Ancora una volta dall’America arriva un esempio di giornalismo orientato politicamente, ma corretto e non pettegolo. In un paese liberale e liberista è normale che esista un attivismo anti-reazionario. La società americana, sono consapevole che potrebbe sembrare un semplificazione, è orientata sulla solidità di un certo conservatorismo, e questo sia di destra che di sinistra, ma è all’interno di questa struttura conservatrice eliberista solidamente strutturata che trovano spazio i vari Noam Chomsky, Henry Rollins, Howard Zinn e i movimenti [veramente] radicali e un’informazione libera e "americanamente" indipendente. Tra queste riviste come Mother Jones, The Proggressive a sinistra e The American Prospct e – forse, ma non è facile identificarne l’appartenza alla luce di un pragmatismo sfacciato – The American Interest.
Una flora editoriale impensabile nel nostro paese dove tutta, e ribadisco tutta! – l’informazione italiana è politicamente orientata. Su questa linea si sviluppa anche il progetto comunicativo dell’emittenza pubblica. In Italia tutti sanno, sin dalla nascita, che il primo canale RAI è governativo, il secondo laico di opposizione e RAI Tre comunista. Da sempre! Si nasce con questa convinzione e guai a dire che le notizie sono politicamente orientante i piagnoni del vecchio sistema grideranno alla censura. Nei nostri canali pubblici soggetti come Santoro, Vespa, Fazio, Dandini vanno in onda da vent’anni…e forse più. Ma chiunque ipotizzasse un naturale ricambio generazionale verrebbe accusato di essere un becero censore.
Due generazioni di giovani giornalisti, intellettuali, pensatori con idee cresciute e sviluppate magari nei Centri Sociali di Destra e Sinistra, dei NetWork autonomi e autogestiti, nelle fanzine universitarie e nei blog, completamente annientate da chi? Da “vecchi” cultori di un conservatorismo che tutela solo loro stessi, i loro interessi e gli interessi della “loro” parte. Non certo la libera informazione.
Are U free? Really Free?
Su Dissident ( un’altra bella rivista leftwing americana) una interessante critica alla destra europea ( in parte condivisibile…ma in parte!) ci mostra come si possa ancora dare spazio ad una visione che mette l’idea della politica alla base della critica e non le case ad Antigua o Montecarlo, e meno che mai la finta censura dei soloni da venti milioni di euro! U know what I mean?
Una flora editoriale impensabile nel nostro paese dove tutta, e ribadisco tutta! – l’informazione italiana è politicamente orientata. Su questa linea si sviluppa anche il progetto comunicativo dell’emittenza pubblica. In Italia tutti sanno, sin dalla nascita, che il primo canale RAI è governativo, il secondo laico di opposizione e RAI Tre comunista. Da sempre! Si nasce con questa convinzione e guai a dire che le notizie sono politicamente orientante i piagnoni del vecchio sistema grideranno alla censura. Nei nostri canali pubblici soggetti come Santoro, Vespa, Fazio, Dandini vanno in onda da vent’anni…e forse più. Ma chiunque ipotizzasse un naturale ricambio generazionale verrebbe accusato di essere un becero censore.
Due generazioni di giovani giornalisti, intellettuali, pensatori con idee cresciute e sviluppate magari nei Centri Sociali di Destra e Sinistra, dei NetWork autonomi e autogestiti, nelle fanzine universitarie e nei blog, completamente annientate da chi? Da “vecchi” cultori di un conservatorismo che tutela solo loro stessi, i loro interessi e gli interessi della “loro” parte. Non certo la libera informazione.
Are U free? Really Free?
Su Dissident ( un’altra bella rivista leftwing americana) una interessante critica alla destra europea ( in parte condivisibile…ma in parte!) ci mostra come si possa ancora dare spazio ad una visione che mette l’idea della politica alla base della critica e non le case ad Antigua o Montecarlo, e meno che mai la finta censura dei soloni da venti milioni di euro! U know what I mean?
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