venerdì 2 maggio 2014

«presi dal terrore della morte»

«Gran parte di popolo – evidentemente lontana per educazione e morale dalla realtà di una esecuzione capitale – si dette a incomposta manifestazione implorante il perdono. A ciò contribuì la manifesta pusillanimità dei condannati, presi dal terrore della morte.»
Il questore di Perugia al Capo della Provincia, 16 aprile 1944
 
Il 13 aprile 1944: due giovani di 19 anni vengono fucilati contro un muro del cimitero di Montefalco, in provincia di Perugia, perché renitenti alla leva della RSI dopo l’8 settembre 1943. Si chiamavano Americo Fiorani e Luigi Moretti. La feroce esecuzione, avvenuta dopo un processo sommario, suscita ancora oggi vividi ricordi negli anziani del piccolo Comune umbro, dove non si è mai spento lo sdegno di fronte a un atto di violenza tanto crudele e gratuito.
 
La loro storia viene ricostruita partendo dalle testimonianze della gente del posto e con un’approfondita ricerca negli archivi comunali di Montefalco e negli Archivi di Stato di Firenze e di Perugia e delle Forze Armate: da faldoni polverosi e dimenticati riemergono documenti ufficiali dell’epoca, rapporti delle forze dell’ordine e delle Autorità locali, gli atti processuali delle inchieste aperte nel dopoguerra. Appaiono chiaramente non solo l’assurdità dell’operato dei dirigenti della RSI che hanno agito a scopo esemplare – una stringa di morti! -, ma anche il tormento delle altre giovani vittime dell’evento: i membri del plotone di esecuzione ed in particolare del comandante dello stesso plotone, costretto – lui si da «pusillanimi» ufficiali fascisti - a eseguire la condanna contro ogni umano sentimento. Un dramma che nemmeno il processo che ebbe luogo a Firenze nel 1946 contribuì a chiarire in modo definitivo e su cui questo libro vuole ora raccontare la verità.

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