martedì 30 agosto 2011

Am I punk...or not? Boh? Ma che caz** di domanda!

Me lo chiedono in molti. Alcuni con il sorriso ( a prendere per il cu**), altri un po’ prevenuti (penseranno “che atteggione”!), ma la domanda è sempre la stessa. Ma come fai a “essere” punk!? Beh, primo punto: non si “è” punk, ma ci si “sente” punk. Non è più un approccio esteriore, ma un modo di percepire la vita. Il secondo aspetto, come per l’amore, non si sceglie di essere innamorati, ma quando l’amore arriva…arriva. E così per me il punk! Non ho scelto di essere un rebel – anzi, credo di non esserlo proprio -, ma quando a tredici anni ho venduto di nascosto di mio padre ( sorry Mimmo!) e con la complicità di mio fratello, l’intera collezione degli Eureka della Corno Edizioni, per comprare due 45 giri ( si chiamavano così allora) di due gruppi “strani”, Sex Pistols e Ramones…beh l’amore germogliò e non ci capii più un caz**!
Da allora il Question Authority e Do It Yourself una costante del mio pensiero. Ho imparato che credere in qualcosa sia la motivazione principale ( commitment) e impegnarsi per quello che più ci stà a cuore è importante. Per questo lavoro per un organizzazione mondiale umanitaria, mi occupo di famiglie di “sfigati” e condisco il mio lavoro con il salutare sale del punk.
A molti di voi sigle tipo SST e Alternative Tentacles dicono poco, dei CRASS ne ho parlato abbastanza, FRANTI e Blu Bus, Negu Gorriak e indipendentismo basco…e altro ancora, ma c’era – e c’è ancora! – tutto un sottobosco che per scelta non ha voglia di emergere. Rimane la passione per il piacere che si prova a scrollarsi di dosso la “scimmia” dell’ipocrisia e la vera retorica.
Sentirsi Liberi, senza l’obbligo di dover “ribellarsi” a qualcosa!
La vera rivolta è sempre più silenziosa e gira attorno ai bei gesti d’amore e non di violenza. Il tempo delle guance bucate dalle spille da balia è lontano. Ora i capelli sono più bianchi, ci siamo impesantiti, il giacchetto di pelle ancora nell’armadio, ma sempre più “solo”…ora è tempo di pensare. Usare la nostra testa e senza seguire finti rebels…fuck Grillo! Fuck Guzzanti’s ( tutti e tra a lavorarein tv e nessuno alla cassa di un super merket…come decine di voi! )…Fuck Santorini& Travagli…tutti i giorni in Tv a sentirsi censurati! Fuck all’em!
Massimo rispetto per Mao Hengfeng, per Ali Ferzat, le madri dei Desaparecidos argentini, ancora in attesa di conoscere il destino dei propri figli, per Liu Xiaobo e per tutti coloro che non hanno un “ricco” contratto televisivo e padrini politici ai quali affidare la propria sofferenza.
Are U free, really Free?
PS. Questo post è dedicato a Exene Cervenka, che benchè colpita dalla sclerosi multipla è ancora in tour e supportata dai sui amici della comunità punk ( ecco cosa siamo, una comunità!) e ci canta ancora di love and life…”Punk is inside, like soul music, not what you wear or going around a big circle!” Giusto Exene!
Love and respect!

mercoledì 24 agosto 2011

32 pagine e 40 gradi. Roma brucia!




Estate calda, crisi economica, cazzate a go-go! Non ho voglia di scrivere nulla, ma leggo tanto. Cose interessanti, altre meno...vabbè è estate.
Però questo pamphlet di Raoul Vaneigem mi sembra, seppur semplicistico nella forma e nella lirica ( forse rasenta un banale "ribellismo") un'interessante spunto per immaginarci un nostro personale impegno in un futuro, se non migliore, almeno diverso in termini di commitment.

Non ho mai disperato della rivoluzione fondata sull’autogestione in quanto rivoluzione della vita quotidiana.
Ora meno che mai.
Sono convinto che, oltrepassando le barricate della resistenza e dell’autodifesa, le forze vive del mondo intero si stanno svegliando da un lungo sonno. La loro offensiva, irresistibile e pacifica, spazzerà via tutti gli ostacoli alzati contro l’immenso desiderio di vivere nutrito da quanti, innumerevoli, nascono e rinascono ogni giorno.
Stiamo per inaugurare il tempo in cui l’uomo assumerà il suo destino di pensatore e di creatore diventando quel che non è mai stato: un essere umano a parte intera.
Non domando l’impossibile. Non sollecito nulla. Non mi preoccupo minimamente né di speranza né di disperazione.
Desidero soltanto vedere concretizzata nelle vostre mani e in quelle delle popolazioni della terra intera un’Internazionale del genere umano che seppellirà nel passato la civiltà mercantile oggi moribonda e il partito della morte che registra i suoi ultimi sussulti.


