…non so
il perché, ma faccio fatica a combinare le parole punk e Brasile. La
visione che si ha della musica brasiliana e tutt’altro che ribellistica. Certo
non bisogna per forza aumentare il volume dell’amplificatore per essere punk,
ma certamente una batteria che spacca, un basso che pompa e una voce che
graffia sono gli elementi per accostare un qualsiasi suono - e di conseguenza anche le parole, ad una
cultura ribelle.
Lettori
più “acculturati” mi potranno ribattere che c’è molto più [ cultura
ribellistica ndr] nella forza delle parole, che non in una manciata di accordi
suonati veloci. Vero!
….pero
voglio segnalarvi questi The Pessimists da San Paolo, in
Brasile…testi in portoghese, suono un po’ post-punk e struttura proto-punk! Un
trio basso, chitarra e batteria!
Cosa
dire, se non un condividere con voi un semplice massaggio…sarà la
globalizzazione, il WTO, l’International Trading approach, ma l’idea che a San Paolo del Brasile dei ragazzi
ascoltino Ramones, Sex Pistols e Clash e altro dopo una partita di fùtbol sulla
spiaggia mi fa…incaz**re!
Sono
invidioso…chiamo i miei amici e mi organizzo un calciotto-punk!
Viva Joe Jordan, viva Spadoni e Viva i Bloody Riot!