Oggi è la festa delle Repubblica. Viva l’Italia! Ok il mio contributo “nazionalista” l’ho portato, ma non mi entusiasmo per nessuna forma di patriottismo, né per le celebrazioni della nascita di uno Stato (anche se democratico). Cito
Pier Carlo Masini (storico delle eresie politiche in Italia ndr ):
Bisognerà cominciare a scriverlo con l’iniziale minuscola per ricordargli l’umiltà delle sue origini [stato di cose] e ricondurlo alla sua dimensione umana e terrestre. Non si scrive minuscolo repubblica, nome comune di “cosa pubblica”?
Quando sento in giro che bisogna restaurare il “senso dello Stato” mi vengono i brividi al pensiero di quanto lo stato era tutto e la società niente. Non basterebbe dire che bisogna ritrovare il senso della società, i principi elementari della solidarietà civile, del civismo appunto e della convivenza?
…come non essere d’accordo? Veniamo questi giorni da una [ennesima] campagna elettorale orientata sulle operazioni di guerriglia civile. Ancora una volta, una semplice elezione municipale – Milano o Napoli non sono poi così diverse da Varese e Vetralla – è diventata il pretesto per un'altra sassaiola. Gli
anti-a-priscindere hanno vinto perché il [loro] tiranno è stato abbattuto. Ed è momento di faide, come per il passato. Quanti fratelli Cervi e Govone dovremmo celebrare per ritrovare un comune senso di civiltà e di attivismo civile vero. Loro sono là, con i loro politici i loro giornali (pagati dai loro mentori politici ), gli
anchor-man prezzolati e faziosi, e i giullari di corte, che si immolano alla “censura” un giorno si, l’altro pure. Il loro Circo, con i domatori e i pagliacci.
Mancando – sin da subito – un senso di collettività, inevitabilmente si sgretola il senso di appartenenza, via via che questa raggiunge livelli apicali: lo Stato, la Repubblica, la Costituzione…diventano sempre pià trasparenti, irreali, impalpabili. Ma tutti "lor" a difendere questi valori. Ma tutto questo nel nome di chi?
Not in my name!
Oggi è la festa della Repubblica, ok bene…auguri, ma io rimango legato alla mia Repubblica, quella
romana, quella dei giovani e ribelli, idealisti e libertari. Oggi i nomi più ripetuti saranno
Napolitano, Berlusconi, Schifani, Pertini, partigiani, antifascismo, democrazia. Io dedicherò questo mio post a dei giovani veri. Figli della
Repubblica Romana. Oltre a figure già ampiamente note nel panorama italiano, ma anche internazionale, come Mazzini e Garibaldi, troviamo giovani liguri quali Goffredo Mameli; emiliani quali Pietro Pietramellara; lombardi quali Giacomo Medici, Luciano Manara, Enrico Cernuschi, Emilio Morosini, Enrico Dandolo, veneti come Giacomo Venezian; toscani come Pietro Cironi, Nicola Fabrizi e Filippo De Boni; napoletani come Carlo Pisacane, calabresi come Giovanni Nicotera, solo per ricordarne qualcuno.
Con grande coraggio si batté anche il
Battaglione universitario romano, che ebbe più volte gli elogi dello stesso Garibaldi. Molti di questi giovani persero la vita nei difficili giorni della difesa della Repubblica…quella vera!
Fuc* art.21, popoli viola! Real rebel doesnt go in TV!
PS. Oggi è anche la ricorrenza della scomparsa di un cantautore un po’ dimenticato,
Rino Gaetano, anarchico e non-antagonsista, soprattutto in un periodo – la fine degli anni settanta – dove il disimpegno, il non schierarsi né a destra, né a sinistra, venica considerato incivile. Oggi, lontani da quegli anni, la scelta di Rino fu giusta, niente terrorismo, niente morti, niente odio.
No more Govone nor Cervi!