Non sono
di sinistra, questo no! E ovviamente non posso essere di destra. Oggi su Corriere.it
vengono mostrate le immagini [ per i turisti! NDR ] della prigione castello di Tobolsk, in Siberia. Costruita
fra il 1838 e il 1855, è considerata una delle strutture con il regime
carcerario più duro della storia ed in una delle celle venne rinchiuso Fëdor
Dostoevskij. Ovviamente parlarne negli anni 70 sarebbe stato un crimine, un
eresia e sarei/saremmo stati tacciati di revisionismo. No, non sono comunista.
Rimango – come detto spesso su questo blog, un socialista liberale che confuso,
inorridito dalla pochezza istituzionale della nostra classe politica e
intristito dalla mancanza di umanità di chi ci “governa” ha scelto la via individualista.
Francescano, pasoliniano, punk e…anarchico! So what!?
Questo
pippone iniziale per dire cosa? Per “lamentarmi
di cosa”? Per condividere con voi quale punto? Poca robba, ma mi danno fastidio tutte queste celebrazione relativa alla
nascita del punk Rock. Non c’è rivista, patinata o meno, che non si senta in
dovere di dire la sua sulle origine del punk. Repubblica.it – dico-Repubblica!
E non altri quotidiani, addirittura pubblica un lungo articolo sui 60 anni di
Johnny Rotten.
“Siamoi fiori della vostra spazzatura”. Ecco il titolo, ma…vaffanculo! Scusate per lo
sfogo.
Ma
questi “tipi” non hanno più niente del vecchio spirito punk. La rabbia del question
authority, il Do-it-by-yourself e la voglia di essere non antagonisti al sistema, ma –
almeno non più complici, orai si è accasata in un tranquillo salotto di periferia.
In una sana famiglia con figli, cani e veganismo. Nelle grandi città, così come nelle modeste case di campagna, lo spirito si
forgia non più sul provocare ( tanto
caro a Rotten e ai media on demand ),
ma sul riflettere e porre realistiche
e misurabili alternative a questo modello di sistema che mostra giorno dopo
giorno le ferite del suo fallimento. Pochi giorni fa a Roma c’è stata una
giornata punk al Centro Sociale Acrobax con diversi gruppi punk romani. Vedere
a 60 anni i Bloody Riot ancora con
sangue sano in vena mi ha fatto tornare la voglia di tornare sulla scena.
Ne
riparleremo non appena il blog si configurerà come nuova piattaforma
ribellistica!
A
presto teppisti!
Keep on, keepin'on!
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