…arriva l’estate ed è tempo di letture disimpegnate. Beh, certo non è facile, ma neanche impossibile, ma ancora un numero “speciale” per Rivista Anarchica #373, 192 pagine, una settantina di scritti, tante notizie, opinioni, recensioni, ecc..potrebbe essere una lettura da sotto ombrellone ideale.
Tante, ma mai abbastanza. Se solo dovessimo indicare le cose importanti alle quali nemmeno si accenna in questo (come in ogni) numero di “A”... E ancora una volta il prezzo di una copia sale 5,00 euro (ma per gli abbonati, nessun aggravio).
Quest’estate, approfittando della pausa estiva (pausa per gli altri, sia ben chiaro), intendiamo analizzare nel dettaglio (abbonato per abbonato, diffusore per diffusore, libreria per libreria, ecc.) la posizione di tutta la nostra “rete” distributiva. Quindi, facciamo subito un appello urgente a chi è rimasto un po’ indietro con il rinnovo dell’abbonamento o delle copie vendute. Lasciata passare qualche settimana dall’uscita di questo numero, inizieremo a scrivere (per posta elettronica o cartacea) a tanti di voi.
Importanti, nella rete distributiva, sono anche i punti –vendita “compagneschi” o commerciali, i centri sociali, le librerie, ecc. Sono tempi difficili, in genere, per le riviste e l’editoria “altra”, quella al contempo piccola e non-allineata. E proprio questo numero che hai in mano è il primo, dopo 372 numeri in oltre 41 anni, che non viene venduto in nessuna libreria Feltrinelli. ( C'è da domandarsi il perchè! ) Con progressione costante, hanno fatto sapere a noi o al nostro distributore librario (la Diest di Torino, gestita dall’ottimo Enrico Vigna) che “A” a loro non interessa più, di cessare l’invio. Peccato, quella rete di librerie “di sinistra”, attenta – come l’omonima casa editrice – anche a tante istanze critiche, nelle quali negli anni ‘60 e ‘70 potevi trovare (e mettere in vendita) perfino fanzine, fogli locali, ecc. per noi da oggi è completamente off-limits. Peccato, dicevamo, che nella progressiva espulsione dal mercato (commerciale) delle voci fuori dal coro, antagoniste e resistenti, un ruolo da protagonista l’abbia giocato la rete delle Feltrinelli: quella che una volta era sinonimo e indice di pluralismo, di attenzione sociale, di apertura mentale, si è da tempo trasformata, di fatto, in una centrale dell’omogenizzazione, dello schiacciamento dei piccoli. Povero Giangiacomo...
Continua sul sito di Rivista A
Quest’estate, approfittando della pausa estiva (pausa per gli altri, sia ben chiaro), intendiamo analizzare nel dettaglio (abbonato per abbonato, diffusore per diffusore, libreria per libreria, ecc.) la posizione di tutta la nostra “rete” distributiva. Quindi, facciamo subito un appello urgente a chi è rimasto un po’ indietro con il rinnovo dell’abbonamento o delle copie vendute. Lasciata passare qualche settimana dall’uscita di questo numero, inizieremo a scrivere (per posta elettronica o cartacea) a tanti di voi.
Importanti, nella rete distributiva, sono anche i punti –vendita “compagneschi” o commerciali, i centri sociali, le librerie, ecc. Sono tempi difficili, in genere, per le riviste e l’editoria “altra”, quella al contempo piccola e non-allineata. E proprio questo numero che hai in mano è il primo, dopo 372 numeri in oltre 41 anni, che non viene venduto in nessuna libreria Feltrinelli. ( C'è da domandarsi il perchè! ) Con progressione costante, hanno fatto sapere a noi o al nostro distributore librario (la Diest di Torino, gestita dall’ottimo Enrico Vigna) che “A” a loro non interessa più, di cessare l’invio. Peccato, quella rete di librerie “di sinistra”, attenta – come l’omonima casa editrice – anche a tante istanze critiche, nelle quali negli anni ‘60 e ‘70 potevi trovare (e mettere in vendita) perfino fanzine, fogli locali, ecc. per noi da oggi è completamente off-limits. Peccato, dicevamo, che nella progressiva espulsione dal mercato (commerciale) delle voci fuori dal coro, antagoniste e resistenti, un ruolo da protagonista l’abbia giocato la rete delle Feltrinelli: quella che una volta era sinonimo e indice di pluralismo, di attenzione sociale, di apertura mentale, si è da tempo trasformata, di fatto, in una centrale dell’omogenizzazione, dello schiacciamento dei piccoli. Povero Giangiacomo...
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