venerdì 19 novembre 2010

Lennon goes Punk


La vita di John Lennon è qualcosa che appartiene a tutti; con i Fab Four è entrato nell’immaginario quotidiano di ognuno di noi. Musicista completo ( ma meno pop di Paul!) e attivista dei Diritti Umani quando questo non era così trendy come in questi giorni, John Lennon ha lasciato un eredità musicale post-Beatles un po’ frammentata. Successi globali come Images vengono compensati con mezzi fiaschi del tipo di Some Time in New York City. Settimo album solista di Lennon ( sfido un po’ chiunque di voi a ricordarsi tutti gli altri!) passa nel firmamento della cultura pop come una cometa. Anonimo, incoerente, musicalmente disordinato [ per i più ] Some Time in NYC riletto ora si presenta come un Manifesto dell’attivismo musicale. Un ( suo malgrado) prototipo die quei concept-album che il movimemto punk elaborerà più di 20 anni dopo.
L’album è permeato dai profumi “acidi” del Greenwich Village dove John e Yoko si trasferirono negli anni ’70 e subito le tensioni politiche di quegli anni diventarono il ritmo quotidiano della vita del Fab-Duo! Jerry Rubin e Abbie Hoffman condivisero con Lennon la campagna anti violenza post Attica e furono sensibilizzatori per l’ingiusta detenzione di Angela Davis. L’impegno dei due non passo inosservato alle autorità americane che cercarono anche di espellere Lennon e Ono dagli USA.
In questo clima Lennon recluterà una seminale band ( Elephant’s Memory Band ) e inizierà ad incidere diverse canzoni dal piglio combat. L’idea era quella di continuare a sottolineare il disagio sociale in atto in America in quegli anni usando la sua popolarità e la sua musica. Some Time In New York City fu confezionato in modo che la copertina sembrasse la prima pagina di un giornale che riportasse come titoli delle notizie i brani sul disco, scatenando però, ancora una volta, dei problemi di censura a causa di un fotomontaggio di Richard Nixon e Mao Tse Tung che ballavano nudi insieme. (La foto venne coperta con un adesivo nelle ristampe successive).

L’album appare oggi magnifico e la sua disomogeneità attuale. Mentre non è attuale l’indifferenza e l’omogeneità – in termini di generale indifferenza appunto - della cultura attuale europea. L’attivismo anti sistema è fine a se stesso; teso più a valorizzare la visibilità dei contestatori che non le motivazione del contestare.
A buon inteditor…

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