martedì 10 aprile 2012

Un Americano a Roma#2 - neither Trastever or LA


La morte dell’attrice Maria Pia Casilio mi rattrista. Nel mio immaginario è stata per anni la fidanzatina yankee di Nando Moriconi, l’americano de Trastevere. Ma soprattutto è anche la definitiva parola fine ad un mio progetto cinematografico che ho sempre pensato essere “splendido, ma non compreso”. Ovvero il sequel di un Americano a Roma…ma trent’anni dopo!
Gli attori, ovviamente un vecchissimo Alberto Sordi, che nel frattempo si è sposato con Elvy, ovvero la Casilio, ed hanno generato due figli. Ambedue hanno ereditato la passione del padre per l’America, ma la figlia [ perfetta nella parte una “terribile” Roberta Manfredi ] dopo aver incontrato il punk degli anni ottanta nella Roma delle Brigate Rosse/Nere è andata a vivere a L.A. per evitare di “dover dare delle spiegazioni” e convive con un cantante punk Stright Edge [ perfetto nella parte un giovane Henry Rollins ]. Mentre il figlio, un po’ imbranato, ma studioso [ per forza allora Carlo Verdone ] si era laureato all’UCLA ed era stato subito assunto negli Studios di Hollywood come Producer Manager.
Per celebrare quest’evento e per rivedere i figli che da anni vivevano in America Nando Moriconi ed Elvy decidono di andare negli USA. Finalmente si realizza un vecchio sogno di Nando, anzi, si realizza IL vecchio sogno. Però i due arrivano a Los Angeles nei giorni della Los Angeles Riots o anche Rodney King Uprising (La sommossa di Rodney King del 1992 per intenderci) e loro malgrado né rimangono coinvolti.
In giro per Los Angels con la mappa in mano e pronti and andare la party del figlio, organizzato dagli Studios ( Dove avrebbe dovuto incontrare quei personaggi già resi popolari nel primo film: la pittrice americana, un Carlo Delle Piane che nel frattempo era diventato un folk singer capellone della NYC rebel del Greenwich Village ed altri), i due rimangono coinvolti dall’esplosiva ed immeditata violenza generata dalla sentenza Rodney King.
L’Elvy viene arrestata e sonoramente percossa poiché accusata di essere “complice” delle bande coinvolte nei saccheggi nelle ore concitate della rivolta. Ma in realtà l’Elvy si trovata nel centro commerciale solo per curiosare sulla “grande America” con suo marito Nando. Il Moriconi, nel vedere la moglie scomparire tra le fiamme e i fumi, senza sapere che in realtà è in salvo, ma arrestata, cerca di forzare il blocco della polizia e viene manganellato ripetutamente.
Le ultime scene erano quella di un Nando Moriconi che scompare tra la folla e le fiamme, stordito, senza sapere dove andare, senza parlare l’inglese e disperato per la scomparsa della moglie. Mentre Elvy giacerà per settimane, senza documenti ( che portava sempre il marito ) in un Ospedale di L.A. nell’attesa di essere spostata in un manicomio criminale.
Il figlio si accorgerà della scomparsa del padre e della madre solo quando il party sarà finito, la figlia troppo “fatta” anche solo per accorgersene.
Il film avrebbe dovuto essere girato in un ruvido bianco e nero, con una colonna sonora che andava dai Black Flag a Chat Baker, dai Suicidial Tendences a Nancy Sinatra.
…ma non se ne fece nulla. La morte di Alberto Sordi chiuse la “bozza” nel PC ora la Casilio lo certifica come progetto “morto”.
Peccato, sono ancora convinto che fosse un grande soggetto.
Peccato!

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