venerdì 30 marzo 2012

Il Coraggio di ribellarsi [ Un bel DVD ]

Ancora fuori Italia per lavoro, ma non perdo le evoluzioni del team bocconiano in charge. E confermano sempre piu le mie percezioni. Un paese a due velocità: per la gente comune "tutto e subito" per i poteri forti "con calma e per favore". Basta leggere l'indecente farsa sui privilegi degli ex Presidenti della Camera, ed i relativi tagli che entreranno in vigore nel..2023! What a fuc*! L'art.18, i blocchi dei salari, lo "scalone" per le pensioni, questo tutto e subito, per il resto…c'è tempo!
Rimango perplesso, cosi' come mi lascia basito l'entusiasmo per questo esecutivo di certi media, come Repubblica e altri.
Comunque, una segnalazione. In una libreiria di Ginevra, un po' alternativa ( come si diceva una volta), mi sono imabuttuto nella presentazione di un DVD che tutti dovrebebre vedere.
E' un film girato e montato da Ivora Cusack e da alcuni suoi amici, tra il 2002 e il 2006. Uscito ufficialmente nel 2008, in francese, il film è stato sottotitolato in italiano, spagnolo, inglese e tedesco, e questo gli ha permesso di essere presentato in vari paesi europei, salvo, fino ad ora, l’Italia. Il titolo originale è: Remue-ménage dans la sous-traitance, un gioco di parole tra “ménage” (le pulizie) e “remue-ménage” (mettere sottosopra) che si potrebbe tradurre con: “Subappalti sottosopra”.È la storia dello sciopero di un gruppo di donne delle pulizie che lavorano a Parigi per Arcade, un’impresa di subappalto della catena alberghiera Accor, uno dei maggiori gruppi mondiali, che possiede i marchi Ibis, Etap, Mercure, Novotel, Sofitel, ecc. Sono tutte immigrate da paesi come il Senegal, il Mali, il Burkina Faso; sono in maggioranza madri di famiglia, non particolarmente sovversive. La maggior parte di loro parla poco e male il francese. Le condizioni di lavoro e di salario sono infami. Ma sono esasperate ed hanno il coraggio di ribellarsi.

Se vi interessa continuate qui/:/


Ma anche su rivista Anarchica trovate "il resto" /:/ http://www.arivista.org/

venerdì 23 marzo 2012

Food is a Right, NOT a privilege!


Poche righe, seguo con attenzione il triste dibattito sulla (necessaria, anche se non si capisce per chi!) riduzione dei diritti tutelari (non "Fondamentali", di fondamentale c’è il diritto a vivere!) per chi lavora e questo nel nome delle “maggiori assunzioni”. Insomma per avere più lavoratori, bisogna ridurre il numero dei…lavoratori.
Prima li cacciamo via, poi li assumiamo. Si parla solo di licenziamento e non di opportunità di lavoro.
…boh? Una volta era l’inverso! Comunque…girando su internet, mi sono imbattuto su questo sito e su questa iniziativa spontanea che credo, I’m sorry, prima o poi dovremmo incoraggiare e diffondere anche in Italia: FOOD IS A RIGHT, NOT A PRIVILEGE!
Anche se in inglese, si capiscono bene i contenuti e per un paese come il nostro a forte vocazione rurale e peschiera, converrebbe abbaracciare una campagna che privilegia le cose “vere” [cibo] dall’effimera ricchezza dei soldi [finanza].
More Teachers, Tractors and Farmers! Less economy and profit!

mercoledì 21 marzo 2012

Bruce, i Luf e Maieron [ ma di cosa parlo su 'sto post?]


