarà che sono un po’ scojonato, ma in questi giorni ( come una vecchia massaia acida) ho riordinato un po’ la mia libreria e i miei vecchi dischi e le tantissime fanzine…e mi sono accorto di avere tonnellate di robba punk! Cool…
Tra questa quantita di materiale anche vecchissimi numeri [ #8,#11#14-16,#20..e altri ] di maximum rockandroll. Che rimane la più longeva rivista punk ever, ben fatta e non troppo “bigotta-punk”…non è sempre stata la migliore, in passato – sempre in America – c’era Punk Planet, non più disponibile da tanto, neanche in internet, ma riuscì ad elevare l’idea del punk come musica, sino al livello di punk come comunità.
Sono sempre rimasto legato a questa idea, della punk Community, che nel frattempo è cresciuta, si è evoluta, qualcuno di noi si occupa di Diritti Umani, altri sono in qualche business corporate, ma comunque presenti nella scena. E non solo con la musica, ma anche con i comportamenti e le azioni.
“…to create something for our own personal satisfaction, because everything in our youthful and limited opinion sucked, and we knew better”, ci ricorda John Doe, degli X di Los Angeles. Questa è la semplice idea, allora avevamo la consapevolezza che quello che accadeva non era la cosa giusta. Erano gli anni ottanta, dove edonismo e una corsa alla ricchezza generata dalla finanza avevano drogato l’intera società civile ed i giovani di allora. Oggi la stessa finanza uccide un popolo e la storia di intere nazioni si piega sempre più agli interessi degli investitori. I giovani sono diventati vecchi e sono stati essi stessi travolti da questo Tsunami del nulla!
Mi rimane la voglia…contenere la mia frustrazione e spero ancora nella consapevolezza delle nuove generazione, che sembra – con fatica- emergergere.
Lo Spirito continua!
PS da sito di date un occhiata questo libro disponibile in PDF. Una collezione di flayers punk che mi hanno ricordato come negli anni ottanta, senza internet, posta elettronica e telefonini, abbiamo comunque fatto circolare l’idea…well done Andrea, Keep on,Keepin’on


venerdì 17 febbraio 2012

...eppur si muove! Langa HardCore


Eppure qualcosa si muove, se è vero, come è vero, che anche le Langhe si sono punkizzate. Finalmente anche nell’aspra terra delle montagne piemontesi, tra nocciole e dolcetto d’alba, si è acceso il fuoco del punk HC. Era auspicabile che tra gipponi e benessere a go-go, anche tra i firmati langhetti qualcuno sapesse cogliere il vero spirito degli agri contadini. Montanari e ribelli!
Andate sul questo sito [ link qua sotto ] e ordinate tutto l’ordinabile. One more Dublin, one more Bilbao…one more Langa!
http://www.tadcarecords.org/chi-siamo/
Siamo la nuova scuola che pretende di avere metabolizzato la lezione musicale, anti-musicale e oserei dire meta-musicale dell’HC degli anni ’80, quando autoproduzione e autogestione confermavano l’essenza di questa scena: non è solo musica. Ringrazierò a vita i valdostani Kina e la loro Blu Bus per avermi dato la possibilità di scoprire, durante i turbamenti adolescenziali, prezioso materiale di critica verso l’esistente che fu determinante per la mia formazione; si partiva dall’ascolto di vinili dall’impatto devastante (anche per via dei testi delle canzoni), ci si conosceva ai concerti, al bancone degli allora chiamati c.s.o.a. , oppure a questa e quella iniziativa, per arrivare poi, secondo il percorso individuale di ognuno, ad una maturità che necessita tuttora di continue nuove letture non-convenzionali, per completare e dare forma a qualcosa che non riusciamo ancora bene a definire…
Lo spirito continua…anche tra i monti, e le valli, tra il Partigiano Johnny e Wanda la tessitora…

lunedì 13 febbraio 2012

How to listen HardCore Punk in 7 steps.



…beh, internet è sempre più divertente! Un esempio! In questi giorni sto lavorando sull’evoluzione dell’approccio stright edge nelle culture “movimentistiche” del nuovo millennio. Dovrebbe diventare un pamphlet di 36 pagine, ma ne riparleremo più avanti. Per quello che vedo, e anticipo un po’ il risultato, in questi giorni di stright edge c’è ben poco. Forse è anche vero che sono giorni di tensione sociale e non interiore, ma una sana visione non edonistica, né incazzata, sarebbe utile per affrontare e “capitalizzare” al massimo la rabbia che stà crescendo un po’ ovunque ed anche – immagino – dentro di noi. Non si può, né si deve rimanere insensibili all’ingiusta sofferenza provocata ai cittadini ellenici per garantire gli “investitori”. Whata fuc*!!!
Comunque, girando nella rete mi sono imbattuto in questo divertente, ma “istruttivo” sito wikihow.com, che sul modello di wikipedia, è un open source sui suggerimenti sul “coma-fare-qualcosa”. E cosà ti trovo? How to listen to hardcore punk in 7 steps. Da leggere assolutamente!
Ora, a parte il fatto che mai avrei immaginato che ci fosse bisogno di un percorso tutorial per ascoltare (ed essere) punk, ma particolarmente divertente è il punto 4 Understand what hardcore is not, ed un paio di “vere” raccomandazioni.
La prima, non una raccomandazione ma un imperativo, Don't form a band to look cool.
La seconda è “vangelo”, Don't be a poser. If your heart isn't in it, people can tell. Why would you wanna be something you're not? .
Questi giorni ho ripetuto spesso un refrain che ben rappresenta un vecchio punk di 48 anni, ma che dovrebbe essere il vento che soffia alle vostre/nostre spalle quando la Società civile che ci appartiene, ci diventa ostile e non ci rappresenta più…lo spirito continua! E' difficile essere qualcosa che non si è...and I'm still punk!
Keep on, keepin’on!

