mercoledì 1 settembre 2010

L'Anarchia convenzionale


Rientrato a Roma ritrovo dei miei vecchi amici che non solo non mi hanno tradito, ma mi hanno pazientemente aspettato nel box della mia portiera; mi riferisco ai miei libri, compagni di viaggio, di notte…di tutto e alle mie riviste e anche a bizzarri CD. Anche loro [ le riviste] strumento utile di curiosità e comprensione alternativo al sistema in piedi ai giorni nostri in Italia. Non che non ci sia libertà di stampa (conoscete ormai la mia posizione), ma che manchi coraggio e qualità è ormai un fatto così palese che giornali, telegiornali, informazione televisiva viene fatta e prodotta dai figli della politica per la politica. Dal servo al padrone ( TG3 per i padroni left, TG4 per i padroni right...stesso circo, diversa la musica! )…però, ogni tanto germoglia qualche fiore ed a casa ho trovato il numero 355 di Rivista Anarchica. Un “barilotto” di 178 pagine al prezzo di €5.00 che spazia in diverse aree; un’interessante Dossier su Pietro Gori, poeta anarchico, un ulteriore approfondimento sui movimenti anarchici russi ai giorni d’oggi.
Anche se una parte dell’editoriale mi ha lasciato perplesso. Una posizione, quella di Rivista "A" che mi ha un po’ disorientato. Mi riferisco a questo passaggio: “Gente che legge “A”, ma compra l’Internazionale, Il Manifesto, Azione non-violenta, il Diario,ecc…che guarda in TV Report, Santoro, Ballarò, ma anche i canali di storia o chissa cos’altro. Che ascolta le radio locali di movimento”. Io non compro il Manifesto, nè guardo in TV Santoro. Non mi piace Diario e trovo molto fazioso Ballarò ( Sarà un caso che và in onda sulla tv comunista di stato? )
Cerco che se anche una rivista storica dell’antagonismo al sistema si lascia sedurre da finti rivoluzionari come Santoro ( forse sfugge ad “A” il lauto compenso di questo "militante" e la sua omerosa proposta di uscita dalla RAI. Proposta che non venne mai fatta ad altri “censurati”), mi domando cosa abbia più senso nel movimeto anarchico italiano.
Fortunatamente rivista Anarchica NON è l’organo ufficiale di un movimento, quello anarchico, che per sua natura rifiuta ogni forma di scrittura.
Comunque concediamo anche ad “A” uno scivolone e riconosciamogli il merito per anni di sana e vera militanza.
Almeno per stavolta. Ancora una volta...not more!

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