giovedì 23 dicembre 2010

Xmass 2010

...è Natale, o quasi...poche ora ancora e saremo tutti più buoni...come ci auguriamo ogni anno e come non sarà ( se anche ci dovesimo riuscire) per non più di un paio di giorni...comunque è Natale e a natale si fanno gli augui...e quindi Liber-Auguri a tutti, Punk-Auguri, CRASS-auguri, Leary-Auguri, Psycadelic-auguri, Civil rights-auguri, American-auguri, Lenny Bruce-Auguri, anticensura (quella vera)-auguri, individualist-auguri, FreeJazz-auguri, Pasolini-auguri, Rollins&Biafra-Auguri...keep on, kkepin'on my friends!!

...so, Happy xmass to everyone!

martedì 21 dicembre 2010

American Folk for five european bucks!


Ambizione. È la prima parola che viene in mente ascoltando quest'ultima fatica di Anaïs Mitchell, folk singer americana da qualche tempo accasata alla Righteous Babe di Ani Difranco. Si tratta della trasposizione in chiave folk del mito classico di Orfeo che, impazzito per la morte della sua amata sposa Euridice, decide di andare a riprendersela nel regno dei morti. La Mitchell, però, non si accontenta di mettere in musica questa storia, ma la ambienta – in modo vago come può esserlo un sogno – nell'America degli anni Trenta: l'America di Little Orphan Annie e della Grande Depressione; l'America del New Deal e di Franklin Delano Roosvelt.
Ne esce una folk opera resa efficace, oltre che dalle canzoni e le musiche composte tutte dalla stessa Mitchell, dalle orchestrazioni di Michael Chorney e la produzione di Todd Sickafoose (già con Ani Difranco e Andrew Bird). Oltre alla fragile e toccante voce dell'autrice, a dare valore alle composizione è la pletora di ospiti più o meno noti al grande pubblico che ha chiamato a raccolta. Ad Ani Difranco si sono aggiunti Justin Vernon/Bon Iver (nei panni di Orfeo), Greg Brown (la cui voce cavernosa dà vita in modo straordinario al personaggio di Ade, basti ascoltare Hey, Little Songbird e His Kiss, The Riot) e Ben Knox Miller (Ermes).
La sforzo compositivo è elevato e la stessa Mitchell racconta che questo progetto ha cominciato a prendere forma nella sua testa già nel 2006, ma si è portato a compimento solo recentemente, quanto è riuscita a far uscire di bocca le proprie canzoni a molti dei suoi miti del mondo indie-folk di oggi. Emerge ovunque l'amore per il folk e per questi interpreti, con una cura non così comune per ogni sfumatura della composizione (basti ascoltare l'intricata struttura in rima dei brani).
...e tutto questo per cinquei euri in un mercatino di Roma. Mentre Antonello Venditi era venduto a ventidue! Great deal Andrea!
informazioni disponibili in rete]

sabato 18 dicembre 2010

Hello Captain! Back in town#2


Back in town, once again! Il blog ha avuto una breve pausa, ma tra uno sciopero a Madrid e un servizio di sicurezza quasi "nazista" a Tel Aviv non ho avuto modo di seguire molto questo seminale [ ma sempre più visitato!] mio diarioelettronico.
Della vita degli e negli aeroporti magari parlerò un pò più avanti e delle italoite situazioni, così come appaiono nel resto del mondo...beh anche. Vi accenno solo a come i network televisivi globali hanno illustrato la manifestazione degli studenti contro la riforma Gelmini ( o contro la non caduta di Berlusconi?): Blast the shame!
Invece le poche righe le voglie spendere per un mio "amico", anche se mai conosciuto e mai frequentato, che in queste ultime ora ci ha lasciato. Mi riferisco a Don Van Vliet, ovvero Captain Beefheart. Il "capitano" fa parte di quelle persone che hanno, in qualche modo, indirizzato la mia curiosità e fatto crescere un costante senso di disagio dinnanzi all'ordinario, alle cose "ovvie", alla normalità dell'esageratezza...insomma al quotidiano reso banalmente "straordinario". Con Sun Ra, John Coltrane, i CRASS, Albert Ayler, Kevin Ayer, Henry Rollins e tanti altri Freak il "Capitano" è entrato a pieno titolo tra coloro che sull'ipoteica astronave diretta verso ipotetici e fantomati pianeti-solitari, porterei volentieri con me.
So long Captain, have a nice trip!
PS. sulla pagina on-line di Mojo magazine un bel tributo al "Capitano"

giovedì 9 dicembre 2010

Roma e Romani#2

Marcello Fraioli è un artista. di vecchio stampo, di quelli che nelle foto in bianco e nero deglia anni sessanta ha sempre i capelli spettinati. Negli anni settanta lo avreste visto vicino ai Jacobites e non certo a pogare nel mezzo di un wild bunch punk! Negli anni ottanta, mentre tutti impattivano per la New Wave, sicuramente lo troveremmo a dedicare del tempo a vecchi dischi di Gabriella Ferri. Gli anni novanta ideali per nascondersi da vecchie nostalgie. E il nuovo millennio? C'è tempo per il futuro, ora bisogna svegliarci dal passato e nel passato!

Roma paga ancora una volta il suo tributo di artisti all'indifferenza e all'anonimato commerciale. Ma chi se ne frega....semo gente de' Roma! Presto una breve intervista del Fraioli su questo blog...but have a look on cybespace for Fraioli! Enjoy!

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