venerdì 22 aprile 2011

Blank Generation...game over?





Lo "sguardo vacuo" che domina la copertina di questo LP, e la 'seminale' foto a torso nudo violato da un laconico 'you make me' (é qui che nasce l'iconografia e l'immaginario punk) sembrano sfidarci, scavarci dentro e farci sputare fuori l'animo ribelle che risiede dentro ognuno di noi e che abbiamo coltivato durante l'adolescenza. La voce di Richard Hell nei primi solchi del vinile, in quella tanto travagliata Love Comes in Spurts, trasmette da subito una sensazione di isteria, di nevrosi, come le stesse performances della band, ed il look di Richard: capelli mal tagliati, vestiti semi-distrutti e chiazzati di sangue, atteggiamento strafottente. In Richard si coniugano le varie anime del rock underground degli '80 (poesia, senso di frustrazione, psicosi): egli recupera dalla sua minuta cultura musicale piccoli frammenti di Bob Dylan, Lou Reed, Iggy Pop, John Fogerty, e fà di Malcom McLaren un Marco Polo inglese in quanto il rosso produttore situazionista ascoltando i solchi del 7" prodotto da Ork, architettò la giusta direzione verso la quale dirigere i Sex Pistols. Il primo brano ci dà un perfetto ritratto di un cuore infranto, di un amore non-corrisposto nel giusto modo:
"l'amore giunge a sprazzi/sprazzi pericolosi che uccidono il tuo cuore/ma questa parte non te l'hanno mai detta, baby!".
Schiaffi atonali di chitarra ci introducono in Liars Beware, una slam-dance con argomento io-contro-loro molto comune nel punk. La maniera in cui qui Hell sciorina i suoi versi intrisi di rabbia e slang sono figlie del Bob Dylan (influenza e devozione sempre dichiarata dal bassista) che abbiamo adorato tramite brani come Thombstone Blues o Subterranean Homesick Blues, brani nati dallo stesso malessere urbano. Il deperimento emotivo del primo brano si concretizza in New Pleasures, caratterizzato da una ritmica piena di stop & go: potrebbe fungere da anthem ad una storia d'amore tra due persone accomunate dalla propria diversità:
"la tua mente è un rottame, ma va bene, corrisponde alla mia!", "sei diventata troppo fiacca per la vita", "ci sei troppo dentro non puoi sopravvivere, come fai ad arrivare oltre i 25 anni d'età?"
Betrayal Takes Two è il quarto brano del primo lato ballata con tanto di storytelling, fungerà tra spartiacque tra il caos iniziale e quello successivo di Down at the Rock’n’roll Club che fotografa le movimentate serate trascorse nei sobborghi newyorchesi. Il rock é pulsante con le chitarre che rombano, si perdono, si ritrovano, si rincorrono (ascoltare la versione originale uscita solo sul vinile e non l’obbrobrio pubblicato sul formato digitale). Quindi un brano che non supera i 2 minuti e che racchiude già nel titolo tutta la weltanschauung di Richard Hell: Who Says (it’s good to be alive)?, con un testo pieno di domande senza risposta:
“una volta nato ne sei dipendente/gli usufruitori non riesco a vedere il proprio orrore, faglielo notare se la vuoi annoiare/siamo asettici e statici dove non c’è nulla di buono, (ma) è solo un continuo dimenarsi”.
Non racchiude solo la visione poetica ma anche quella musicale del gruppo: lo slittare da una tonalità all’altra, con le 2 chitarre che si intrecciano in una visione del rock contorta, sostenute da un ritmo sempre irregolare. Sulla side B subito Blank Generation, il brano-manifesto dell'estetica punk newyorkese. La genesi è lenta, ci rendiamo conto di cosa stiamo ascoltando solo quando Richard irrompe con una frase degna di un racconto di Edgar Allan Poe:
“Dicevo ‘cacciatemi via di qui!’ ancora prima che fossi nato, è rischioso avere una faccia”
Il testo di questa canzone é la perfetta anamnesi della “generazione vuota” della quale Hell è parte ma, non deve prestarsi forzatamente ad un interpretazione decadente della vita: l’inutilità della sua generazione rappresenta uno spazio da riempire e tutti possono farlo (è anche il messaggio del punk newyorchese tutto).Segue la cover di un brano dei Creedence Clearwater Revival, Walkin on the water per poi arrivare ad una canzone che sembra uscire dalla penna di Verlaine: The Plan è un brano (quasi una ballata), molto più ‘normale’ rispetto agli scampoli di nevrosi precedenti. Una storia a lieto fine, ambientata prima tra ‘mura aliene’, poi con un amore appassionato, appassito e ritrovato. Siamo giunti alla fine, la lunga (8 minuti) Another World. La voce di Richard é quella di un paranoico incerto nell’esprimere i propri sentimenti mentre il brano procede lento, con pochi accordi melodici, per poi esplodere tra urla e sconnessi squilibri chitarristici. “Punk più nello spirito che nelle fattezze sonore” (Le Guide Pratiche di Rumore, Punk, pag. 69) è la frase che sintetizza al meglio un album come questo. Richard Hell era probabilmente conscio di aver sfornato un album epocale, ritratto di un periodo storico unico e irripetibile: un album a sua volta irripetibile che suona perennemente attuale.
"The Blank Generation" era stato anche il titolo di un film del 1976 di Amos Poe (regista essenziale dell'avanguardia punk) ed Ivan Kral (Patti smith Group),("Blank Generation Movie Trailer") altrettanto fondamentale per la scena newyorkese del disco di Richard Hell: ci si può vedere in azione allo storico CBGB la crema del punk-new wave di quel periodo, Patti Smith, Blondie, Television, The Ramones, Talking Heads, The Heartbreakers, The Shirts, Wayne County, The Marbles, the Dolls, Miamis, Harry Toledo, ed i Tuff Darts con Robert Gordon. Performances di Richard Hell & The Voidoids ci sarebbero state soprattutto nell'altro "Blank Generation" movie girato nel 1980 da Ulli Lommel, storia di Nada (Carol Bouquest), giornalista francese trapiantata a New York che ha una relazione con una nascente punk rock star, Billy; nel film appare anche Andy Warhol.

[tratto da blog ]

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