Oggi, Giovedì 9 maggio a partire dalle ore 21.30 il Teatro Argentina spalanca le porte
ad una lunga notte dei libri, una chiamata collettiva per restituire voce e immagini a
quella straordinaria letteratura che i nazisti hanno provato a cancellare con i
roghi cominciati a Berlino negli anni ‘30. Come una diga per contenere la scomparsa dei libri e con essi
delle storie e dei linguaggi, per non dimenticare e per ricordare: il 6 aprile
del 1933 l’ufficio stampa per la propaganda dell’ Associazione studentesca
tedesca annunciò una campagna generalizzata contro i libri “ebraici” che
“infettavano la nazione tedesca”.
Tra l’idea
di bruciare libri a quella di demonizzare le opinioni alcuni, nel mezzo, c’è la
banalizzazione del pensiero, l’indebolimento delle convinzioni, la non-qualità
dei concetti e dei ragionamenti. Nei giorni d’oggi, hai sessanta secondi per far
comprendere, tra Ballarò, PortaAPorta e menate televisive varie, non è
importante esporre un concetto, ma essere in televisione. Presenza inutili,
ma - soprattutto – inefficaci.
Dall’iconografia del
banale, alla banalizzazione delle icone!
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