[Tratto da Lo stato non è più niente, sta anoi essere tutto. Edizioni Nautilus ]


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lunedì 22 agosto 2011

Francia e Spagna purche se magna? [ Blues for an italian #1]



Se dovesse scendere un marziano sul nostro pianeta e rileggere la nostra storia di questi ultimi cinque anni, ovvero pre-crisi e post-crisi, rimarrebbe, come minimo, basito. La classe dirigente mondiale in charge prima del collasso della borsa americana, come conseguenza della vendita scellerata e senza controllo dei “famosi” mutui sub-prime, è ancora in sella. I “soloni” dell’alta finanza, giornalisti prezzolati dalle stesse industrie, esperti del settori “contesi” da televisioni e radio…beh, ancora in sella e ci dicono cosa dobbiamo o non dobbiamo fare. E’ incredibile, ma è così!
Ovviamente in Italia la situazione è ancora più stagnante. Il nostro paese si stà contraddistinguendo come tra i più immobili; durante il boom pre-crisi eravamo criticati perché non ci sviluppavamo abbastanza, ora – in fase di totale recessione – il nostro immobilismo sembra essere l’unica zavorra di salvezza. Insomma, senza infamia e senza lode!
Francia e Spagna purché se’ magna?
…forse, quest’attitudine potrà salvarci economicamente, ma si sta creando una generazione di “nuovi mostri”. Ovvero soggetti politico/istituzionali che fanno della banalità la forma di dialogo più consona a questa generazione. Degli esempi? Basta uno, ma cicciotto: leggete le notizie plus di questi giorni. Al meeting di Comunione e Liberazione il nostro Presidente della Repubblica ci ricorda come sia da “da vent'anni che è, sempre di più, rallentata la crescita della nostra economia ; è da vent'anni che si è invertita la tendenza al miglioramento di alcuni fondamentali indicatori sociali ; è da vent'anni che al di là di temporanee riduzioni del rapporto tra deficit e prodotto lordo, non siamo riusciti ad avviare un deciso abbattimento del nostro debito pubblico ” e ha aggiunto in modo pragmatico come “La crescita è rallentata fino a ristagnare, la competitività della nostra economia, in un mondo globalizzato e radicalmente trasformato nei suoi equilibri, ha particolarmente sofferto del calo o ristagno della produttività”. Intervento semplice, ma coraggioso.
Però avrebbe dovuto entrare ( con un po’ di coraggio ) nel merito del concetto dei “vent’anni”. Chi c’era vent’anni fa? Ed ora? Chi c’è? Tutti condividono questo intervento, ma a modo loro l’attuale dirigenza ventennale si autoassolve. Chi sarà stato mai questo tapino e incompetente travet dell’azienda Italia che ha fatto tutto ‘sto casino da solo? Non si sa, né mai lo sapremo, però dobbiamo stare tutti tranquilli, si stanno candidando a risolvere i nostri problemi personaggi che vent’anni fa facevano altre cose.
Montezemolo è in rampa di lancio. Se non lui chi altro.
…bah! Quasi trent’anni fa i Sex Pistols lanciarono un hit ( che poi hit non fu proprio!) dal titolo No one is innocent! Nessuno è innocente! Credo che questa sia la nostra triste realta. Chi ha più di quarant’anni (me compreso) è stato in qualche modo complice in questo sistema che ha generato furbetti e smidollati. Non è bastato, né basta semplicemente dissentire.

Piove Governo ladro!...è tutto un magna-magna!
E’ un cambio di mentalità generazionale che dobbiamo auspicarci tutti. Ma non banale come un banale anti-berlusconismo di serie B che genera movimenti noisi e filo-sistem come “Popolo viola”, “Art.21”, “se non ora ma quando”…e Guzzanti ( tutti e tre, perché uno ci bastava!) e Santorini (straricchi!)…ma qualcosa di nuovo che contempli anche il calcio in culo come forma di “sanzione”.
…magari io sarò uno dei primi a riceverli, però un paio sono sicuro posso tirarli anche io!!

mercoledì 17 agosto 2011

Noia, estate e Anarchia

In questa estate stà succedendo di tutto. Sopratutto, stà succdendo qualcosa...di serio. Il sistema, così come lo conosciamo noi è in costante, anche ancora leggero, cambiamento. Nel '77 cantavamo a squarciagola London's burning...e solo pochi giorni fà il network mondiale ci rimandava ad una londra in fiamme...sarà così anche in Spagna ( tra non molto ) ed - ma in tempi più lunghi - anche in Italia. La Francia ha già dato, e l'intero mediterraneo è in fiamme...come dicono i fratelli anarchici, tutto deve essere distrutto per ricominciare.
Beh, non sono d'accordo, ma resto un romantico anarchico, punk orientated e liberal-minded...

...so what?

[ da Rivista Anarchica #364, per approfondire (**)]

La specie umana appare sempre più priva di sentimenti di solidarietà fra i suoi componenti, come pure di compassione e comprensione per gli altri esseri viventi. È un’umanità che sembra disumanizzarsi progressivamente. Noi, che abbiamo compassione di noi stessi per questa abissale decadenza, sentiamo l’impellente necessità di riappropriarci di un profondo spirito umanitario, per reimpostare una nuova qualità dello stare insieme, per essere parte del mondo nel mondo e per tendere ad essere parte integrata ed elemento dinamico di interventi creativi nei contesti in cui operiamo.
C’è bisogno di una nuova collocazione dell’uomo nel pianeta e nell’universo, una vera e propria radicale ri/collocazione culturale, per diventare consapevoli di essere parte dello status dinamico della terra che ci ospita. È l’affermazione del bisogno di un nuovo umanesimo, antitetico all’umanesimo tradizionale che, completamente immerso in una visione antropocentrica, colloca l’uomo al centro di tutto.
È sempre più impellente il bisogno di un’umanità finalmente aperta e disponibile all’incontro col mondo, al contrario di come ha sempre fatto e continua a fare incitata da un’antropologia il cui fondamento culturale è sempre stato l’appropriazione dell’altro da sé, per dominarlo e sottometterlo ai propri bisogni e alla propria volontà. L’antropocentrismo ancora trionfante è un paradigma ormai usurato e vecchio, che ci si sta riversando addosso perché non funziona più. Se, in piena coerenza coi bisogni e le finalità da perseguire, si sapesse accogliere la nuova consapevolezza, indispensabile per un cambiamento necessario, non potrebbe che avere caratteristiche che collimano coi valori e le proposte fondanti dell’anarchismo.

Continua su Rivista Anarchica#364
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