lunedì 1 febbraio 2016

Back on the Punk scene

Non sono di sinistra, questo no! E ovviamente non posso essere di destra. Oggi su Corriere.it vengono mostrate le immagini [ per i turisti! NDR ] della prigione castello di Tobolsk, in Siberia. Costruita fra il 1838 e il 1855, è considerata una delle strutture con il regime carcerario più duro della storia ed in una delle celle venne rinchiuso Fëdor Dostoevskij. Ovviamente parlarne negli anni 70 sarebbe stato un crimine, un eresia e sarei/saremmo stati tacciati di revisionismo. No, non sono comunista. Rimango – come detto spesso su questo blog, un socialista liberale che confuso, inorridito dalla pochezza istituzionale della nostra classe politica e intristito dalla mancanza di umanità di chi ci “governa” ha scelto la via individualista. Francescano, pasoliniano, punk e…anarchico! So what!?
Questo pippone iniziale per dire cosa? Per “lamentarmi di cosa”? Per condividere con voi quale punto? Poca robba, ma mi danno fastidio tutte queste celebrazione relativa alla nascita del punk Rock. Non c’è rivista, patinata o meno, che non si senta in dovere di dire la sua sulle origine del punk. Repubblica.it – dico-Repubblica! E non altri quotidiani, addirittura pubblica un lungo articolo sui 60 anni di Johnny Rotten.
Siamoi fiori della vostra spazzatura”. Ecco il titolo, ma…vaffanculo! Scusate per lo sfogo.
Ma questi “tipi” non hanno più niente del vecchio spirito punk. La rabbia del question authority, il Do-it-by-yourself e la voglia di essere non antagonisti al sistema, ma – almeno non più complici, orai si è accasata in un tranquillo salotto di periferia. In una sana famiglia con figli, cani e veganismo. Nelle grandi città, così come nelle modeste case di campagna, lo spirito si forgia non più sul provocare ( tanto caro a Rotten e ai media on demand ), ma sul riflettere e porre realistiche e misurabili alternative a questo modello di sistema che mostra giorno dopo giorno le ferite del suo fallimento. Pochi giorni fa a Roma c’è stata una giornata punk al Centro Sociale Acrobax con diversi gruppi punk romani. Vedere a 60 anni i Bloody Riot ancora con sangue sano in vena mi ha fatto tornare la voglia di tornare sulla scena.
Ne riparleremo non appena il blog si configurerà come nuova piattaforma ribellistica!
A presto teppisti!
Keep on, keepin'on!

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