
In giro per Roma e con la voglia di spendere un po’ di euri in modo “intelligente”. Come fare? Cosa cercare che non sia un ulteriore inutile accessorio nella vita di ogni giorno? Bhè, non c’è nulla di meglio [ almeno per me ] che investire in un po’ di
sano-e-sobrio punk rock nostrano. Come detto in un precedente
post credo di avere la più vasta produzione di sette pollici e EP, nonché LP autoprodotti nostrani. Forse solo Federico Guglielmi mi “batte”. Dai primi dischi degli
Indigesti, ai
Wretched,
Peggio Punx e
Franti, tutto il catalogo della
Attak Punk di Bologna ( compresi i primissimi
CCCP ), insomma di tutto e di più ( comprese le cassette dei Negazione e “schizzi di sangue” dei Franti , il primo spoken album italiano ). Quindi, per rendermi felice
comeunbimbo mi sono indirizzato verso il mio
dealer ufficile e ho lasciato un po’ di euri sul banco, ma se pensate che ho preso tre LP e otto sette pollici e un Cd per la modica somma di sessanta euri…si può fare. Ovviamente non ascolterò nessuno di questi dischi, ma li “leggerò” tutti. Si perche ogni vinile arriva pieno zeppo di
flayers, testi,
statement e altro, che asoltarli diventa quasi “inutile”. E’ un iperbole, ma l’aspetto più intrigante per me è averli in mano, anche se alcuni dischi sono delle “ristampe”, la tiratura non è mai superiore alle 200/250 copie…e io, una debbo averla! Ecco cosa mi sono portato a casa: La ristampa dei
Crash Box, dal titolo “
Nati per essere Feroci” puro HC milanese del periodo miglio 1983-1984. Ristampa edita dai tipi della
Gonna Puke di Roma. Così come il bello split dei
KillTime con i bostoniani
Queers (sodalizio che dura ormai da due tour), Queers e Killtime condividono questo 7” split uscito in edizione limitata (333 copie con artwork a cura di Riccardo Bucchioni)). Grande Hard-Core
de Roma! Belle anche le tre ristampe della
SOA records relative ai primi due EP dei
Peggio Punx di Torino e all’opera Omia dei
Upset Noise/Warfare. Le copertine sono sempre le stesse, ma un flayer in formato A3 le rende riconoscibilissime. Spartane, ma efficaci e con vinile colorato. Come ai vecchi tempi. I sette pollici sono tanti e vari, ma quasi tutti degli anni ’90, un periodo dove il punk italiano aveva iniziato una fase di introflessione e l’onda era in risacca. Però belli i
Think Twice di Vicenza, i
No Way di Torino i padovani
By all Means, gli alessandrini
Permanent Scar…e stupendi i romani
Growing Concern! …quello che è incredibile è che a più di quarant’anni, dopo aver girato mezzo mondo, ci sono ancora poche cose che mi entusiasmano…e tra queste il buon vecchio punk! Dovrei esserne contento? Non lo so…però lo sono!
Gabba my friend…punk will never die!
...il punk italiano è stato una grande "cosa"
RispondiEliminaBravo
Marco77