lunedì 21 marzo 2016

Non credo alle rivoluzioni dei Likes di FaceBook!

Sempre vestita in un austero abito nero, il viso incorniciato da un colletto di pizzo e cappello nero, di modesta altezza e spartana nella sua immagine pubblica.  Mother Jones fù una combattente senza paura nel difendere i diritti dei lavoratori, in un America fortemente indirizzata verso un proto-liberirismo sfrenato. Fu etichettata come "la donna più pericolosa in America" da un procuratore distrettuale degli Stati Uniti. E forse non si sbaglio.  Mary Harris "Mother" Jones divenne famosa per le sue splendide ed incisive qualità di oratrice. I suoi sermoni, comizi, ma anche invettive e critiche, furono come “armi” durante le proteste dei minatori americani ( la maggior parte dei quali emigranti europei!) all’inizio del ventesimo secolo. Folle enormi ascoltavano le sue parole, pine di grinta e rabbia! Irish blood!
La sua voce aveva un grande potere di trasporto. La sua energia, il suo coraggio e la passione per i temi dei diritti civili dei lavoratori e dei diritti delle loro famiglie – concetto innovati nell’America degli anni venti, spinse le stesse donne dei workers, mogli, madri e figlie, ad impegnarsi nelle diverse e – spesso – pericolosa battaglie!
Un suo commento al rischio di essere di nuovo arrestata lasciò un “debole” sindacalista sorpreso: "Sono stata in prigione più di una volta e mi aspetto di andarci di nuovo. Se sei troppo codardo per combattere, combatterò da sola".
In un momento dove l’Europa si piega sempre più ad interessi di “gruppi di potere” , identificati non in base alla capacità di rappresentare gli interessi dei più, ma bensì dei pochi, molto influenti  e spesso più ricchi, mi manca una figura così solida. Una figura che, nei modi, nei comportamenti, ma – soprattutto, negli esempi di vita, sappia indirizzare, o almeno ipotizzare, una visione diverse della nuova forma di collettività. In fondo Europa, Italia, Roma, Portunese, noi tutti non siamo altri che espressione di comunità, dove l’obbligo di una reciproca assistenza, ma anche di una fattiva forma di collaborazione e contribuzione all’esistenza della stessa comunità, è la base per una naturale dignitosa sopravvivenza.
Quando pochi si avvalgono – per interessi edonistici del lavoro di altri comincio a preoccuparmi!
Non era così prima della Rivoluzione Francese? Abbiamo bisogno di altre Bastiglie?
Non lo so, quello di cui però sono certo che se ci fossero stati FaceBook, Twitter e altri social del Caz** non avremmo avuto folle ad ascoltare Robespierre, né tantomeno Mother Jones e non ci sarebbero state sicuramente sollevazioni!
Non credo alle rivoluzione dei Likes su FaceBook.
We miss you ( wherever are you now) Nex-to-be Mother Jones

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