Più di una volta su questo blog ho fatto riferimento alla bella stagione del punk italiano. Negli anni ottanta non c’era mese ( estivo ) che una nostra band non andasse in tour negli USA. Erano giorni veri e felici; la produzione antagonista [vera] funzionava, il network dei distributori indipendenti efficace e realtà territoriali distanti dalle grandi città come Milano o Roma riuscivano ad emergere con forza. La Blu bus di Aosta, il Granducato HC di Pisa, Genova e Torino in prima linea e poi una provincia in fermento che girava intorno a FanZine come TVOR o SnowDonia. Bologna e la Punk attak records dominavano!
Insomma l’Italia c’era (anche in termini di football, diventammo campioni del mondo!) ed era veramente antagonista ad un sistema che tendeva ad escludere un po’ tutti questi non-movimenti.
Alla faccia dei beppegrillos vari e Travaglini e Travaglietti. Santorini & Guzzanti-tre-Guzzanti.
In questi ultimi anni, con l’arrivo di internet, è partita una ricerca storica-filologica di quel movimento, siti come lovehate80 sono un must, ma che altre realtà come lamette.it.
L’indipendenza è [parzialmente] rimasta, alcuni gruppi hanno mantenuto una certa ortodossia, altri – evoluti con i suoni – sono rimasti spontanei, veri ma inevitabilmente contaminati; di alcuni si è perso ogni passaggio di altri invece non si è mai parlato e ciò nonostante un rilevante ruolo nella germogliazione di un fenomeno punk breve, ma intenso, l’hanno avuto.
I FoxTrot di Roma, diventati nel tempo The [real] FoxTrot, sono tra questi. Sconosciuti ai più, anche alle stesse FanZine di allora, già nel 1976, in una sonnolenta Roma, sperimentavano l’autoproduzione. La loro ( unica ) K7 circolò per poche ore nei pochi negozi di dischi così audaci da promuovere iniziative spontanee. Ma versioni reggae di Let it be dei Beatles ed un blues un po’ spartano pre Gun club li ha esclusi subito dal fenomeni punk Hard Core poiché poco elettrificati, mentre - anni dopo scorpiamo - come un’approccio seminale ai suoni fosse più ispirato dai Modern Lovers di Jonathan Richman che non dagli Stooges.
Comunque l’esperienza fù breve, ma dai [real] FoxTrot ci fù una diaspora che portò ai Ganglin’ Wop Society ( garage Punk ), ai No Comunist in Europe ( HC filo ameriKano) sino ad evoluioni esoterico-industriali (P.Wham!) e psicadelia minimale ( il duo Great Banana Vox )e partecipazioni brevi con Ain Soph e Scud and Patriots. ( punk interventista nel primo conflitto iracheno).
Non si hanno tracce di questa band, ma credo di aver messo le mani sull’originale della K7 ( edita da AZ R’s nel 1976) e – una volta sicura che sia la cassetta- verrà ristampata a cura della AndreaPettini’s Entertainment.
Be tuned! Be Punk!Be Free!
Insomma l’Italia c’era (anche in termini di football, diventammo campioni del mondo!) ed era veramente antagonista ad un sistema che tendeva ad escludere un po’ tutti questi non-movimenti.
Alla faccia dei beppegrillos vari e Travaglini e Travaglietti. Santorini & Guzzanti-tre-Guzzanti.
In questi ultimi anni, con l’arrivo di internet, è partita una ricerca storica-filologica di quel movimento, siti come lovehate80 sono un must, ma che altre realtà come lamette.it.
L’indipendenza è [parzialmente] rimasta, alcuni gruppi hanno mantenuto una certa ortodossia, altri – evoluti con i suoni – sono rimasti spontanei, veri ma inevitabilmente contaminati; di alcuni si è perso ogni passaggio di altri invece non si è mai parlato e ciò nonostante un rilevante ruolo nella germogliazione di un fenomeno punk breve, ma intenso, l’hanno avuto.
I FoxTrot di Roma, diventati nel tempo The [real] FoxTrot, sono tra questi. Sconosciuti ai più, anche alle stesse FanZine di allora, già nel 1976, in una sonnolenta Roma, sperimentavano l’autoproduzione. La loro ( unica ) K7 circolò per poche ore nei pochi negozi di dischi così audaci da promuovere iniziative spontanee. Ma versioni reggae di Let it be dei Beatles ed un blues un po’ spartano pre Gun club li ha esclusi subito dal fenomeni punk Hard Core poiché poco elettrificati, mentre - anni dopo scorpiamo - come un’approccio seminale ai suoni fosse più ispirato dai Modern Lovers di Jonathan Richman che non dagli Stooges.
Comunque l’esperienza fù breve, ma dai [real] FoxTrot ci fù una diaspora che portò ai Ganglin’ Wop Society ( garage Punk ), ai No Comunist in Europe ( HC filo ameriKano) sino ad evoluioni esoterico-industriali (P.Wham!) e psicadelia minimale ( il duo Great Banana Vox )e partecipazioni brevi con Ain Soph e Scud and Patriots. ( punk interventista nel primo conflitto iracheno).
Non si hanno tracce di questa band, ma credo di aver messo le mani sull’originale della K7 ( edita da AZ R’s nel 1976) e – una volta sicura che sia la cassetta- verrà ristampata a cura della AndreaPettini’s Entertainment.
Be tuned! Be Punk!Be Free!
Ti fornirò al più presto materiale dei Ganglin'wop society forse l'unica vera espressione italiana del progressive garage core pallas/radiobirdman inspired.
RispondiElimina...tracce dei Foxtrot si trovano anche su Snowdonia, fan-zine di Torino. Dove, parlando dei No comunist in europe si fà riferimento ad un membro della "gruppo reggae-punk capitolino dei FoxTrot"
RispondiEliminaAndrea Hack
La cassetta (K7) è stat registrata e prodotta dalla AZ's Records...la copertina era bianca e ( se ben ricordo ) la scritta con i trasferelli Letraset. ma le registraione pessima...e forse anche la musica.
RispondiEliminaVox Vitt
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
RispondiEliminaSarebbe bello. Ho perso le tracce di quella mighty K7 dal lontano 1979... ps la foto di porta portese è bellissima!!!
RispondiEliminacercavo questa foto da anni, rintracciata fisicamente una delle due uniche copie esistenti due anni fa in un cassetto è nuovamente scomparsa.
RispondiEliminaritengo che tale foto possegga misteriose doti metafisiche per cui scompare e si rimaterializza nel momento utile allo spirito di coloro ritratti anche se tale bisogno è inconscio!
...sembra che esista un 45 dei foxtrot ( con questa foto in copertina ), stampato da una piccola etichetta olandese. Però i pezzi sono solo due.
RispondiEliminaDavide Dee Dee