venerdì 15 ottobre 2010

...e bravo Barak!

L'America sembra avere seri problemi in termini di diritti umani; lo ha fatto notare il Dipartimento di Stato del Presidentissimo Obama al mondo questa settimana, soprattutto per quanto riguarda il “nostro” [il loro] trattamento delle donne, dei neri, Latinos, musulmani, Asiatici, nativi americani e membri della Comunità LBGT. Ma stiamo lavorando per costruire "un mondo più perfetto". Questo è il senso di un intervento scritto (di quasi 30 pagine) di autovalutazione rilasciato al Consiglio delle Nazioni Unite.
Dopo la lettura di queste “gemme” retoriche come "l'esperimento americano è un esperimento umano", scopriamo che – in breve – cediamo in termini di rispetto sui Diritti Umani su "equità, uguaglianza e dignità" in settori quali istruzione, salute e abitazioni. Per rimediare a carenze educative al livello di università, il Dipartimento dell'istruzione del Obama è assiduamente impegnato nella promozione di un "equity educativo per le donne e gli studenti di colore", qualcosa che i sottorappresentati uomini bianchi dovrebbero guardare con “interesse”, visto come sono spesso ignorati alla luce della loro normalità etnica. E qui c’è un altro interessante problema di diritti umani: "i cittadini Asian-American soffrono del 114% di cancro allo stomaco più spesso uomini bianchi non ispanici." Wowowow!
Si ottiene una strana immagine della civiltà americana. La relazione si legge come un opuscolo di campagna politicamente corretto, esplodendo al massimo la natura umanitaria dell'amministrazione e del suo attivismo style Obama-care come impegnata nel promuovere i "diritti umani"...in America! E questo anche in un contesto Mondiale, come quello delle NU.
Fondata idealisticamente sulle ceneri della seconda guerra mondiale, le Nazioni Unite oggi sono “osservate” in gran parte per la sua corruzione — politica, finanziaria, e personali — e non c’è corruzione più perversa che quella sulla questione dei diritti umani. Quando nel 2004, nel mezzo della pulizia etnica nel Darfur, il Sudan fù eletto all'unanimità in seno alla Commissione ONU sui diritti umani, l'ambasciatore statunitense uscì immediatamente dalla Commissione stessa per protesta. Due anni più tardi, la Commissione è stata sostituita dal Consiglio ONU dei diritti dell'uomo, i cui membri oggi includono begli esemplari dei diritti umani come Russia, Cina, Arabia Saudita e Cuba —e, con l’occasione vi fecero ritorno anche gli Stati Uniti.
Il Consiglio riesamina il human rights profile di tutti i membri delle Nazioni Unite ogni quattro anni. Parte di tale revisione è un'autovalutazione e le relazioni dei molti membri delle Nazioni Unite non sono così pesanti come l’auto-flagellazione dell’Obama amministration. Nella loro relazione più recenti, i sauditi - ad esempio - si spingono sino nel dire che i diritti umani sono rispettati nel regno saudita in coerenza con la legge della sharia. Così come per i diritti delle minoranze religiose, donne, Gay e lesbiche. Infatti, i sauditi ci dicono anche che condannano "il disprezzo e diffamazione delle religioni che permettono in alcuni Stati in nome della libertà di espressione". Ovviamente senza nessuna reciprocità!
Questa è ( più o meno) la traduzione di un testo comparso sul blog di politica americano: the corner.
Quello che mi sembra interessante è ancora una volta pointed out l'atteggiameto spregiudicato di chi “capitalizza” in termini di consensi politici, elettorali e di becera propaganda di parte, lo strumento dei Diritti Umani, senza tenere conto che la banalizzazione di questo mandato umanitario umilia chi viene privato – nella sostanza – quotidianamente dei diritti fondamentali dell’uomo.
Per un Barak Obama che sembra “più bravo” degli altri, ci saranno migliaia di rinchiusi nelle carceri di paesi dove la violazione dei diritti umani è una cosa seria e non da…propaganda. Per compiacere alle proprie amministrazioni e alle amministrazioni del nordo del mondo…certo è che se poi arriva anche il premio nobel per la pace...beh, che dire? viva Sara Palin?

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