domenica 12 febbraio 2012

Castellani, un pò piemonte, un pò Langa, still rebel!




I miei pochi lettori, ma stanno di nuovo aumentando visto il “ritorno” del blog!, ricorderanno che spesso ho dedicato qualche post alle ribelli Langhe ed ai suoi [tristi] eroi come Pavese, ancorché più rebel come Fenoglio. Il paesaggio, nella sua austerità geografica, si presta ad essere una “roccaforte” di culture ed identità fortemente geografiche e decisamente territoriali. Le Langhe sono dei langhetti…and the rest can go fuc*! In un momento storico dove la sovranità nazionale è ridicolizzata da “interessi” e percentuali finanziarie, e mi riferisco alla magna Gracia, avere un identità e coltivare un’appartenenza alla terra, alla memoria, alla propria gente non è male.
Sarà anche per questo che le Langhe, l’Irlanda e la regione delle Euskadi mi sono nel cuore, nell’intimo delle mia passione e del mio impegno civile!
Da questo micor-quadro generale emerge un nuovo soggetto, più piemontese che langhetto, che potrebbe diventare una piccola perla di cultura italica. Mi riferisco al cantore Matteo Castellano, nato a Torino ma cresciuto a Saluzzo, in piena Langa . E’ uscito da poco il suo CD distribuito più in proprio che attraverso il debole network della distribuzione “alternativa”. Ezio è il titolo dell’album e si puo acquistare direttamente sul sito dello chansoner. [ qui la procedura]
Con piacere si parla di Castellano anche sul numero 368 di Rivista Anarchica e, per coloro che potranno, andate a vedere i concerti, un po’ teatro, un po’ surreal.folk, che nei prossimi mesi faranno parte della micor-tournee del cantautore nelle Langhe.
Enjoy real folk...and support the local scene!

Altri Link su Castellano qui e qui!

giovedì 9 febbraio 2012

...laddove non è riuscito Sersi, riuscirà la Markel?



Seguo con molta inquietudine quello che stà accadendo in Grecia e non posso non essere solidale con i milioni di cittadini ellenici indignati per le tristissime immagini di un Governo che dovrebbe ( a questo punto il condizionale si presta a tanti tristi significati) rappresentare un popolo, poi una Nazione, con tutta la sua dignità, storia, tradizione e conoscenza – e tutti noi dobbiamo “qualcosa” alla magna Grecia! Tedeschi e francesi inclusi! -, negoziare per la sua sopravvivenza con le…banche! Hitler, Mussolini, i giapponesi con l’Imperatore, si sono arresi non a degli interessi, ma ad un idea di società, quella liberale e liberista, che regimi basati su ideologie repressive avevano eliminato dalla società civile. Le persone sono morte per essere più liberi e mai e poi mai avrebbero pensato che questa libertà avesse un “costo”!
Ideali, non interesse. Valori, non guadagni! What a fuc*!
Cercando in rete un immagine che ben rappresentasse bene questi banchieri pronti a sbranare per mantenere il loro opulento profitto, mi sono imbattuto nel sito di Tomer Hanuka, un brillante illustratore che vive a New York e che non conoscevo. Decisamente efficace il suo segno, soft ma tagliente e l’uso del nero, molto parco a dire il vero, non è mai utilizzato a supporto delle linee.
Bel lavoro, bella pagina internet e bellissimo blog incorporato con il fumetto so new yorker the cost of living!
…cosa dire agli amici graci! Keep on, keepin’on! Non mollate! E se c’è qualche lettore ellenico gli suggerisco questi tre link per un po’ di sano punk!

Lo Spirito Continua, anzi...deve continuare! Go! Go! Go!


mercoledì 8 febbraio 2012

Distemper HC da Genova!

