martedì 22 marzo 2016

The Albert Ayler story...to be told!

Già è molto difficile parlare di Jazz, visto che quest’espressione di musica afro-americana non appartiene al tessuto culturale europeo, addirittura promuovere la cifra stilistica di Albert Ayler è, se non un azzardo, un audacia! In alcuni precedenti post avevo accennato alla preparazione di un libro/pamphlet sul sassofonista di Cleveland, sulla sua misteriosa morte e di come, nella costante ricerca di un suono che non sia omologato e che lo affranchi da schemi melodici e strutturali, in qualche modo abbia promosso quegli atteggiamenti di rottura che anni dopo troveremo nel Punk! Ayler è – per motivi che ignoro, ritenuto una sorta di comprimario difficile. La sua linea avanguardistica sempre nascosta nell’ombra di John Coltrane, l’anima spirituale ostica, poiché nei dischi espressa più per la sua rabbia che non la gioia. Un atteggiamento spesso austero lo ha allontanato dai media del tempo. Se si pensa che la BBC – dopo aver filmato circa 30 minuti di video, ha ritenuto di doverlo "bruciare" e non diffonderlo vista sia la difficoltà del suono che la poca copmprensione dei temi trattati nell’intervista.
Tra le molte dichiarazioni su Ayler la più divertente è senza dubbio quella di Dan Morgenstern, su Down Beat: “A Salvation Army band on LSD."
Tutto questo pre segnalare – e perché no, promuovere una sorta di best of della ESP Disk “The Albert Ayler Storycon circa 66 brani e un interessante libretto in PDF, scaricabile per pochi euri sul sito della stessa ESP.

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