Una
lunga e dovuta pausa tra le convulse ricorrenze del 25 aprile, ed il rituale
eccitamento per il primo maggio dei lavoratori, la nascita di un nuovo Governo
italiano e l’elezione del mio
Presidente della Repubblica è arrivata veramente come una piacevole sorpresa. C’era
talmente tanta carne sul fuoco che francamente l’essermi dedicato ai lavori di
(sana) muratura del mio piccolo loft di
Montefalco è stato terapeutico e
gratificante. Giorni bucolici e agresti, fatti di polvere e vino rosso, ma
anche di riscoperte vecchie letture ( vecchie in quanto ad edizioni, non certo
come contenuti ) come il Deserto dei Tartari di Dino Buzzati.
“Il
tempo intanto correva, il suo
battito silenzioso scandisce sempre più precipitoso la vita, non ci si può
fermare neanche un attimo, neppure per un’occhiata indietro. ‘Ferma, ferma!’ si
vorrebbe gridare, ma si capisce che è inutile. Tutto quanto fugge via, gli
uomini, le stagioni, le nubi; e non
serve aggrapparsi alle pietre, resistere in cima a qualche scoglio, le dita
stanche si aprono, le braccia si afflosciano inerti, si è trascinati ancora nel
fiume, che pare lento ma non si ferma mai.”
Alcuni
passaggi del romanzo di Buzzati, ma l’intera idea di un immobilismo speculare
ad un attesa – sempre più vana, auspicata, ma mai certa – che giustifichi un
formalismo austero e rigido. Un’applicarsi delle regole, fine a se stesse, che
porteranno anche all’uccisione di un commilitone, poiché baluardo innanzi ad un
imminente pericolo proveniente dal deserto, mi ricordano un po’ la staticità
del mio paese.
Negli
ultimi anni le parole emergenza democratica, pericolo per le Istituzioni, riforme sempre
più improcrastinabili, sono state il sale di lunghe ed estenuanti
discussioni che non hanno portato a nulla. Ed in questo nulla, formale sicuramente, il Soldato Lazàre troverà non una ma
cento, mille nuove morti.
Non
serve aggrapparsi alle pietre,
meno che mai ai formalismi di istituzioni ingiuste e sempre meno rappresentative,
se non di se stesse. Autoreferenziali. Ma, alla luce dei risultati, useless for sure!
“Il tempo è fuggito tanto velocemente
che l’animo non è riuscito ad invecchiare. E per quanto l’orgasmo oscuro delle
ore che passano si faccia ogni giorno più grande, Drogo si ostina nella illusione che l’importante sia ancora da incominciare.”
Bravo
Dogo, scusali Lazàre.
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