Uno psicodramma in musica, ma non solo. Il nuovo atteso lavoro dei Circus Joy è anche un modo, credo il migliore, per elaborare il lutto legato alla tragica scomparsa dell’amica poetessa/corista Letizia, dedicando ad essa il frutto di questo emozionante CD album. Ampia è la rosa dei musicisti che si sono uniti al canto di passione di Corrado Mancini [ è in preparazione una lunga intervista con quest'eroe de' Roma, front leader dei seminali Passion Flower e attivistà no-artista capitolino ], tra cui i chitarristi Spectre e Mario FOB, Steve Stroll (batteria), ClauDEDI (basso) e Yugin (theremin). “Laetitia” è una prova epidermica e viscerale al medesimo tempo, 40 minuti di ascolti vertiginosi che sanguinano rabbia e tensione evocativa, mentre crescono dentro come l’eco di un urlo divorante, lacerato tra ferale lirismo e sussurro profondo. Si parte alle tinte velvettiane di “Seta su seta”, dove le metriche gravitazionali della ballata elettrica modellano la prima magia odorosa di questo caleidoscopio di fiori e ortiche. Accattivante sin dal titolo, “Signora Europa” è un sussulto art-rock che corre sul filo spinato della suggestione pura. Diversamente oscure sono la sulfurea “L’alcova” e l’ainsophiana “Nudo e crudo”, estetica neopop e poesia nichilista di un “circo gioioso” che procede per simboli e antinomie esplose. “Il tuo frutto” è il grido di Munch che ghermisce ragione e sentimento, prima che il de profundis commosso di “Letizia” possa lenirci il dolore. Ancora deliri urlati e schizzi muriatici in “Come un angelo”, l’ennesimo strappo interiore che il sensuale giro armonico di “Meno di strano” e i lucori matrici di “An eccentric garden” non sono più in grado di ricucire.
[Recensione tratta da Rockerilla 15 dicembre-15 gennaio 2010 Circus Joy Laetitia Old Europa Cafe / Misty Circles Records ]
Nessun commento:
Posta un commento