E’ uscito il nuovo Cd di Bruce Springsteen, Wrecking ball. Niente male, certo lontanissimo dai primi suoni così scarni, ma anni settanta. L’uomo è più maturo, borghese – se non ricchissimo – e ne è consapevole. Accenna a baratri giovanili per chi perde il lavoro e sconforto di famiglie americane alla deriva in un America, comunque e sempre opulenta. Per un ritorno all’American Working Class non bisogna certo passare per il Boss, ma i sui primi dischi e i numerosi bootleg che sono stati registrati dalle prime live session meritano ancora l’attenzione.
Se Woody è sabbia, Peter è grass, il primo Bruce è smog urbano. Cercateli su questo sito [qui], bella selezione e belle confezioni. Comunque sarò a Dublino ad uno dei suoi (memorabili concerti) Irlandesi. Ottanta euro per quattro ore mi sembra un affare. Working class…ma di lusso!
Però se viva il Boss, allora anche viva I Luf. Il Gruppo della Val Camonica si ripresenta dopo un monumentale disco dal vivo e con un tributo a Guccini. Il CD I Luf cantano Guccini è italiano. Ci sono fisarmoniche, banjo e mandolino, ma c’è poca Irlanda e molta Italica bucolica e rurale energia che solo le valli italiane riescono ancora a custodire. Non mi piace Guccini, però I Luf, dopo tanti album, concerti e giri per le micro-province italiane, sono la dimostrazione che che ci siamo ancora! Evaffanculo!
Superiamo il fiume Oglio, sul Ponte di Legno e ci ritroviamo in Friuli a casa di Luigi Maieron e ci ascoltiamo il suo quarto album in studio "Vino, Tabacco e Cielo"; un lavoro discografico composto da dieci brani inediti più "Done Mari", rivisitazione di un brano tradizionale della Carnia (Friuli), un disco dalla triplice anima: quella poetica (della sintesi e nell'evocatività dei testi), quella cantautorale (delle ballate in italiano) e quella folk (delle canzoni in lingua friulana).
Fosse stato americano, come i Luf adesso parleremmo di una nuova nouvelle Vogue dell’AmericanFolk, polically non-correct and brave.
Ma è roba italiana, a che potrà mai interessare.

martedì 20 marzo 2012

Con "fermezza"...Fuc*!


Questi giorni il blog cammina un po’ a scartamento ridotto. Ma il tempo è così poco, gli impegni molti e i chilometri percorsi…tantissimi. Poco male, keep on, keepin’on urlavano i RedSkins e quindi andiamo avanti, senza indugi e con “fermezza”! Con la stessa fermezza che il Presidente della Repubblica invoca al Governo sulla questione dell’articolo 18. Fermezza!
Sono giorni di diffusa “fermezza”, in ragioni di interesse economico l’Unione Europea chiede al governo Greco di essere fermo e deciso, lo stesso ci ricorda la Troika. Per salvare l’Italia [ ma da chè? Boh?!] bisogna essere fermi nel rientrare del debito pubblico. Il boccononiamo Monti è fermo e determinato nel tassare tutto il tassabile “per rigenerare le casse dello Stato Italiano” e la Ministra Ferrero è ferma nel non aumentare di tredici euro le pensioni minime! Piange, ma è ferma! Determinata. E adesso l’articolo 18. Tutti avanti con fermezza! Con piglio e decisionismo sfrenatao. Avanti senza indugi. Togliere l’articolo 18, che è si una garanzia abusata e sfruttata, ma è pur sempre una garanzia. E prima di rinunciarci, vorrei un’altra ciambella di salvataggio in questo mare di determinati sciacalli!
Con fermezza, si vada avanti con fermezza, ma…e c’è un ma! Quando bisogna ridurre la spesa, ovvero – per esempio – il contributo alla politica, la fermezza, cede il posto alla giusta ponderazione. Contributo all’editoria? Dobbiamo valutare con attenzione. Stipendi da fantascienza a Senato e Camera? Diritto acquisito difficilmente modificabile. Mutui ai Senatori all’1% e credito negati agli imprenditori? Un’antipatica cortesia.
…misà che scenderò DAVVERO in campo, e con uno slogan del genere. Fermezza? No, Reciprocità! Se si decide di indebolire l’articolo 18, bisogna rafforzare la capacità di avere più risorse a disposizione! 1% di interesse bancari ai giovani, non a incopententi manager della politica!
…what a fuc*! Ero così tranquillo e ora ritorno…punk! Lo spirito continua my friends!

lunedì 12 marzo 2012

[tasse] sulla case per comprare [case]


