venerdì 12 dicembre 2014

Merry Xmass, Massimo...hey man, daje!


Nell’estate del 1974 Urbani partecipa alla seconda edizione di Umbria Jazz. Tra il pubblico che lo ascolta suonare al bar St. Andrews di Perugia c’è anche il grande sassofonista americano Sonny Stitt, che al termine della sua esibizione si complimenta lungamente con lui. In questo periodo cominciano a manifestarsi i primi sintomi di quel disagio esistenziale che lo avrebbe lentamente condotto all’autodistruzione. In novembre non si presenta al festiva del jazz di Bologna, dov’è atteso con il suo trio. Diventa inaffidabile e irascibile. Se n’era già accorto anche Rava, che poco tempo prima lo aveva invitato a suonare con lui negli Stati Uniti. Un giorno, Massimo che era ospite in casa sua, aveva danneggiato involontariamente un prezioso registratore che era stato prestato a Rava da un amico e subito dopo era sparito. “Quando si rifece vivo”, avrebbe in seguito raccontato il trombettista, sembrava un barbone, gli abiti a pezzi, una tosse tremenda, la febbre alta, dolori dappertutto. Aveva dormito due notti al gelo su una panchina al Central Park. Questo era Massimo Urbani a diciassette anni, e non sarebbe mai cambiato.” Rava avrebbe tuttavia ricordato con orgoglio gli esiti musicali di quel viaggio newyorkese di Urbani, che aveva folgorato con il suo talento i migliori sassofonisti dell’epoca, da David Schnitter a Bob Mover.

…poche righe, prese si internet per ricordare la figura di Massimo Urbani, sassofonista Jazz e spirito punk. Esce in questi giorni una versione aggiornata del libro su Urbani, dal titolo L’avanguardia è nei sentimenti. Non mi piace la parola avanguardia, la sostituisco spesso con audacia, ma di sentimento, nel Jazz di Urbani, c’è ne moltissimo.
Se volete spendere dei soldi per Natale, regalatevi il libro. Anche se nella prima versione, se ben ricordo, c’era allegato anche un CD. Dovrò controllare tra i miei libri.
Molto bello anche il numero di Jazzit#78 [qui]con una lunga retrospettiva su Urbani, ricca di materiale iconografico…bella, però cercate di ascoltare la versione di Body and Soul, accompagnata con Mike Melillo al piano e registrata nel 1987.
Daje Massimo, nu’molla!

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