lunedì 18 aprile 2011

Arriva l'ultra-destra europea...ma non ci disturbate.


E’ successo ancora. E mentre noi ci perdiamo in minuziose questioni berlisconiane, con particolare attenzione anche ai comportamenti sessuali, sintomo di un non bel celato ritorno al puritanesimo, il resto dell’Europa – la nostra Europa! – manda segnali chiari. Anche la Finlandia ha un anima di destra, ma non di quella destra liberale che vede l’individuo al centro di ogni scelta (responsabilità), ma di un ultra-destra con ispirazioni fasciste, naziste, comuniste. Un ista destra. Niente di nuovo, anzi, un processo lento e costante e appare improbabile che si possa arrestare in modo semplice con gli strumenti che comunemente chiamiamo “democratici”. Nella liberale Olanda come nel rigoroso Belgio o in Svezia, patria socialdemocratica di un Welfare per anni invidiato. In Ungheria, Slovacchia e Romania, partiti dall’anima [pseudo]fascista raccolgono consensi insperati aggrappandosi ad antichi ideali ed esacerbando i confronti con l’«altro», in genere le minoranze, gitani o ebrei non pare far differenza. Ma una visione più approfondita ci mostra come ci riescono anche nel nome della «Libertà» a cui dedicano i loro partiti, come fece Jörg Haider, che nel 1999 convinse il 25% dell’Austria a votarlo, e come è riuscita a Geert Wilders, il leader antislamico dei Paesi Bassi che cavalca la «minaccia» dello straniero e la delusione verso partiti tradizionali che tiene in scacco dal voto belga da giugno. Adesso la Finlandia. Il paese up there! In Europa si sta presentando un movimento nuovo che, benché osteggiato con interventi di editorialisti nobili e illuminati ( età media 70 anni!!!), identifica un’ampia parte di quelle persone che non si sentono rappresentate, ne “coinvolte” in un territorio come quello europeo. Il senso di appartenenza è l’elemento “chiave” che la giovane Europa non è riuscita a costruire; né tra la generazione nuove, meno che mai in quella vecchia. La dove manca un appartenenza territoriale, se ne costruisce una diversa: ideologica, razziale, comunque “di territorio”. Non guardo con preoccupazione a questi fenomeni, la modernità della nostra società ha nella sua condizione di tempo (appunto modernità) gli anticorpi per annacquare queste tendenze, sino a renderle politicamente rilevanti, ma non pericolose. Cosa mi preoccupa è la visione provinciale della nostra classe politica. Popolo viola, articoli 21, dipietrismi e cultura dell’8 settembre sono il sale dell’azione sociale e politica della “classe-dirigente” del nostro paese in questi giorni e quando hai nostri confini a nord si schiereranno eserciti filo -isti e a sud quelli pronti per l’invasione dei poveri dell’Africa, la nostra questione sarà…quanti bunga-bunga ha fatto Mister B.? E le ballerine? Si sono spogliate o no? E se si, sino a dove? …preparatevi Montezemoliani e Sinistra-Chic! Me sa che mo so caz**!!!

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