Un po’ di sano e libertario taglia e incolla.
Dal sito dei Kalashikov Kollettive arriva l’intervista a questa old-style anarchopunk band di Genova, i Distemper HC. Il loro blog è pieno zeppo di informazioni sul prossimo tour [ che in parte è in via di organizzazione, quindi potete supportarli anche voi!]. Il loro primo Cd Dritto Nel Nulla è scaricabile for free [ qui ] e l’intera intervista prosegue qui.
Ecco un anticipo, solo per fan, ma dal palato HC fine! Gabba!
Attenzione, arrivano i Distemper! Vengono da Genova, sono in tre e suonano insieme dal 2006. Vantano un sound abbastanza personale, anche se ben radicato nella vecchia scuola anarcopunk italiana, nonché un impatto live degno di essere definito tale. Li abbiamo incontrati recentemente in Villa, durante una serata umida e davvero mooolto punk. Che cosa li spinge a suonare sui luridi, scricchiolanti palchi dei nostri amati squat? “Quello che veramente mi ha colpito e mi ha fatto venire voglia di suonare in una band punk è stato il contesto che regge il tutto” ci dice Andrea (chitarra/voce, ma anche aspirane filosofo), “prima ancora di entrare nei Distemper non avevo molto chiaro di come funzionassero le cose nella realtà della musica autoprodotta, ma, una volta preso confidenza con questo piccolo e attivo mondo a sé, con le sue regole, ho deciso che anche io volevo fare la mia parte, volevo creare un qualcosa che fosse mio (nostro), nel senso di fatto da me (noi), ma al contempo degli altri, di chiunque ne voglia fruire, di chi lo apprezza e lo vuole condividere” aggiunge Luca (bassista). Ah, il vecchio fascino del punk DIY!…
Continua qui

giovedì 2 febbraio 2012

...pensiano noi ai nostri figli. Voi non pensate solo ai vostri



E’ uscito per i tipi della abiblio.it il discusso testo dell’economista John K. Galbriath, dal titolo L’arte di ignorare i poveri. Sono 55 pagine che finalmente trovano la luce su carta, dopo che solo on-line era disponibile una buona traduzione. Reperitelo, e – se lo avete già in casa – mettelo vicino a Bolo-Bolo ed ai testi di Hakim Bay.
Qui solo uno “stralcio” e un mio personale comemnto.
…Benjamin Franklin già dal 1766 riteneva che «più si organizzano soccorsi per prendersi cura dei poveri, meno essi prendono cura di loro stessi e, naturalmente, più diventano miserabili. Al contrario, meno si fa per loro, più essi fanno per sé e meglio se la cavano». In definitiva, abbandonare gli indigenti alla loro sorte sarebbe un mezzo per dare loro una mano. L’avarizia diviene così una forma intellettualmente avanzata di generosità umana e perfino, osiamo dirlo, di aiuto sociale.
In tempi normali, una teorizzazione tanto accurata dell’egoismo sarebbe già quasi irresistibile. Che dire allora dei tempi di crisi, dei momenti in cui la maggior parte dei governanti ci ripetono in continuazione che «le casse sono vuote», che un indebitamento crescente minaccerebbe «l’avvenire dei nostri figli»? Reso edotto del pericolo collettivo, dell’urgenza di «fare sacrifici», ognuno immagina allora molto volentieri che, anche in periodo d’austerità, sarebbe, proprio lui, meglio rimborsato per le sue cure (quando si ammala), meglio compensato durante i suoi periodi d’inattività (quando è disoccupato), se altri, inevitabilmente meno meritevoli, non lo fossero altrettanto.
Lo si sa bene: non appena la fiducia nell’avvenire viene meno, quando i muri chiudono loro la strada, le persone si levano le une contro le altre – soprattutto se si frequentano e si fanno concorrenza per lo stesso tipo di lavoro, di alloggio, di scuola. Il sospetto che il proprio mediocre livello di vita o l’eccessivo ammontare delle imposte che si deve pagare si spieghino con gli innumerevoli vantaggi dei quali beneficerebbero gli «assistiti» alimenta un barile di risentimento che la minima scintilla può fare esplodere. I piromani non mancano. In un certo senso, le eleganti razionalizzazioni del Fondo monetario internazionale (FMI), dell’OCSE, dei «pensatoi» o della BCE hanno la vocazione d’incoraggiare i governanti e i giornalisti ad accendere il fiammifero…
…e mi fermo qui!
Chi si ricorda le lacrime del Ministro per il Warfare, quando ricordava quanti “sacrifici” avrebbero dovuto incontrare gli italiani per «l’avvenire dei nostri figli»?
Ma possibile che a pagare [ancora una volta] per l’avvenire di qualcuno debba essere la classe più bassa? Il problema Italia erano i “pensionati” e la loro “esosa” rivalutazione e non le Banche che “comprano” soldi dall’EU ad interessi bassissimi ( soldi che sono parte dei nostri “sacrifici” in termini di tasse ) senza rimetterli in circolo. Milioni di euro per una governance istituzionale che, di fatto, ha rinunciato al mandato e non “lavora” neanche più.
Insomma, per concludere, nei momenti di difficoltà [economica] è il più forte che detta le regole e quando la forza è definita in valori “economici” è la stessa Società Civile che si deve piegare all’interesse ed al profitto. Le ragioni dell’economia non dovrebbero mai intaccare la qualità della Società Civile nella quale la stessa economia si sviluppa e produce benessere e migliorie, ma quando l’elemento economico diventa il solo elemento di valutazione, la Società Civile si piega su se stessa e valori come la solidarietà, il mecenatismo, l’umanità diventano solo vuoti simulacri senza significato alcuno.
Non una, ne cento, ne mille…presto saremo tutti cinesi!

More teachers, farmers, tractors less banks and profit-makers!
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