martedì 16 febbraio 2010

A night to the Airport...with the american

...dopo una settimana di "assestamento" si comincia a vivere il quotidiano dei Port-au Prince. Le attività iniziano all'alba e finiscono inevitabilmente al tramonto. all'inizio dell'imbrunire scatta una sorta di coprifuoco che gli americani amministrano in modo da poter consentire il solo traffico di convogli pesanti e super pesanti. In piena notte le vie da e per l'aereoporto sono un via vai di trucks e convogli sempre scortati da armatissime camionette blindate yankee.
Sopratutto è all'aereoporto che questa presenta diventa quasi invasione; per csarità americana, ma still invasion!
Ieri notte una bellissima JLo, armata sino a denti con un paio di occhiali antifortunistica gialli che si armonizzavano benissmo con un sottile filo di rossetto ocre, ci ha invitato - usando il profilo dell'arma - a non entrare in pista durente le operazioni di carico e scarico di un Cargo americano. Le uniformi sono sempre le stesse, i gradi icongrafici e ben disegnati in modo da ricordare il sergene della cavalleria rusticana, l'armatura massiva e presente e - sopratutto - in possesso di mezzi e risorse logistiche spettacolari! Solo questo per ricordare a noi resto-del-mondo who is in charge!
In questi giorni leggo e sento anche qui tra noi humanitarian workers commenti deòl tipo: "ma chi gli da ildiritto", oppure "chi si credono di essere" o anche "sempre a pensare alla guerra"...potrebbero anche essere vero, ma resta un fatto ineluttabile per noi europei: se gli americani avessero ragionato come noi "pretendiamo" ragionino ora, non saremmo ancora sotto il controllo della barbarie nazista/omunista?
...beh, non so voi, ma io preferisco il jazz con le "sue ballerine" alla tristezza dei canti ucraini o della fredda steppa!
[ per chi fà fatica a comprendere si suggerisce la visione di Salvate il soldato Ryan ]

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