Sempre vestita in un austero abito
nero, il viso incorniciato da un colletto di pizzo e cappello nero, di modesta
altezza e spartana nella sua immagine pubblica. Mother
Jones fù una combattente senza paura nel difendere i diritti dei lavoratori,
in un America fortemente indirizzata verso un proto-liberirismo sfrenato. Fu
etichettata come "la donna più
pericolosa in America" da un procuratore distrettuale degli Stati
Uniti. E forse non si sbaglio. Mary
Harris "Mother" Jones divenne famosa per le sue splendide ed incisive
qualità di oratrice. I suoi sermoni, comizi, ma anche invettive e critiche,
furono come “armi” durante le proteste dei minatori americani ( la maggior
parte dei quali emigranti europei!) all’inizio del ventesimo secolo. Folle
enormi ascoltavano le sue parole, pine di grinta e rabbia! Irish blood!
La sua voce aveva un grande potere di
trasporto. La sua energia, il suo coraggio e la passione per i temi dei diritti
civili dei lavoratori e dei diritti delle loro famiglie – concetto innovati
nell’America degli anni venti, spinse le stesse donne dei workers, mogli, madri e figlie, ad impegnarsi nelle diverse e – spesso
– pericolosa battaglie!
Un suo commento al rischio di essere
di nuovo arrestata lasciò un “debole” sindacalista sorpreso: "Sono stata in prigione più di una volta e mi
aspetto di andarci di nuovo. Se sei troppo codardo per combattere, combatterò
da sola".
In un momento dove l’Europa si piega
sempre più ad interessi di “gruppi di potere” , identificati non in base alla
capacità di rappresentare gli interessi dei più, ma bensì dei pochi, molto
influenti e spesso più ricchi, mi manca
una figura così solida. Una figura che, nei modi, nei comportamenti, ma – soprattutto,
negli esempi di vita, sappia indirizzare, o almeno ipotizzare, una visione
diverse della nuova forma di collettività. In fondo Europa, Italia, Roma,
Portunese, noi tutti non siamo altri che espressione di comunità, dove l’obbligo di una reciproca assistenza, ma anche di
una fattiva forma di collaborazione e contribuzione all’esistenza della stessa
comunità, è la base per una naturale dignitosa sopravvivenza.
Quando pochi si avvalgono – per interessi
edonistici del lavoro di altri comincio a preoccuparmi!
Non era così prima della Rivoluzione
Francese? Abbiamo bisogno di altre Bastiglie?
Non lo so, quello di cui però sono
certo che se ci fossero stati FaceBook, Twitter e altri social del Caz** non
avremmo avuto folle ad ascoltare Robespierre, né tantomeno Mother Jones e non ci
sarebbero state sicuramente sollevazioni!
Non credo alle rivoluzione dei Likes
su FaceBook.
We miss you ( wherever are you
now) Nex-to-be Mother Jones