sabato 23 ottobre 2010

Dear Diane!

Diane di Prima è nata a Brooklyn, New York, americana di seconda generazione poichè di origini italiane [suo nonno, Domenico Mallozzi, fù un attivista anarchico], iniziò a scrivere all'età di sette anni e nella prima adolescenza maturò la ferma decisione di vivere come un poeta la sua vita futura.
Ha vissuto a Manhattan per molti anni, dove cominciò – e si affermò - come la più importante scrittreice dell'allora nascente movimento Beat americano, specialmente dell’aerea East Cost. Durante quel tempo ha co-fondato il New York Poets Theatre e fondò la Poets Press, che ha pubblicò – con una capacità visionaria e audace - il lavoro di molti nuovi scrittori del periodo. Insieme con Amiri Baraka (LeRoi Jones) curò la newsletter letteraria The Floating Bear. Nel 1965 si trasferì a upstate New York, dove ha condiviso con la Comunità di Millbrook dello “psichedelico” dottor Timothy Leary ogni forma di lisergia possibile.
Negli ultimi venti anni ha vissuto e lavorato nel nord della California, dove prese parte alle attività politiche e "rivoltose" dei Diggers, per poi ritirarsi, verso la fine degli anni sessanta, in una comune, dove studiò Buddismo Zen, sanscrito e alchimia.
Dal 1980 al 1986 ha insegnato le “tradizioni” esoteriche ed ermetici nella poesia contemporanea e anche se per un periodò breve, il programma didattico fù significativo, tanto chè il suo lavoro è stato tradotto in oltre venti lingue.
Ora vive e lavora a San Francisco, dove, dopo aver co-fondato il San Francisco Institute of Magical and Healing Arts, vi si dedica all'insegnamento. Senza tuttavia trascurare nè la poesia, né la narrativa legata anche al suo contributo storico sul movimento beat americano.

Perchè questo post su una (semisconosciuta) poetessa beat americana? Forse per ricordare ancora una volta come l'attrito che spesso determina una "diversità" culturale nelle politiche di integrazione, genera - a volte - intuizioni magiche e sensibilmente poetiche. Molti autori della beat generation sono si amerikani, ma di seconda e terza generazione. Questo non cambia il fatto che il movimento beat sia una "cosa" solo-ed-esclusivamente americana, ma il contributo che i non americani hanno apportato rilevante...o no?
Just think about!

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