…questa è più o meno la situazione. Da una parte imprenditori che si tolgono la vita, poiché banche ed istituti finanziari negano ogni sorta di aiuto, dall’altra parte – visto in tv e su tutti i blog – le stesse banche offrono, non richiesto, mutui (soldi) a tassi sfacciati a Senatori e loro amici, sodali, compari di merende. Se ne parla, TV Show, o come si chiamano talk show, ed infatti si parla “solo”, i giornali, quasi tutti, accennano al suicidio di questi due disgraziati lavoratori e poco, ma veramente poco tempo ai privilegi della più abusata parola dell’ultime lustro; la Casta.
Certo se ne parla, un po’ ovunque. Giornalisti di note testate ci sono diventati ricchi parlando di sprechi, privilegi, sperperi ed ingiustizie. Se ne parla…caz** quanto se parla, però non si fa niente. Si ipotizzano improbabili studi, mi riferisco allo spendind review, per verificare “dove” si perdono le risorse. Sicuramente ci saranno tecnici della Bocconi, ma se convocassero Giulia da Bastardo avrebbero le idee chiare. Un esempio? Ecco una sua citazione: “ io pago le tasse sulla casa e loro si comprano le case con le mie tasse!”. Ovviamente il riferimento al parlamentare tesoriere di una formazione politica che, distraendo dal fondo del suo partito politico, si è fatto un impero immobiliare non è del tutto casuale.
Ma qui è il punto. La politica, prima responsabile dei questa sofferenza sociale, non solo non è minimamente toccata dalle difficoltà che centinaia di lavoratori stanno affrontando, ma continuerà a beneficiare di rimborsi ( per spese non sostenute) elettorali per un attività non svolta, e comunque svolta male.
O forse che mangiare in ristoranti da migliaia di euro sia essa stessa politica? Forse si…ma dai, no!

giovedì 1 marzo 2012

Richman, Brautigan e Rosso di Montefalco!



L’eterno ragazzino di Boston, il cantautore naif del rock and roll americano, il leader dei Modern Lovers degli anni Settanta, torna in Italia, dopo due anni di assenza, per un tour che lo porterà in sei città del nostro Paese: il 9 marzo 2012 a Firenze, il 10 marzo a Napoli, l’11 marzo a Roma per poi proseguire il 13 a Marostica (VI), il 14 a Trieste e il 15 marzo a Modena.
Un tour per riproporre e ricordare la carriera ultra trentennale di Jonathan Richman – prima a capo dei Modern Lovers, poi cantante e musicista solista – che ad oggi conta ben 35 album in studio, l’ultimo uscito lo scorso anno (“O Moon, Queen of Night on Earth”).
Ricordato come il cantastorie di “Tutti pazzi per Mary”, Jonathan Richman esordisce nei primi anni Settanta come cantante e chitarrista dei Modern Lovers, gruppo anticipatore del proto-punk statunitense e di riferimento per molti musicisti dell’epoca, tra cui David Bowie. Nel 1976, sciolta la band e persa l’originaria vena underground – nonostante l’enorme successo – Jonathan Richman prosegue come solista la propria carriera tornando alle origini del rock and roll e verso sonorità più spoglie e naturali, dalla musica country al garage, dalle power ballad fino alle melodie latine cantate in spagnolo.
La sua musica viene spesso definita come un folk gioviale e spartano dalla vena satirica e caricaturale. Le opere di Richman, non a caso, narrano storie e disavventure adolescenziali, talvolta autobiografiche, che si distinguono per la loro semplicità e il loro humour. Gag narrative, nostalgiche ballate folk, novelty doo-wap adolescenziali, folklore urbano e gioviale… il tutto avvolto da melodie minimal e rock acustico, quasi parlato, sussurrato per creare attorno a se al pubblico in ascolto la giusta sensibilità che occorre per apprezzare le sue canzoni: questi gli ingredienti del successo mondiale di Jonathan Richman.
Dal vivo Richman, amante della musica italiana e in grado di parlare un ottimo italiano, improvvisa delle cover di vecchi pezzi "italian beat". Leggendario la sua versione della Donna Riccia di Domenico Modugno in un memorabile concerto romano al Big Mama di qualche tempo fa!
Da ascoltare bevendo del Rosso di Montefalco e come sottofondo ad un altro suo “compare” minimalista come Richard Brautigan

PS. Ovviamente nel 1977, quando comprai il 7'' Roadrunner [copertina sopra], probabilmente la più famosa canzone pop-punk americana ever, coverizzata da circa 500 gruppi, non sapevo che sarebbebscoppiata una passione che ancora oggi mi...diverte. Perchè Richman è - fondamentalmente -fun time! Enjoy life!
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